Guido Tabellini: ministro dell’Economia l’uomo che negava la crisi?

Sul Fatto Quotidiano di oggi Marco Vitale attacca Guido Tabellini, economista e già rettore della Bocconi, che è tra i papabili al ministero dell’Economia del prossimo governo Renzi. Ricordando, ad esempio, le sue prese di posizione all’epoca in cui la crisi muoveva i primi passi e c’era chi la sottovalutava:

All’inizio della crisi emerse, tra gli economisti, il partito dei minimalisti. Tra questi si distinse Guido Tabellini, che condusse e concluse un ampio dibattito sul Sole 24 Ore con queste parole: “C ome sarà ricordata questa crisi nei libri di storia economica? Come una crisi sistemica e un punto di svolta, oppure come un incidente temporaneo (sottolineatura aggiunta) e presto (sottolineatura aggiunta) riassorbito, dovuto a una crescita troppo rapida dell’i n n o v azione finanziaria? Se guardiamo alle cause della crisi, e alle lezioni da trarne, la risposta è senz’altro (sottolineatura aggiunta) la seconda. In estrema sintesi, la crisi è scoppiata per via di alcuni specifici problemi tecnici riguardanti il funzionamento e la regolamentazione dei mercati finanziari, ed è stata acuita da una serie di errori commessi durante la gestione della crisi”

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Vitale poi critica la posizione di Tabellini a proposito della massimalizzazione del valore dell’impresa, anche se questo – è sottinteso – può portare a detrimento il resto:

Guido Tabellini, sostiene invece una tesi diversa, ritenendo la massimizzazione del valore dell’impresa (principio che ha dominato solo negli ultimi venti anni, che è estraneo o marginale a tutta la migliore dottrina manageriale, e che il Financial Times e Jack Welch danno per finito) come: “uno dei postulati fondamentali del capitalismo moderno”. Con i migliori auguri al governo Renzi.

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