Le discariche svizzere che spaventano la Lombardia

01/02/2014 di Maghdi Abo Abia

Cosa pensereste se davanti a casa vostra un giorno vi trovaste un muro di 52 metri d’altezza per 145.000 metri quadri di materiali inerti piazzati in una discarica di fronte alle abitazioni private ma intoccabile perché sorge in un altro Stato? È la situazione vissuta ormai da anni dagli abitanti di Gaggiolo, frazione di Cantello, località in provincia di Varese che devono fare i conti con la discarica di inerti svizzera di Stabio, piazzata in prossimità del confine di Stato.

(Photocredit Infoinsubria)
(Photocredit Infoinsubria)

LA DISCARICA DI STABIO – La situazione di grave allerta e di esasperazione dei cittadini è conosciuta ormai da diversi anni. Nel 2005 Varese News spiegava che la montagna di rifiuti in questione, presente tra i cippi 117 e 118, era ormai visibile dopo che all’epoca aveva raggiunto i 30 metri d’altezza. Il comune nel 2005 confermò che ogni giorno venivano scaricate tonnellate di materiale teoricamente inerte ma al cui interno era rinvenibile amianto, vetri, plastiche, il tutto coperto con della terra. Gli svizzeri già allora non hanno manifestato il minimo interesse a chiudere la discarica in questione con i cittadini di Cantello che già da allora temono che temporali e piogge possano creare uno smottamento della terra in questione, memori di grandi colate di fango finite in Italia.

LA LOTTA CONTINUA – All’epoca i gestori scavarono una trincea larga cinque metri e profonda due a cinquanta centimetri di distanza dal confine che hanno poi riempito con rottami di cemento armato per facilitare il drenaggio. Un provvedimento inutile secondo gli abitanti della zona che all’epoca denunciarono come col vento finissero nelle loro case anche le polveri provenienti da una montagna comparsa nel 2000 e che ha coperto il sole alle abitazioni che fino a quattordici anni fa si affacciavano su una valle mentre oggi sono in ombra. Tre anni dopo sempre Varese News ci spiega che la discarica in questione iniziava ad essere osteggiata anche dagli svizzeri con la formazione di un apposito comitato che avrebbe combattuto contro la discarica di Stabio promettendo anche una class action per chiedere risarcimenti a favore delle famiglie della frazione di Gaggiolo.

(Photocredit Tio.ch)
(Photocredit Tio.ch)

LA POLITICA LOMBARDA UNITA – Sei anni dopo però le cose non sono migliorate. Anzi, per alcuni aspetti, nell’ottica degli abitanti di Gaggiolo, sono addirittura peggiorate. La Regione Lombardia, come riferito da Rete Svizzera Italiana, ha chiesto alla Svizzera di agire nell’interesse degli abitanti della frazione di Gaggiolo, nella figura della Commissione Ambiente e Protezione Civile e della Commissione «Rapporti tra Lombardia, Confederazione Elvetica e Province Autonome», attraverso due risoluzioni votate all’unanimità, con l’appoggio quindi dei partiti presenti, ovvero Pd, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle. I cittadini hanno dichiarato che saranno pronti a bloccare le strade d’accesso al Ticino se cresceranno altre montagne artificiali, mentre la Lombardia si pone come mediatore. Palazzo Lombardia ha stilato una risoluzione su tre punti che prevede un incontro con il Consiglio di Stato ticinese, la richiesta di misure di mitigazione per gli impianti ambientali di origine transfrontaliera nell’area lombarda interessata e si cercherà una maggiore condivisione delle procedure di realizzazione di impianti rilevanti sotto il profilo ambientale.

IL NUOVO IMPIANTO DI RICICLO – La Lombardia auspica un incontro o comunque una discussione. In attesa di una risposta da Lugano, Ininsubria propone uno spaccato della situazione attuale nella frazione di Gaggiolo. Come anticipato in precedenza, il cumulo di rifiuti ha raggiunto quota 54 metri d’altezza, con le autorità ticinesi che stanno pensando di realizzare un’area per il riciclaggio ed il deposito provvisorio di materiali inerti per una superficie di 14.000 metri quadri e la presenza di un frantoio e di un vaglio per sminuzzare i residui della discarica. Strumenti che verranno posizionati anche loro in prossimità del confine italiano. Inoltre nell’area, dal lato svizzero, non ci sono abitazioni, mentre in Italia capannoni e case residenziali sono a pochi metri, letteralmente, dal confine.

(Photocredit Laprovinciadivarese.it)
(Photocredit Laprovinciadivarese.it)

MATERIALI CONTENENTI AMIANTO? – Ed i cittadini temono che oltre al bitume, al gesso, al calcestruzzo, alla montagna, ai camion, alle infiltrazioni d’acqua, agli inerti ed alle polveri si possa aggiungere il rumore continuo delle macchine macina-rifiuti, con altre polveri. La questione poi assume contorni spinosi perché i cittadini dal lato italiano non sanno cosa ci sia dentro gli inerti. Il timore è che nella discarica ci possano essere residui di amianto. Del resto, come conferma il Canton Ticino nel suo sito istituzionale, la legge locale prevede che lo smaltimento del materiale con amianto fortemente agglomerato avviene di regola con il deposito in discarica per inerti. Questo non accade in caso di materiali fortemente danneggiati come frantumi fini o residui di manipolazioni scorrette tipo levigatura o lavaggio a pressione che potrebbero contenere amianto in matrice friabile. Nel Canton Ticino ce ne sono otto ed una di queste è proprio quella di Stabio. Tuttavia, nella scheda di discarica non si prevede la presenza di rifiuti contenenti in maniera specifica amianto anche se è presente materiale di demolizione non separato. 

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