Lucignolo ti spiega a cosa serve la marijuana libera

Liberalizzata in forma terapeutica in alcuni stati americani, venduta dallo Stato nell’Uruguay di José Mujica. La marijuana continua a far discutere anche in Italia, dove resta in vigore la proibizionista normativa Fini-Giovanardi, che equipara droghe leggere e pesanti e considerata tra le cause dell’affollamento carcerario. Anche Lucignolo si è occupato con un’inchiesta della cannabis, analizzando pro e contro, di fronte alle spinte di parte della società civile e della politica per la sua liberalizzazione. A Roma sabato è stata organizzata anche la “Marijuana march”, con diverse associazioni che hanno scandito slogan per chiedere l’abrogazione della normativa italiana, considerata repressiva.

Lucignolo Marijuana

LUCIGNOLO E L’INCHIESTA SULLA MARIJUANA – Il programma di Italia Uno ha spiegato di voler mostrare ai propri telespettatori i “due lati della medaglia”: «Da un lato i medici che la prescrivono, come terapia contro il dolore, dall’altro resta il racket che prolifera proprio per il fatto che la marijuana sia ancora proibita». Si mostrano le storie di una paziente che ha bisogno della cannabis per lenire le sofferenze della sua malattia, costretta a rivolgersi a un piccolo spacciatore, considerate le difficoltà per ottenere la “marijuana di Stato”, «troppo cara e poco rintracciabile», si spiega. «Un  conto è utilizzare la marijuana perché mi voglio divertire, un’altro è averne bisogno per la mia malattia», ha chiarito la donna malata intervistata da Lucignolo. «Per molti la marijuana è legato soltanto allo spaccio e alla strada, ma c’è un mondo legale, quello in cui la cannabis diventa una cura contro il dolore», si ascolta. Lucignolo nel suo servizio segue un piccolo spacciatore, in una notte come tante. L’uomo viene accompagnato durante le “consegne”. Non appena il pusher sale in macchina, cominciano le chiamate: «La prima canna? L’ho fumata quando avevo 15 anni. Lo spaccio? Quello molto più tardi. Avevo degli amici che mi avevano dato un assaggio della cosa», ha raccontato il piccolo spacciatore. «Come un assicuratore si trova i clienti che fanno delle polizze vita, ti guardi la rubrica e chiami quelli con i soldi. Li chiami e cerchi di vendere», ha continuato il pusher.

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LA CANNABIS TERAPEUTICA –  Lucignolo mostra poi un altro mondo, quello legale. Tra corsie d’ospedale e medici che usano la cannabis come terapia. Lucignolo fa visita anche al Cra, il centro per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura: «La canapa è sempre stata coltivata in modo legale dagli agricoltori, seguendo semplici procedure». I campi di applicazione sono diversi, da quello agricolo a quello medico. Ma c’è un problema, legato ai finanziamenti, come chiarisce uno dei responsabili del centro di ricerca: «Prevalentemente erano di origine ministeriale fino a pochi anni fa, poi sono diminuiti in modo drastico». Per Lucignolo se chi fa ricerca deve fare i conti con i fondi che latitano, in strada non sembrano esserci problemi. «Non stiamo a confondere il problema legalizzazione, con quello medico», chiarisce Francesco Crestani, un medico anestesista che prescrive medicinali a base di cannabis ai pazienti che non reagiscono in modo positivo alle cure tradizionali. Questa droga leggera per la ricerca può essere un importante terapia contro il dolore: «Dalla sclerosi multipla alle emicranie», diversi sono le patologie nelle quali la cannabis può essere utile.

 

COSTI ALTI PER LA CANNABIS MEDICA – Lucignolo ha poi intervistato Elisa, una paziente che ha provato a combattere la sindrome fibromialgica con le cure classiche. Ma senza effetto. Fino a quando ha fatto uso della cannabis terapeutica, tre anni fa: «Dolori muscolari, parestesie, stanchezza sono le conseguenze della mia malattia. Sono riuscito a combattere la  sintomatologia dolorosa attraverso la cannabis terapeutica», ha chiarito la donna. Ma le cure sono costose: «Questa scatola, circa 3 grammi (può durare anche tre giorni soltanto) mi costa 121 euro circa», ha spiegato la paziente. Se dovesse comprarla al mercato nero, pagherebbe invece dai 7 ai dieci euro. Per questo il rischio è che si spingano i malati, per ragioni economiche, a ricorrere alle vie illegali, come ha spiegato Lucignolo.

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