Piero Angela contro Stamina e i giornalisti creativi che amano gli pseudoscienziati

Il giornalismo italiano ha «responsabilità» sugli errori del caso Stamina e sulla propaganda di presunte cure miracolose. A spiegarlo, durante un’intervista con l’Unità, è stato Piero Angela, dopo le accuse di parzialità mosse nei confronti de “Le Iene e le critiche della senatrice a vita Elena Cattaneo e dai due scienziati Michele De Luca e Gilberto Corbellini (storico della medicina) al programma dell’autore Davide Parenti.

Stamina-Usa-Andolina

 

PIERO ANGELA: «STAMINA? ANCHE GIORNALISTI RESPONSABILI» – Secondo il giornalista scientifico, fondatore del Cicap – un’organizzazione che promuove un’indagine scientifica e critica sul paranormale e le pseudoscienze, ndr – , da parte della stampa italiana emerge un’attenzione eccessiva verso quelli che definisce «inventori», espulsi ed esclusi dalla comunità scientifica perché «non rispettano le regole». Non si tratta di una novità storica, ma secondo Angela «nella società dell’informazione e della conoscenza» oggi i giornalisti sono considerati «ancora più responsabili». Già negli scorsi mesi il volto storico della Rai aveva messo in guardia contro l’influenza degli pseudoscienziati, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Voce del Popolo: «Il nostro Paese non ha ancora capito l’importanza della ricerca e la maggior parte dell’informazione è assente in questi campi. Questo da voce a fantomatici personaggi che commentano a vanvera argomenti sensibili e delicati, come nel famoso caso Di Bella. Fare passare la voce di scienziati, che fanno questo di mestiere, è molto difficile», spiegò il giornalista scientifico, denunciando lo spazio concesso a chi «assecondava il clamore e la speranza». Concetti ribaditi all’Unità: secondo Angela chi parla di temi scientifici dovrebbe essere competente, ma «certa stampa» preferisce lasciare la parola agli “inventori”.

STAMINA, PIERO ANGELA E LE ACCUSE CONTRO I MEDIA – Angela ha anche ricordato il profilo tracciato circa trenta anni fa dall’American Cancer Society, per permettere ai quotidiani di comprendere i venditori di fumo che azzardavano scoperte di cure miracolose.

«Quali sono i tratti principali di questi personaggi? Non appartengono alla comunità scientifica, ma ne sono ai margini o, a volte, fuori del tutto; dicono di avere una cura miracolosa ma non presentano mai le loro ricerche secondo le regole della scienza; invece di rivolgersi a riviste specializzate si rivolgono a stampa e tv; accusano la comunità scientifica e i baroni di avere paura della loro scoperta e di ostacolarla per i loro interessi personali; mobilitano i parenti dei malati; non rivelano in cosa consiste la cura miracolosa; minacciano di andare all’estero perché il loro Paese non li sostiene; infine, trovano nella stampa e nella televisione persone che li aiutano, di solito giornalisti che non hanno competenze in campo scientifico».

Un identikit nel quale, se si analizzano le accuse di parte del mondo della scienza, si possono ritrovare diverse critiche mosse già da tempo al metodo Stamina. «Nella scienza, al contrario della politica, non ci sono opinioni,ma solo fatti, ovvero dati. E la pubblicazione dei dati deve essere controllata. Se il cronista non mi spiega questo è irresponsabile», ha aggiunto Angela.

“LE IENE” SOTTO ACCUSA – Anche Cattaneo e diversi scienziati hanno accusato il programma televisivo Le Iene di aver «trasfigurato i fatti provati che condannavano il metodo Stamina». Con tanto di critiche sugli errori commessi: «La libertà di stampa non è un valore negoziabile, ma deve essere responsabilizzata. Le Iene hanno gravi colpe nell’avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, l’”inganno Stamina”», avevano denunciato in una lettera. Era stato l’autore Davide Parenti a replicare, allontanando le ombre sul suo programma e scaricando sullo Stato il pasticcio sul “metodo” messo a punto da Davide Vannoni. Secondo Piero Angela l’influenza sull’opinione pubblica e sui media degli “inventori” dipende anche dalla mancata abitudine a ragionare con metodo scientifico: «Nelle scuole italiane si insegnano le materie scientifiche, ma non si insegna quasi mai la scienza, ovvero le regole di base che permetterebbero di capire se chi annuncia di aver fatto una scoperta è credibile o no», ha concluso il giornalista scientifico.

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