Graziano Delrio: chi è il sottosegretario del consiglio dei ministri del governo Renzi

Graziano Delrio, 53 anni, è il nuovo sottosegretario del consiglio dei ministri del governo Renzi. Laureato in Medicina, è specializzato in endocrinologia. È stato sindaco di Reggio Emilia dal 2004 al 2013, poi ministro per gli Affari regionali nel governo Letta. È al momento il braccio destro di Matteo Renzi. Militante anarchico da ragazzo, Delrio da ragazzo giocava a calcio come libero ed è stato presidente dell’Associazione Giorgio La Pira, tanto cara al sindaco di Firenze. Famiglia comunista, case popolari del quartiere Rosta Vecchia di Reggio. Padre muratore e poi piccolo imprenditore edile, nonni sepolti con la bandiera rossa e l’Internazionale. Ma lui è cattolico, sposa Annamaria a 22 anni e entra nel partito.

Senato - Fiducia Governo Letta

Sulla sua biografia nel sito della presidenza del Consiglio dei ministri si legge:

Come sindaco ha presieduto il Comitato promotore della campagna per la riforma del diritto di cittadinanza “L’Italia sono anch’io”. Nel 2011 ha descritto l’evoluzione del modello amministrativo emiliano nel suo primo libro “Città delle persone. L’Emilia, l’Italia e una nuova idea di buongoverno”, edito per le Saggine di Donzelli. Sposato con Annamaria, hanno nove figli.


GRAZIANO DELRIO MINISTRO DELL’*** DEL GOVERNO RENZI
– In questa intervista al Corriere della Sera rilasciata un paio di giorni fa si racconta dei primi passi di Delrio e Renzi:

Il dato biografico più noto di Delrio sono i suoi 9 (nove) figli, cinque femmine e quattro maschi, da Emmanuele, oggi 33 anni (sei meno di Renzi), a Giovanni, quindicenne. E furono i figli, in particolare Michele, l’unico che segue orme politiche, a far notare Renzi in famiglia: linguaggio nuovo, svelto, capace di tenere l’attenzione dei giovani. I due, novelli Mosè e Ietro, si conoscono e cominciano a studiarsi nelle riunioni dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Nel 2011 Delrio è da sei anni vicepresidente ed è il naturale candidato alla presidenza post Chiamparino. Il segretario del Pd, Bersani, con il sostegno di D’Alema e di Fassino, propone il sindaco di Bari, Emiliano. Renzi scende in pista per Delrio, che passa per 4 voti, col consenso di sindaci di centrodestra, come Alemanno.

Ma se galeotta fu l’Anci, nell’intervista a Vanity Fair si racconta di un’altra sua passione: i figli. Ne ha appena nove:

L’apertura è rimasta anche dopo l’ottavo?
«Diciamo di sì. Nato il nono, abbiamo detto basta. Avevamo sempre potuto contare sull’aiuto dei nonni che però, nell’arco di pochissimo tempo, sono mancati tutti. Senza di loro sarebbe diventato impossibile gestire un altro neonato».
Il Movimento 5 Stelle l’ha attaccata perché non si è dimesso da sindaco dopo essere stato nominato ministro. Eppure proprio un regolamento dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, di cui lei è presidente, stabilisce l’incompatibilità tra le due cariche.
«Al doppio stipendio ho rinunciato subito, ma dimettermi avrebbe significato commissariare la città e volevo che il progetto su cui stiamo lavorando a Reggio andasse avanti. Io decadrò dalla carica naturalmente nei prossimi giorni, ma la Giunta potrà continuare il suo lavoro».
Il suo partito, il Pd, è in agitazione.
«C’è bisogno di gente giovane, libera dai retaggi del passato. Enrico (Letta, ndr) ma anche Matteo (Renzi, ndr): sono tra i pochi ad aver sempre creduto in lui, lo vedo come un figlio – anche perché ha pochi anni più del mio primogenito – e penso che debba essere il prossimo candidato premier».

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