Ottoemezzo con Massimo Cacciari ed Antonio Padellaro

OTTOEMEZZO, MAI UN GOVERNO A CINQUE STELLE – Per Mario Sechi il Parlamento è camaleontico e grado di sopravvivere a partire da una legislatura nata morta. Padellaro invece spiega che il Movimento Cinque Stelle aspetterà sulla riva del fiume chiedendosi quello che vorrà fare davvero Renzi e cosa prometterà. Per Cacciari Renzi dovrebbe essere realistico nel suo discorso di martedì indicando con precisione cosa fare davvero e dove ottenere le risorse. Serve serietà ed in caso di promesse, di errori, di problemi, di delusioni, arriverà un governo a Cinque Stelle, che non sia salutare. Per la dottoressa Sileoni piuttosto che un governo a Cinque Stelle è meglio la troika perché la caduta del governo Renzi fa saltare davvero il banco. Per Sechi se si vuole arrivare al defalut si può arrivare al governo Cinque Stelle, tanto questi programmi non verrebbero mai realizzati. Padellaro difende il Movimento rispondendo a Sechi che aveva evocato il pericolo delflazione spiegando che il default lo stiamo rischiando oggi e se questi vent’anni hanno rovinato la politica, la risposta sarà il Movimento Cinque Stelle. E per Cacciari i pentastellati non hanno voluto dimostrare di essere la medicina ma aspetta il cadavere del sistema. Per sostituirlo come non si sa.

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OTTOEMEZZO, IL NODO GIUSTIZIA – Lilli Gruber chiede a Cacciari cosa pensa della nomina di Orlando alla giustizia al posto di Gratteri, con l’ex sindaco di Venezia che spera che non si parli più di giustizia dopo vent’anni d’associazione con Berlusconi. Ed ora che Silvio non è più determinante, che si ci occupi di carceri e di una vera riforma, con Napolitano che avrà messo sull’avviso Renzi sulla scarsa opportunità di mettere un magistrato alla Giustizia. Per Padellaro quello di Gratteri è un problema, con Renzi che fa una scelta respinta nelle segrete stanze. Poi è stato scelto perché è un magistrato non politicizzato che ha combattuto la N’drangheta ed aveva le caratteristiche giuste per il ruolo. Allora perché è stato cancellato? Sechi, che premette di essere amico del magistrato, spiega che non è andato lì per via del suo ruolo che avrebbe alimentato i contrasti con l’esecutivo Renzi indebolendolo. Quindi ci vuole un politico per dare un’autorità alle riforme. E parlando dei problemi, incalzato da Padellaro, il maggiore è l’inesperienza per via della presenza di giovani e di ruoli che non hanno mai prodotto niente come la riforma burocratica, con il primo ministro scelto, Salvatore Scoca, nel 1953. E da allora ad oggi non è stato fatto niente. Per Cacciari l’ingenuità è un valore perché un tecnico viene messo sotto da mattina a sera. E parlando delle lobbies, questo è un elemento di forza visto anche come Squinzi ha trattato Letta. Padellaro spiega che al momento Renzi non ha i numeri. Civati non sembra disposto a dare la fiducia come i suoi 10 senatori, Mauro scottato dalla perdita del ministero ne ha altri 10. I governi quindi ballano sui numeri ma la palude del Parlamento lo può tirare sotto. Sechi chiede se questo Parlamento con queste indennità da aspettare vota il suicidio tornando al voto ma sbaglia il tema perché Padellaro e Cacciari ricordano che con questi numeri ci sarà un ricatto quotidiano. Per Cacciari Renzi è capace di far saltare il banco vista la mole dei compromessi richiesti, con un ritorno alle urne con un Pd renziano lui vince da solo. E questo lo temono tutti. La dottoressa Sileoni spiega che ci sono differenze tra sindaco e consiglio dei Ministri e se a Palazzo Chigi avrà il coraggio che sbandiera oggi. Ed il lato debole interno è rappresentato dalla fretta, considerata come una virtù. Perché in tre mesi non si fanno le grandi riforme perché sono serie e che non basta un mese per farne una. Andare di corsa rischia di fare più danni specie quando i temi centrali sono collegati tra loro.

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OTTOEMEZZO, NON SIAMO A SCUOLA GUIDA – Sechi chiude il suo intervento spiegando come Padoan, uomo dell’Ocse, è meglio di Saccomanni, Banca d’Italia ed inesperto di tasse. Cacciari interviene ad alta voce dicendo che la differenza con il precedente esecutivo è rappresentato proprio da Renzi, l’uomo nuovo che ha bisogno della guida di Napolitano. E qui interviene Padellaro che dice che non siamo a scuola guida ma parliamo del governo della Repubblica Italiana. E la dottoressa Sileoni spiega che la nomina di Padoan terrà nel sacco Renzi per via del suo ruolo e della necessità d’interfacciarsi in maniera concreta con l’Europa. Ed a proposito di Paodan, è a lui che Paolo Pagliaro dedica il suo punto presentando un uomo che spiega che di austerità si può morire e che serve una riduzione delle tasse sul lavoro, della garanzia del reddito e di una patrimoniale che possa aiutare il governo. E se queste cose venissero da via XX settembre, è chiaro che la politica non possa rimanere indifferente. Per Massimo Cacciari la politica di Padoan è neokeynesiana, nel senso che bisogna tassare le rendite, prevedere una patrimoniale ed abbassare le tasse sul lavoro. Una politica che non piace alla destra e che rischia di mantenere il Paese in stallo, una situazione anomala che è solo italiana. E sarà solo Renzi che potrà dare la marcia in più. Secondo Sechi Padoan si distinguerà sulla natura del prelievo fiscale e sulle rendite. Sulle immobili interverrà per correggere una riforma che fa acqua da tutte le parti, quella dell’Imu sulla prima casa. Padoan dal canto suo dovrà agire per ridurre il costo del lavoro perché la crescita dello 0,1 per cento nell’ultimo trimestre ci consentirà di arrivare allo 0,5 per cento nel 2014 senza però combattere la disoccupazione. La dottoressa Sileoni, parlando di patrimoniale, ritiene che questa cosa potrà essere fatta senza sapere che cosa accadrà. E secondo lei la tassazione dei beni mobiliari sarà un problema per i piccoli risparmiatori. Ma Sechi e Cacciari dicono che se domani si facesse una patrimoniale il governo cadrebbe. Padellaro aggiunge che ci sono nel governo Guidi e Poletti, rispettivamente rappresentante dei Giovani Industriali e presidente delle Coop, magari espressione delle lobbies. Ma il problema è che mancano i soldi.

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OTTOEMEZZO, QUANDO SI VOTA? – Padellaro parla dell’anomalia del governo Renzi che nasce da un parlamento debole figlio di una mancata vittoria alle elezioni. Per questo motivo la risposta per rafforzare la leadership renziana potrebbe arrivare dalle elezioni di ottobre. Cacciari aggiunge dicendo che non regge la discussione all’interno del Partito Democratico perché lui è uno che vuole comandare. Ed il pericolo è dato dalle elezioni europee con Berlusconi che non riuscirà mai a mandare a casa Renzi. E se il Pd dovesse calare alle Europee non è detto che si arrivi al 2018. Sechi spiega che Berlusconi avrebbe favore ad avere Renzi che fa le riforme. E per quanto riguarda le elezioni, il problema legato al ritorno alle urne a breve termine è relativo all’Euro, alla sua riforma ed alla nascita dell’Unione bancaria. Questo è il punto fondamentale su cui concentrarsi e se bisogna concentrarsi sulla performance di Padoan. Si torna a Cacciari che pensa come Napolitano abbia dato a Renzi le deleghe per occuparsi dell’Europa perché con il Presidente della Repubblica a tutelare l’esecutivo, sarà il Presidente del Consiglio a rendersi conto che non potrà ripetere le palle (ha detto così, le palle) che ha detto qua parlando di far saltare il banco, perché dovrà rendersi conto del rispetto delle regole. Padellaro aggiunge spiegando come la differenza con il governo Letta sul peso in Europa sia palese. Prima c’erano Letta, Saccomanni, Moavero e Bonino. Ora c’è Renzi che non sembra esperto di Europa, Mogherini e Padoan, il pilastro di questa squadra. Sechi invece dice che Letta era appoggiato a metà in Europa. Per la Bonino pesa la vicenda dei marò

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OTTOEMEZZO, UN CAPO SENZA PARTITO – Per Massimo Cacciari quelle di Padellaro sono ovvietà dicendo che questo è un governo di Renzi sotto la tutela di Napolitano anche se c’è il pericolo che in futuro le riforme tanto sbandierate possano saltare. Per Sechi l’elemento di novità è dato dal fatto che metà dei ministri sono donne. Tuttavia secondo lui il bicchiere è mezzo pieno e spiega che bisogna dare fiducia alle giovani ed ai giovani al potere. Secondo il giornalista Renzi ha accettato una sfida molto grande e che per questo ha bisogno di un’apertura di credito perché servono riforme alla ripresa. Padellaro, che aveva detto a Sechi di quanto lo ritenesse dolce, si chiede perché c’era un governo Letta ed oggi c’è un governo Renzi. Cacciari interviene dicendo che chi ha in mano il partito di maggioranza decide e visto che i due non sono riusciti ad accordarsi com’era auspicabile, è avvenuto quello che secondo Cacciari è normale. E quando Padellaro chiede se il governo Renzi ha più autorevolezza di Letta nel fare le riforme, per l’ex sindaco di Venezia oggi il segretario del Pd appare più forte e può alzare la voce. Per la dottoressa Sileoni è opportuno sperare da cittadini anche se le prospettive non sono chiare. E parlando di prospettive anche un po’ retoriche, dicendo che i numeri contano all’inizio, l’altro elemento è quello che manca la delega all’Unione Europea, significato che se ne occuperà lui per dare un’impronta Renzicentrica in un Parlamento immutato ed in un Pd che mostra i primi malumori. Intorno resta tutto uguale con Renzi che cerca di farsi voce unica. Per Sechi Renzi è l’evoluzione di un percorso accidentato a causa della crisi con un governo tecnocratico andato bene all’inizio e male a seguire. Poi è nato uno strano governo di larghe intese abbandonato da Forza Italia. E qui nasce l’equivoco che ha portato alla caduta di Letta, con l’opposizione di Berlusconi e la vittoria delle primarie di Renzi. Cacciari aggiunge che erano finte primarie per il Partito che venivano lette per la premiership. Si torna a Sechi che dice che con l’arrivo di Renzi è un governo politico di centrosinistra.

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OTTOEMEZZO, LA RABBIA DI CIVATI – Si torna in studio con Lilli Gruber che riporta la voce di Pippo Civati secondo cui Renzi fa di tutto per farsi votare no. E parlando di consultazioni, secondo Cacciari in quelle due ore e mezza i due hanno chiamato Padoan per convincerlo ad accettare il ministero dell’Economia perché quello interessava al Presidente. E probabilmente ci sarà stato un fatto politico rilevante che determinerà mal di pancia spaventosi all’interno del Pd, con Civati che è la punta dell’iceberg della protesta, è la conferma del blocco di Nuovo Centrodestra, con Alfano che prende in giro il Pd dicendo che il suo movimento non poteva chiedere di più. Per Serena Sileoni hanno cercato Padoan ed hanno voluto creare un governo nuovo, renziano, giovane, con più donne e conservatore rispetto al passato. C’è un solo ministro tecnico in quello più importante, per questo le due ore sono servite a conservare l’innovazione. Per Mario Sechi Alfano ha vinto ma allo stesso tempo ha perso due ministeri, quello di Quagliarello, quello della De Girolamo ed il vice-premierato. E le due ore e mezza di discussione ci stanno tutte per via della presenza di un presidente del Consiglio di 38 anni, un ragazzo maturo ma pur sempre giovane rispetto ad un signore di quasi 90 per uno dei Paesi più ricchi del mondo. E parlando di nomi e di programma, avranno parlato delle dichiarazioni programmatiche. Poi c’è la macchina di Palazzo Chigi, semplificatasi con il taglio di vari incarichi. Renzi ha creato invece una war-room mettendo i suoi uomini chiave come Delrio, una macchina da guerra, la Boschi alle riforme e Padoan, unico uomo subito. Per Padellaro invece hanno preso il tè coi pasticcini con Napolitano che ha confermato che i due hanno fatto il loro lavoro in quel tempo. Il direttore del Fatto Quotidiano dice che in queste situazioni si parla dei ministri e questa era un’incombenza che si sbrigava in un’ora. E Napolitano, uomo di esperienza, ha svelato subito il mistero. E mentre Lilli Gruber legge la dichiarazione di Vendola secondo cui la montagna ha partorito il topolino, continua Padellaro che dice come sia entrato alla giustizia Gratteri e sia uscito Orlando. Allora ci si chiede chi ha cancellato quel nome, con il direttore che ritiene come in questo tempo si sia parlato anche di lui, con Napolitano che avrà espresso perplessità. Emma Bonino sembrava intoccabile ed è saltata, e questi due casi verranno affrontati nei prossimi giorni mentre oggi Renzi è stato messo sotto la tutela di Napolitano perché questo Paese non può rischiare di avere un Presidente del Consiglio troppo inesperto, con un governo che nasce debole.

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OTTOEMEZZO, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a Ottoemezzo, il programma condotto da Lilli Gruber ed in onda su La7 a partire dalle 20.30, si parlerà della nascita del nuovo governo Renzi con Massimo Cacciari, Mario Sechi, Antonio Padellaro e Serena Sileoni, vicedirettore dell’Istituto Bruno Leoni. Ed ora che c’è il governo Renzi ci si chiede come sia nato. Si cercherà di rispondere ad una domanda intrigante che potrebbe svelare molto della politica: cosa è successo nelle due ore e 36 minuti di colloquio con Napolitano? 

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