Spagna, la tragedia dei bambini rubati e venduti

L’ultimo colpo di coda della dittatura di Francisco Franco non fa dormire moltissime famiglie

Qualcosa non va in Spagna: molte famiglie continuano a doversi confrontare con la tragedia dei bambini rubati, dei bambini spariti. Figli di famiglie notoriamente di sinistra che la dittatura militare di Francisco Franco avrebbe preso e venduti in adozione a famiglie che se li potevano permettere. Una pagina orribile della storia spagnola che riemerge in questi giorni e ci racconta tutto il New York Times: molte famiglie, ora, si stanno rivolgendo ai tribunali per capire che fine possano aver fatto i loro figli rubati.

BAMBINI VENDUTI – Secondo il quotidiano della Grande Mela il fenomeno potrebbe arrivare a coinvolgere “migliaia di bambini”.

L’ultima settimana, la 78enne Concepcion Rodrigo Romero si è aggiunta ai ranghi rapidamente in ascesa di genitori spagnoli che si stanno rivolgendo alle corti per scoprire il fato dei loro bambini. La signorina Rodrigo Romero, ha dato alla luce un bambino prematuramente nel 1971. Il dottore nell’ospedale di Siviglia le disse che aveva avuto un bambino, che era piccolo ma “sano e capace di diventare molto più grande”. Il dottore non è mai più riapparso, e lei non ha mai più visto suo figlio.

In seguito alla famiglia venne detto che il bambino era stato mandato “ad un altro ospedale per accertamenti, ma era morto”. I Romero non hanno mai creduto a questa versione: “So che mio figlio mi è stato rubato”, dice ora la madre; “l’ho sempre saputo, l’ho sempre creduto”. E sono moltissime le famiglie che pensano alla stessa maniera; figli rubati, solo perché i propri genitori erano di una fede politica diversa: il problema è che questi casi ora sarebbero tutti coperti da prescrizione, rendendo impossibile ogni vicenda legale sulla faccenda. Questo nonostante Baltasar Garzón, il più noto giudice spagnolo, avesse tentato nel 2008 un’indagine sul tema: “I bambini continuarono a scomparire dal 1950 al 1990, ben oltre le dimissioni di Franco nel 1975”, scrive il Times, sottolineando come quella che nacque come una vicenda politica continuò come tratta di bambini da criminalità comune, apolitica ma in ogni caso terribile. Dall’altro lato, i bambini che hanno saputo di essere stati adottati dopo essere stati rubati dalle rispettive famiglie, hanno fondato un’associazione, che si chiama Anadir.

Antonio Barroso, il presidente di Anadir, dice di credere che la Spagna è diventata il centro operativo di bande del traffico internazionale, con molti neonati venduti in adozioni oltremare. L’effettiva probabilità di queste operazioni è una delle domande senza risposta poste dalla silenziosa processione di parenti e ragazzi nei mesi recenti.

Secondo Anadir molti casi sono ancora “anonimi” e hanno tutto l’interesse a rimanere al coperto. Anche alcune suore avrebbero “venduto” bambini, ma “nessun commento da parte della Chiesa Cattolica.

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