Sanremo 2014: cosa c’è dietro il tentato suicidio dei due operai

19/02/2014 di Alberto Sofia

La protesta dei due operai a Sanremo? Per realizzarla è stata necessaria una messinscena. Un finto malore, simulato da una “complice” che li accompagnava, ha permesso ad Antonio Sollazzo e Marino Marsicano, i due lavoratori che hanno minacciato il suicidio nella prima puntata del Festival, di distrarre gli addetti alla sicurezza della kermesse. Così da poter poi raggiungere la postazione in galleria e salire sull’impalcatura. A svelarlo è stato il direttore di Rai1, Giancarlo Leone: il dirigente ha spiegato come fossero in realtà quattro le persone coinvolte. Oltre a Sollazzo e Marsicano, che avevano intimato di volersi gettare nel vuoto qualora non fossero state ascoltate le motivazioni della loro protesta, c’erano anche Salvatore Ferrigno e una donna, Maria Rosaria Pascale, la stessa che ha finto lo svenimento. Gli operai sono stati denunciati per violenza privata. Il motivo? Con la loro azione hanno costretto il conduttore Fabio Fazio a leggere una lettera per denunciare la loro situazione occupazionale.

Sanremo suicidio lettera napoli (4)

COME È STATA POSSIBILE LA PROTESTA DEGLI OPERAI A SANREMO – Dopo il gesto disperato, non pochi quotidiani si erano chiesti come i due operai campani del Consorzio di bacino delle province di Napoli e Caserta fossero riusciti ad eludere i controlli, per poter così minacciare il suicidio in diretta televisiva. Interrogati al commissariato di Sanremo, i quattro hanno spiegato di essere arrivati martedì mattina in auto a Sanremo e di aver acquistato al botteghino due biglietti per la galleria. Altri due tagliandi erano stati invece acquistati dai bagarini. Riusciti a entrare in galleria, hanno approfittato della sceneggiata inscenata dalla donna  – che ha finto un malore, attirando l’attenzione degli addetti alla sicurezza, ndr – per infilarsi all’interno di un corridoio che li ha condotti dove hanno poi minacciato di buttarsi. «Si tratta effettivamente di operai del Consorzio di bacino di Napoli che non prendono lo stipendio da più di un anno (sedici mesi, ndr). Alcuni di loro hanno precedenti penali per episodi analoghi a quello di ieri. Ieri sono stati denunciati per violenza privata perché hanno obbligato con la minaccia alla lettura della loro lettera», ha concluso Leone. In particolare, il primo ottobre uno di loro è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio, perché aveva bloccato una via e minacciato di darsi fuoco, bloccando anche il passaggio di alcuni mezzi pubblici. Altri sono stati anche oggetto di denunce di minore attenzione mediatica.

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DENUNCIATI PER VIOLENZA PRIVATA – Gli operai sono stati così «denunciati per violenza privata», ha spiegato Leone. Il direttore di Rai1 ha poi escluso che i quattro possano essere ospitati alla “Vita in diretta”: «Chi si espone in un’occasione come il festival di Sanremo per protestare, per quanto per motivi di disperazione, non può avere un altro proscenio mediatico, perché potrebbe creare un effetto di emulazione generale. Ho dato quindi indicazione a tutti i programmi di evitare qualsiasi intervista». Intanto è stato il presidente della provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, a rilanciare: «Serate come quella che ha vissuto ieri sera Fazio a Sanremo noi amministratori campani le viviamo tutti i giorni. Tutti i giorni dobbiamo convincere gente disperata a scendere da balconate, o più semplicemente, a cessare un’occupazione. Ciò che l’Italia ha provato per una sera, da noi è triste quotidianità, a cui sinceramente non riesco ad abituarmi. Invito tutti a non sottovalutare questi episodi, sintomi chiarissimi di una pax sociale a rischio rottura». Per poi aggiungere: «Conosco bene quei lavoratori ed anche i disoccupati ed i dipendenti delle partecipate in difficoltà che ogni giorno scendono in piazza da mesi e mesi. Qualcuno magari ci marcia pure, ma la maggior parte di loro veramente se la sta vedendo brutta».


Videocredit: Repubblica.it

LA SOLIDARIETÀ DEL RAPPER ROCCO HUNT – Una dedica speciale agli operai è arrivata da Rocco Hunt, 19enne salernitano, al festival tra le nuove proposte con la canzone “Nu juorno buono” (un brano ispirato alla Terra dei fuochi che proporrà all’Ariston). «Qui a Sanremo canterò per due persone in più. I fatti di ieri mi hanno come galvanizzato: ho visto molta disperazione, che purtroppo è una costante della mia terra. Perciò propongo un pezzo pieno di speranza: una canzone, forse, può cambiare le cose», ha spiegato. «Spero che in futuro “nu juorno buono” arrivi anche per i precari, per i lavoratori che sono senza stipendio da mesi: mio padre lavora in una cooperativa e viene pagato ogni 4-5 mesi. Sicuramente non è un momento facile, ma a 19 anni voglio dire ai giovani che un futuro è possibile anche in questa nazione e per noi del Sud non al Nord», ha concluso, prima di intonare un free style dedicato ai giornalisti. Di qui la scelta di cantare in italiano: «La terra dei fuochi è tutta l’Italia: pensate ai rifiuti tossici anche al Nord, all’inquinamento diffuso, all’Ilva di Taranto». Ha anche incalzati i cronisti: «Non credo che noi rapper siamo i nuovi cantautori, ma siamo i nuovi giornalisti, che raccontano le cronache in rima», ha concluso.

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