Alla scoperta delle forme di vita oltre il sistema solare

Studiare con la massima attenzione i pianeti extrasolari per scoprire nuovi luoghi nello spazio adatti meglio della Terra ad accogliere forme di vita. È l’invito di due scienziati, Renè Heller della McMaster University di Hamilton, Canada, e John Armstrong della Weber State University di Odgen, Stati Uniti, che emerge da uno stimolante articolo pubblicato sulla rivista Astrobiology (e ripreso da Guillaume Cannat su Le Monde) riguardante i «mondi super abitabili».

 

esopianeti pianeti extrasolari di tipo terrestre

 

NUOVI SCENARI – Secondo i due astronomi, che fanno riferimento in particolare alla stella nana Alfa Centauri B appartenente al sistema stellare Alfa Centauri, guardando oltre il sistema solare è possibile individuare corpi celesti due o tre volte più grandi della Terra che ospitano organismi in grado di riprodursi e andare ben oltre le ricerche in atto relative a pianeti a noi più vicini. «Per essere abitabile – scrivono Heller e Armstrong parlando della vecchia nozione di abitabilità planetaria – un mondo (pianeta o satellite) non ha bisogno di trovarsi nella zona abitabile di una stella. Allo stesso modo, un mondo che si trova nella zona abitabile non è necessariamente abitabile». Secondo gli scienziati, in altre parole, il concetto odierno di abitabilità sarebbe troppo legato alle condizioni terrestri e dovrebbe quindi essere meglio ampliato e dovrebbero, allo stesso tempo, essere modificati i criteri di ricerca delle forme di vita.

 

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NUOVO CONCETTO DI ABITABILITÀ – Come spiega Cannat su Le Monde, il concetto di abitabilità planetaria , la misura della capacità di un corpo celeste si sviluppare la vita, è soprattutto legato ai parametri di ordine geofisico, geochimico e astrofisico che riguardano la Terra, all’idea che forme di vita possano essere accolte solo entro una limitata zona intorno ad una stella e in presenza di un’atmosfera e di acqua allo stato liquido sulla superfice. La nozione, però, continua Cannat, potrebbe essere stravolta. La definizione di zona abitabile, spiega, nel corso degli anni è diventata enormemente più complessa per tener conto di una quantità sempre più grande di fattori chimici, fisici o astronomici, e ha anche indebolito l’idea di una unica area di vivibilità all’interno dello stesso sistema planetario, come dimostrano gli interrogativi sulla possibilità dell’esistenza di forma di vita su Europa e Titano, satelliti rispettivamente di Giove e Saturno.

 

 

NUOVI INTERROGATIVI – Heller e Armstrong forniscono dettagli. Gli esopianeti di tipo terrestre più massicci della terra, dicono gli scienziati nel loro articolo, sono caratterizzati da un più lungo periodo di attività tettonica, sono dotati di un enorme campo magnetico che li protegge dalle radiazioni solari, da un’atmosfera più spessa. Chi può dire, quindi, che non siano più vivibili di un pianeta con uno solo o due supercontinenti?

(Fonte foto: Le Monde)

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