Il MoVimento 5 Stelle e la scomunica-truffa dei dissidenti

«La base sfiducia Campanella e Bocchino». Il post, rivolto a due dei quattro senatori dissidenti è approdato ieri sul blog di Beppe Grillo. In realtà si tratta di una mossa di sfiducia partita a fine gennaio da una minoranza del mu palermitano. Ne parlammo qui. Sul blog del Grillo di Palermo comparve una nota in cui si prendevano le distanze dagli eletti a Madama. Peccato che la nota contava solo la voce di undici firmatari. Nel giro di poche ore è partito un il controcomunicato (subito cancellato sul blog Grillo di Palermo) di una parte della base che prendeva le distanze dalla scomunica precedente. Firamtari? Quarantacinque. Il post della scomuncia però è riapparso ieri sul blog del Semplice Portavoce e non a caso. La guerra contro le voci critiche si concentra tutta nei territori in vista di una assemblea congiunta che dovrebbe decidere sulle sorti dei pentastellati a Palazzo Madama che però non è stata ancora convocata. Il comunicato sul blog di Beppe Grillo apparso ieri è a firma del gruppo siciliano “Il Grillo di Palermo”, in congiunzione con i meetup di Palermo, Bagheria, Termini Imerese, Partinico, Monreale, Cinisi, Capaci e Isola delle Femmine, Piana degli Albanesi, Trapani e Carini. Non tutti sono d’accordo e sopratutto non si è votato nulla. A confermarlo è stato anche Francesco Menallo, del meet up di Palermo e storico attivista: «È opera di una decina di attivisti e non una decisione dell’assemblea, che sarà forse domani. Sul sito di Grillo è in corso una censura di post e comunicati di solidarietà ai due senatori. Stiamo valutando l’ipotesi di scissione e non è un fenomeno locale». Da Pavia a Palermo: cosa sta succedendo?

MoVimento 5 Stelle Palermo 24

DIMENTICARSI DI POST E PACI – «A Pavia, Bologna, Torino, Messina – continua Menallo – si stanno verificando degli episodi di prevaricazione nei confronti della maggioranza degli attivisti da parte di altri che hanno un canale diretto ed esclusivo con Casaleggio». Eppure gli attivisti palermitani ci provarono. Con una conferenza, qualche giorno fa, in cui spiegavano che dissenso non equivaleva automaticamente ad un problema. Sicilia Informazioni riporta:

“Non è vero che in passato non parlavamo con i giornalisti, solo da qualche tempo questo è diventato un fatto più frequente, all’interno di una strategia più orientata da un certo tipo di comunicazione”. Ed ancora: “Non ci interessa parteggiare per questo o quel portavoce, ma poniamo un problema di metodo nelle scelte e da tempo chiede un tasso più alto di democrazia interna. Se ci si trovasse in un vecchio partito delle tessere insomma, sarebbero la maggioranza, ma nel linguaggio dell’anti-sistema si fa prima a chiamarli “la base che legittima con forza”.

Basta analizzare i post dei vari gruppi per notare come non tutti siano d’accordo con il post di sfiducia del Grillo di Palermo. Nota che sul blog di Beppe (e ora anche su Palermo5Stelle) ha una frase in meno rispetto all’originale inidirizzata a chi volesse sostenere i due “dissidenti”:

“Lo stesso valga per chiunque deciderà di appoggiare materialmente o intellettualmente i due senatori”

Non solo, Piana degli Albanesi è un meet up che non sarebbe più attivo da maggio. A Monreale, invece, ci si allinea così:

Per far pulizia in un salone dove i topi e gli scarafaggi la fanno da padroni non basta chiamare una truppa di gatti che li sbranino, perché quel genere di topi, onorevoli, sono in grado di corrompere anche i gatti, tutti! L’unica soluzione è buttar fuori quelli che hanno preso possesso di tutto il palazzo, e poi annaffiarli con pompe per l’incendio. E quelli che non ci riesce di ripulire si buttano tutti. Senza pietà.

e ancora…

Ahinoi, di contro, siamo stati costretti a rilevare le posizioni aprioristicamente critiche sulla democrazia interna al MoVimento e “aperturiste” e “dialoganti” verso quelle forze politiche che hanno portato allo sfascio il Paese assunte dai portavoce eletti al Senato Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella che sfociano ormai quasi quotidianamente in dichiarazioni, esternate tra l’altro a quella stessa stampa che cerca di distruggere il nostro sogno a 5 Stelle, che ledono gravemente l’operato e l’unità d’intenti del M5S.

Sotto c’è chi commenta: «Gira roba buona da quelle parti…. Complimenti continuate così…. Vedrete che rimarremo con un pugno di mosche……#perdiamonoi». A Monreale è stato presentato alla stampa (dopo il 4 febbraio) il candidato sindaco 5 Stelle che si presenta così:

Si parla però di acque agitate in casa del Movimento. È possibile una scissione?
“Per quale motivo? Comunque quando davanti si pongono dei detrattori è segno che siamo sulla strada giusta. In ogni caso è impossibile che ci sia una seconda lista del Movimento 5 Stelle. Presenteremo una sola lista senza liste civetta o collegate”.

Così come succede a Cinisi: «Campanella e Bocchino marciano in modo estraneo e poco chiaro con azioni esterne ai ritmi instaurati con ciò che è parte di loro». Sotto c’è chi però gli ricorda il post firmato dai 45 poi sparito dal blog del Grillo di Palermo. Sulla questione del post è tornato anche il senatore Campanella ribadendo all’Adnkronos le “preferenze” in atto già da prima: «Non è vero, stanno usando metodi scorretti, come con Orellana. Un paio di settimana fa la parte del Movimento più vicina a Gianroberto Casaleggio e di cui fa parte Riccardo Nuti. Hanno scritto il comunicato senza consultare il gruppo. Hanno agito sapendo di essere minoranza, una decina di persone circa». L’azione «è stata sconfessata con un documento firmato da 45 persone, non a caso mai pubblicato sul blog di Grillo. Due-tre giorni fa c’è stata anche una conferenza stampa pacificatrice, dove è stato presentato il lavoro che stiamo facendo. Ma anche di questa, il blog non ha dato conto». «Qui c’è un gruppo – accusa Campanella – un coordinamento che colpisce e agisce per fare pressione sulle voci critiche del Movimento».

guarda la gallery:

IN PASSATO – Coordinamento? Ritorniamo indietro nel tempo, quando in Friuli si chiese un parere verso il senatore Lorenzo Battista. Da parte di chi? Della Casaleggio & Associati:

«Nessuna mail da Gianroberto. Esiste – spiega il consigliere – una telefonata in cui lui chiede se Battista parla a nome della regione o a titolo personale. Non corrisponde al vero il virgolettato che riporta mie parole, che non esistono». La telefonata del guru, spiegano dal Friuli Venezia Giulia, è stata a titolo informativo. «Il virgolettato riportato dal Messaggero fa parte di una mail scambiata tra varie persone del Movimento 5 stelle Fvg, ma non risalibile a Casaleggio nè dallo staff. Ho letto anche di notizie riguardanti la questione del simbolo, del suo eventuale ritiro. Smentisco. Non esiste nessuna pressione”. Casaleggio ha quindi chiamato Patuanelli e non Eleonora Frattolin: «Mi ha chiesto se avevamo letto l’intervista di Battista su La Stampa e se questa posizione era condivisa anche dalla base del Friuli Venezia Giulia o una sua uscita personale. Tutto qua. E’ stata una telefonata informativa».

Il verbale a 5 stelle venne sollevato sul Messaggero. Si scatenò il putiferio e la questione fu chiusa lì e andò dversamente rispetto a quello che sta accadendo oggi.

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BENZI, ORELLANA E QUEL MESSORA DI TROPPO A PAVIA – E al nord? Maurizio Benzi, dipendente della Casaleggio & Associati e attivista, è uno dei pentastellati che ha chiesto un incontro con il senatore lombardo Luis Orellana. Il match è andato in onda durante l’assemblea provinciale dove il senatore critico si è presentato per un confronto con gli attivisti. A guidare la critica in sala è il membro di Voghera Benzi: «Io conosco Luis dal 2009, ho sempre avuto grande fiducia. Trovo che da agosto il suo atteggiamento sia diventato un altro. Quando l’altra sera ho sentito Di Battista difendersi dalla Bignardi per le parole riportate da Orellana non mi è piaciuto. Luis da agosto ha cominciato questa continua critica costante. Una volta ogni due giorni fa una critica su facebook io lo so che vuoi portare la questione sulla piattaforma che manca. ma la piattaforma non può esser realizzata con un baleno. Ci vuole tempo tutti ci lavoreremo. Io ti chiedo una promessa Luis che parlerai molto di più con noi e molto di meno con i giornalisti». C’è un mio collaboratore e lo conoscete è qui per recepire le istanze di tutti. Sul discorso delle mie dichiarazioni da agosto può darsi che si siano notate molto. La reazione del gruppo comunicazione Senato io credo sia stata eccessiva». Il senatore nell’incontro con gli attivisti non manca di ricordare la paga (pubblica) di Messora e staff. Strafalcioni on line inclusi. «Lui – spiega il senatore nel video – è stato messo lì da… Sappiamo quale è il nostro codice di comportamento. Abbiamo espulso Marino Mastrangeli per la tv e adesso noi stiamo andando in tv. Abbiamo cambiato idea? Se si vedono le situazioni allora si cambia? Il momento è adesso e noi non possiamo non andare avanti. Il sistema Lex, per esempio, va migliorato. Non è possibile che un ddl può ricevere solo una serie di lunghi commenti. Anche i commenti andrebbero votati. Sta diventando uno strumento un po’ difficile da utilizzare. Stiamo votando su decreti legge. I nostri ddl non andranno da nessuna parte, tranne che alcuna eccezione: è triste da dire». «Allora sì o no? Cioè parlare coi giornalisti o no? Vorrei sapere se questo attegiamento è chiaro», incalza Benzi. Luis assicurà il sì ma al coro dell’attivista di Voghera si aggiungono altri grillini. Il video postato in rete continua fino alla lettura del comunicato di “sfiducia” verso Luis Orellana, poi si interrompe. Verbale dell’incontro? Non pervenuto.

NUOVA TECNICA? – Nel MoVimento ora la critica parte dalla base supportata, laddove è possibile, dai meetup vicini. Perché, come spiegano dall’isola sicula dove i puristi conducono la loro personale lotta “cercano appoggio”, o “sono amici” o “hanno paura di non avere la certificazione della lista”. Poco importa se si vota in assemblea o meno. Poco importa se non ci saranno alzate di mano. Il post apparso ieri sul blog di Beppe Grillo non è stato deciso con tutti gli iscritti. Oggi nel capoluogo siculo è previsto un incontro straordinario sia per affrontare i problemi nazionali che per chiarire una volta per tutte il pasticcio della nota partita “dalla minoranza”. Anche perché la seconda (che smentiva le parole del Grillo di Palermo) è durata on line il tempo di qualche minuto con tanto di cambio di assistant organizer nel meet up e gestore della pagina Facebook inclusi. Colpire la base per colpirne quattro. Anche a costo di scissioni.

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