Letta si dimette: ecco che succede adesso

Le dimissioni del presidente del Consiglio Enrico Letta aprono nuovi scenari politici. Al di là dei tempi e del processo attraverso il quale verrà affidato l’incarico a Matteo Renzi (con o senza sfiducia parlamentare dell’attuale premier) la staffetta alla guida del governo pone un serio e grosso problema relativo al programma e alla durata dell’esecutivo. Gli interrogativi sono più chiari che mai e sorgono dal fatto che il Partito Democratico, ieri molto compatto in direzione, ha sfiduciato Letta senza che il sindaco di Firenze, che gli succederà, avesse prima messo nero su bianco una bozza di punti programmatici sui quali basare l’azione politica futura.

 

Rai Uno - Matteo Renzi ospite a "Porta a Porta"

 

IL PROGRAMMA: RENZI AL CENTRO TRA FASSINA E ALFANO – Sia ben chiaro, Renzi esporrà i suoi obiettivi nel discorso con il quale chiederà la fiducia alla Camera e al Senato. Ma gli estremi della coalizione che dovrà sostenerlo, la minoranza Pd e il Nuovo Centrodestra fuoriuscito dal Pdl pochi mesi fa, stanno già fissando i loro paletti o esponendo timori. Stefano Fassina e Angelino Alfano, ad esempio. In un’intervista rilasciata a Repubblica l’ex viceministro dell’Economia, poche settimane fa bistrattato da Renzi con un’infelice battuta («Fassina chi?»), fa sapere di essere preoccupato per il rischio di «riproposizione (da parte del futuro premier, nda) della fallita ricetta liberista di tagli al welfare e di ulteriore deregolazione del mercato del lavoro». L’attuale ministro dell’Interno, invece, l’ala destra delle larghe intese a sostegno di Letta e Renzi, chiede espresssamente che il nuovo governo «non sia di sinistra». E, sul sostegno all’esecutivo guidato dal sindaco di Firenze, fa sapere: «Non diamo nulla per scontato, dipende dall’intesa programmatica che riusciremo a trovare».

IL TOTOMINISTRI – Determinati per la scelta dei nodi potrebbero essere gli incarichi di ministro affidati agli alfaniani, che attualmente occupano cinque dicasteri. Sono considerate probabili le riconferme di Alfano all’Interno e di Maurizio Lupi alle Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Sanità. Ma nella partita va considerato il valzer delle caselle che terrà banzo fino all’ultimo minuto. Quasi certi Graziano Delrio come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la conferma di Emma Bonino agli Esteri, Michele Vietti alla Giustizia, Lucrezia Reichlin all’Economia, Andrea Orlando all’Ambiente. Circolano poi voci di Oscar Farinetti, patron di Eataly, alle Politiche Agricole, e di Maria Elena Boschi alle Riforme. Per il dicastero del Lavoro sarebbero, infine, in bilico Guglielmo Epifani e l’economista Tito Boeri.

 

Firenze, Matteo Renzi ed Enrico Letta a Palazzo Vecchio

 

I TEMPI: INCARICO ENTRO UN PAIO DI GIORNI – Non è del tutto chiaro anche l’iter che condurrà al battesimo del governo Renzi. C’è chi, come Movimento 5 Stelle e Forza Italia, le uniche principali forze di opposizioni al nascituro esecutivo, cercano di dibattere quanto più possibile in Parlamento della staffetta, allo scopo di portare al centro dell’attenzione nel dibattito politico (e trarne quindi un vantaggio in termini di visibilità e consenso) gli scontri fratricidi all’interno del Pd. E c’è chi, invece, come il presidente della Repubblica, vuole chiudere la pratica nel minor tempo possibile. Delle possibili tabelle di marcia parla oggi con dovizia di particolari Umberto Rosso su Repubblica:

Il Colle chiamerà dunque il segretario del Pd a formare il nuovo governo. E lo farà in tempi strettissimi. Le consultazioni per risolvere la crisi, nata delle dimissioni che oggi Enrico Letta gli comunicherà formalmente, potrebbero cominciare subito dopo, e chiudersi nel giro di un paio di giorni.

Nella peggiore delle ipotesi l’incarico a Renzi potrebbe slittare a giovedì:

Studio alla Vetrata del presidente ‘riaperto’ dunque ai presidenti delle Camere, ai partiti della coalizione uscente, a quelli dell’opposizione. Dopo un week end di ‘processione’ politica al Quirinale, la chiamata per Renzi. Il sindaco avrebbe già pronta la lista dei ministri e il giuramento, secondo le voci più ottimistiche, potrebbe avvenire fra domenica e lunedì. Se è davvero questa la tabella di marcia a tappe forzate, già oggi nel pomeriggio il segretario generale del Quirinale Donato Marra potrebbe presentarsi nella Loggia alla Vetrata per comunicare il calendario delle consultazioni. Ma i tempi definitivi Giorgio Napolitano li valuterà oggi, verso le 12.30, quando Enrico Letta gli riconsegnerà il mandato da presidente del Consiglio. Sul tavolo del Colle c’è la richiesta del passaggio parlamentare sollevata a gran voce da Forza Italia e dai grillini. Il che farebbe slittare i tempi, con dibattito alla Camera magari lunedì, e incarico a Renzi attorno a giovedì.

(Fonte foto: archivio LaPresse)

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