Italicum: arriva la legge elettorale di Matteo Renzi, caos nel Pd

LEGGERE ELETTORALE: FASSINA E IL CAOS DIMISSIONI – Stefano Fassina ha duramente criticato l’attacco di Matteo Renzi a Gianni Cuperlo, durante la direzione del Pd, per l’elezione in liste bloccate. Ciò nonostante è passata la notizia di una sua richiesta di dimissioni di Gianni Cuperlo. Cosa che l’ex uomo a Palazzo Chigi ha prontamente smentito. Sul messaggio renziano aggiunge: «E’ stato un passaggio inaccettabile», ha spiegato l’ex viceministro contattato telefonicamente. Fassina ha raccontato di avere lasciato la sala prima del voto sulla relazione proprio in polemica con il segretario. «Se fossi rimasto, comunque, mi sarei astenuto come gli altri», ha detto. Nessuno scontro invece con Cuperlo: «Smentisco categoricamente di averne chiesto le dimissioni», ha assicurato.

 

 

LEGGE ELETTORALE: “CUPERLO ABBANDONI PRESIDENZA” – E intanto partono gli attacchi dall’ala renziana. Quella vecchio stampo, per dire: «Cuperlo lasci la presidenza del Pd. Il livore e l’astio che hanno caratterizzato il suo intervento contro il segretario Matteo Renzi rendono evidente che non è in grado di garantire la terzietà richiesta da un ruolo di garanzia, come quello che ricopre». A dirlo, alle agenzie, la senatrice Rosa Maria Di Giogi, membro della Direzione nazionale del Pd. «Le parole di Cuperlo – prosegue la senatrice Di Giorgi – tradiscono gli elettori delle primarie e rappresentano in modo esemplare un vecchio modo di fare politica, quello che ci ha regalato un ventennio di immobilismo e che oggi non accetta di riconoscere i meriti di chi è riuscito a dare concretezza a materie complesse come le riforme istituzionali e la legge elettorale. La politica è mediazione e questo vuol dire mettersi a un tavolo e trattare anche con un avversario storico, come è l’altro grande partito del nostro Paese. Grazie a Renzi, l’Italia ha ripreso a muoversi». Nel mentre su twitter si commenta “l’abbandono”:

 

 

LEGGE ELETTORALE RENZI PASSA IL VOTO – Contrari nessuno, 34 astenuti: il dispositivo viene approvato con 111 sì, “a larghissima maggioranza” dicono. Non senza polemiche?

 

 

 

LEGGE ELETTORALE RENZI: LA RISPOSTA DI ALFANO – «Ok all’impianto della legge elettorale, ma no al Parlamento dei nominati. L’impianto della legge elettorale, presentato da Renzi, va bene e contiene molte nostre indicazioni strategiche e fondamentali per la governabilità e per rappresentare bene i cittadini italiani in Parlamento». Così il leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano, sulla proposta di legge elettorale presentata dal segretario del Pd, Matteo Renzi a Italpress. «Rimane irrisolto, nella proposta di Renzi, il delicatissimo tema del Parlamento dei nominati – aggiunge -, vedi caso l’aspetto peggiore del ‘porcellum’, il più odiato dagli italiani. Su questo continueremo a dare battaglia nel Parlamento e nel Paese, per dire una cosa molto semplice: i parlamentari (listini o listoni bloccati poco cambia) li scelgono i cittadini e non i segretari del partiti. Chiediamo troppo? No. Chiediamo il giusto. Non per noi, ma per gli italiani», conclude Alfano.

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: SCONTRO CON CUPERLO, ABBANDONA LA SALA- Entro le elezioni europee ci sia in prima lettura un passaggio delle riforme costituzionali. Il segretario pone il punto: «La riforma deve esser approvata entro maggio mettendo davanti il fatto che per votare si va almeno dal 2015. Sulla costiuzionalità però niente scherzi. Rileggiamo la sentenza laddove si ammette l’uso di circoscrizioni piccole e collegi uninominali. Come si può ragionare sulla presunta incostuzionalità del premio di maggioranza? Io sono d’accordo per chi si astiene per livello politico. Ok, ma non se ci si basa sulla costituzionalità. Ce l’hanno insegnato anche quelli che non vengono da Azione Cattolica caro Franco (Marini ndr)». Il fiorentino ironizza ma morde, parte qualche sorriso in sala. Poi Renzi risponde a Gianni Cuperlo: «Gianni, questo intervento delle primarie l’avrei sentito da chi non è passato dalle primarie. Non so, da Fassina, eletto con dodici mila voti. Gianni, avrei voluto sentirti parlare di preferenze quando vi siete candidati senza fare le primarie. Questo è il luogo della verità e franchezza?», chiede provocatoriamente. Si alzano cori di no in sala. «Non è accettabile che il tema primarie venga messo ora in modo strumentale», rincara Renzi puntando il dito sulle parole del presidente. Cuperlo (contro le liste bloccate) nel mentre lascia la sala. Prima del voto. Renzi lo fa notare in diretta streaming: «Mi spiace che Gianni abbandoni ora la sala».

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LEGGE ELETTORALE DI RENZI: LA REPLICA FINALE – «Il partito non deve temere divisioni all’interno degli organi. Sottilineo che sia un valore un confronto franco. Vorrei raccontarvi di Roberto Giachetti e della sua mozione a maggio. Qualcuno ha pensato al sgambetto al governo, fatto sta che però in quella discussione, dove non ricordo parole forti da parte di chi oggi si scandalizza. Ricordo però chi ha parlato di un segnale di Giacchetti bellissimo. I miei amici andarono in minoranza. Lo dico perché è giusto che chi non è d’accordo si esprima. Poi vale il principio del fatto che dopo il partito viaggia compatta. Io voglioo fare della direzione un luogo vero. Non a caso ne ho convocate due nel giro di pochi giorni. Deve esser chiaro che è un luogo in cui si discute, poi una volta che si devcide si va avanti in una direzione. «Ringrazio i seniores e juniores… No no scout Franco evito di dirvi». Il segretario ironizza in sala. Non sono di azione cattolica… Ecco con questo ci siamo giocati il voto di azione cattolica. Sarà contento Ncd», ironizza.

 

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: L’APPOGGIO DI VELTRONI – Anche Walter Veltroni appoggia la proposta di Matteo Renzi così come hanno fatto Dario Franceschini e Piero Fassino. E come loro, anche Veltroni benedice i colloqui con Forza Italia: «Il metodo è quello giusto, si deve decidere con gli altri le regole del gioco. Se non si discute con tutti si fanno disastri. Io provai con Berlusconi a scrivere le regole come stiamo facendo adesso, ma non ci riuscii perché Berlusconi era troppo forte. Mai come oggi, il nostro Paese e’ sull’orlo di una crisi molto forte, perché il combinato disposto della recessione e della crisi istituzionale rischia di avere un peso molto forte sul nostro Paese. È quando si verificano crisi istituzionali ed economiche che i Paesi conoscono le loro stagioni più buie. Come diceva Calamandrei: le democrazie muoiono per incapacità di decidere».

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: LA CONVINZIONE DI FASSINO – Piero Fassino, sindaco di Torino, interviene nel dibattito nella sede del Pd chiedendo di sostenere la proposta: «Questo è un passaggio di straordinaria importanza, gestito con una tempestività per la politica italiana davvero eccezionale. Bisogna però sapere che questa sfida diventa dirimente sia se riesci a vincerla si a se non la vinci. Abbiamo il dovere di sostenere con grande convinzione la proposta che ci viene presentata. Questa è una proposta che sblocca, perché altre proposte che possono piacere di più hanno portato all’impasse».

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: PRESENTI LE LISTE BLOCCATE – La proposta di Matteo Renzi prevede ancora la presenza di liste bloccate e corte:

Le liste sono bloccate e corte, per cui vale l’ordine di presentazione in lista ai fini dell’attribuzione dei seggi utilizzando criteri che garantiscano il riequilibrio di genere. Per il Senato della Repubblica: Fermo restando l’impegno ad eliminare l’elezione diretta dei membri del Senato, tuttavia, quale “clausola di salvaguardia”, occorre inserire delle disposizioni medio tempore applicabili anche per il Senato. Per il Senato sono quindi stabilite le medesime modalita’ di assegnazione dei seggi, con le stesse percentuali e soglie di sbarramento della Camera. Per garantire l’elezione a base regionale prevista dall’articolo 57 della Costituzione e’ stabilito un metodo che assicuri l’attribuzione dei seggi anche del premio sul base interamente regionale. Piu’ in generale, l’impianto delle norme per il Senato e’ analogo a quello per la Camera. La discussione sul testo normativo deve essere iniziata in Aula alla Camera entro il 27 gennaio 2014.

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: LA LEGGE ELETTORALE – A seguire l’agenzia Dire propone il testo di riforma della legge elettorale presentata da Matteo Renzi alla direzione del Partito Democratico:

Il modello prevede una distribuzione dei seggi con metodo proporzionale, con l’assegnazione di un premio di maggioranza eventuale e limitato e l’attribuzione dei seggi su base nazionale. In particolare, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano conseguito il maggior numero di voti viene attribuito un premio di maggioranza pari al 18% del totale dei seggi in palio. Tale premio tuttavia viene assegnato esclusivamente se la lista o la coalizione di liste maggiore ha conseguito almeno il 35% dei consensi. In seguito all’attribuzione del premio di maggioranza una lista o una coalizione di liste non puo’ in ogni modo ottenere un numero di seggi superiore al 55%. L’eventuale parte del premio eccedente viene redistribuita fra le altre liste o coalizioni. Qualora nessuna lista o coalizione di liste raggiunga la soglia, si svolge un secondo turno di ballottaggio fra le prime due liste o coalizioni di liste. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti. Alla lista o coalizione di liste che risulta vincitrice viene attribuito un premio di maggioranza pari al 53% del totale dei seggi in palio. I restanti seggi vengono distribuiti proporzionalmente a tutte le altre liste e coalizioni di liste. Le soglie di sbarramento sono pari al 12% per le coalizioni, al 5% per le liste coalizzate e all’8% per le liste non coalizzate. Sono introdotti criteri per evitare il fenomeno delle c.d. “liste civetta”. I seggi vengono distribuiti su circoscrizioni molto piccole (da 4 a 5 seggi in palio al massimo), in modo che i nominativi dei candidati possano essere stampati direttamente sulla scheda.

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: LA RIFORMA DEL TITOLO V – L’agenzia Dire diffonde il testo della proposta di riforma presentata da Matteo Renzi alla direzione del Partito Democratico e che dovrà essere votata dal Partito: Per quanto riguarda la riforma del Titolo V della Costituzione, deve prevedere l’eliminazione della materia concorrente.

Ritornano di competenza statale alcune materie tra cui: 1) Grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione nazionale e relative norme di sicurezza; 2) Produzione, trasporto e distribuzione nazionale di Energia; 3) Programmi strategici nazionali per il turismo. Per ragioni di sistema si segnala anche che contestualmente alla riforma del titolo V si procedera’ all’eliminazione dei rimborsi elettorali per i consiglieri regionali e l’equiparazione dell’indennita’ dei consiglieri regionali a quella del sindaco della citta’ capoluogo di regione. I relativi provvedimenti devono essere presentati in Parlamento entro il 15 febbraio 2014. Riforma del Senato La riforma del Senato deve portare al superamento del bicameralismo perfetto. Il voto di fiducia al Governo spetta solo alla Camera dei Deputati. Il Senato della Repubblica viene trasformato in Camera delle autonomie, con l’eliminazione di elezione diretta dei suoi membri e di ogni forma di indennita’. La trasformazione del Senato comportera’ una significativa riduzione del numero dei Parlamentari. I relativi provvedimenti devono essere presentati in Parlamento entro il 15 febbraio 2014

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: IL NODO DELL’UNITÀ DEL PD – Franceschini ha continuato il suo intervento spiegando quanto sia importante per il Partito Democratico rimanere unito: «Il valore di un nostro segnale unitario deve prevalere sui dubbi che ciascuno puo’ avere su un aspetto o su un altro. Anche se oggi ci puo’ essere una discussione sul merito, vorrei che ci fosse un voto della direzione e che dal giorno dopo si sostenga tutti insieme questa proposta. Dobbiamo dire ai nostri elettori che non ripeteremo gli errori del passato, sennò non ci capirebbero più». E per quanto riguarda l’accordo con Forza Italia, per Franceschini questa è la scelta giusta: «Abbiamo sbagliato anche noi quando abbiamo fatto una modifica costituzionale a maggioranza. C’è un problema numerico. Sarebbe rischioso avventurarsi in una riforma del genere con sei voti di maggioranza al Senato».

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: L’ALLARME DI FRANCESCHINI – Dario Franceschini è intervenuto alla direzione nazionale del Pd lanciando un avvertimento chiaro qualora non si riuscisse a cogliere anche quest’occasione: «Siamo arrivati al punto di saturazione, un altro fallimento sarebbe fatale per la tenuta del sistema. Può essere che questa situazione di fragilità ci consenta di fare quello che non si è riusciti a fare in passato. A volte capita che si riesce a fare delle cose che quando tutto è stabile non si riesce a fare». E per quanto riguarda il nodo delle preferenze, Franceschini chiarisce: «Il Pd non si è mai espresso per le preferenze e la nostra scelta per rafforzare il rapporto con gli elettori è sempre stata quella dei collegi uninominali».

LEGGE ELETTORALE DI RENZI: SI O NO? – Il dibattito prosegue, dopo le critiche esposte da Cuperlo:

E parla Minniti… Dopo l'”occhio” della Zampa. «Ti avverto che caro Matteo tutti ci dicono andiamo avanti e molti diranno non abbiamo capito bene…».

 

CUPERLO CRITICA RENZI – Gianni Cuperlo prende parola sul merito della proposta: «Non esiste alcun pregiudizio e in questo senso l’accellerazione è stata positiva. Ma non esiste una minoranza che vuole boicottare il processo riformatore. La prima cosa da dire è positivo che sul tavolo ci sia un trittico di proposte collegato a tutto questo c’è un nodo politico sulla tenuta di governo su cui si decide anche nostra credibilità. La via tracciata va nella direzione giusta ma la proposta di legge elettorale non convince perché non garantisce una rappresentanza adeguata, nè ragionevole governabilità e diritto di scegliere i propri rappresentanti». Insomma bene Seanto, Titolo V ma sulla legge di per sè (specialmente no alle preferenze) no. Cuperlo parla di “dubbi di costituzionalità”. Con il doppio turno c’è una prima risposta ma per il rappresentante Pd è parziale. Secondo lui il doppio turno invalida. Le lsite bloccate rischiano di diventare un “diversivo”: «Nel fatto che un elettore è convinto di destinare il voto ad una persona, ma potrebbe contribuire ad elezione per altri, magari sconosciuti, avanzati da una altra circoscrizione. Si potrebbero avere nuovi ricorsi alla Corte. Non per polemica ma francamente l’idea di farsi riscrivere la seconda volta la legge elettorale è inconcepibile». E poi l’affondo sull’aut aut di Renzi: «Si decide che se non si vota questa proposta elettorale non si votano 3 milioni di italiani? Allora però è inutile convocare la direzione del partito. Via… Funziona così un partito? Io spero di no». Sembrerebbe quasi che Cuperlo boglia chiedere il referendum tra gli iscritti. Istituto mai usato durante la segreteria Bersani, anche quando era stato chiesto.

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DIREZIONE PD E IL CAPPOTTO DI D’ALEMA – Prende parola Zanda sulla proposta di Renzi. Nel mentre D’Alema perde il cappotto… in tutti i sensi.

 

RENZI E IL SUO O TUTTO O NIENTE – «Le primarie non sono più la scelta di un segretario ma sono state un referendum sul segretario. Attraverso questa operazione il governo riuscirà a fare quello che deve fare. Quando c’è da fare le regole del gioco le si fanno insieme. In passato le nostre idee sono state soffocate o dalla sudditanza di berlusconi o dal ricatto dei partitini. Se la direzione non vota questa proposta elettorale sappia che sta rifiutando non la proposta del segretario ma la proposta di 3 milioni di italiani». O tutto o niente. Il segretario va in all in.

 

RENZI E BERLUSCONI -Elezione diretta dei senatori da eliminare entro il 2015. «Sui collegi plurinomiali mi pare che la Corte COstituzionale sia molto chiara. Punto due. Io vorrei esprimere la mia gratitudine per accettare che Silvio Berlusconi ha accettato di venire alla sede Pd. Mi dicono, ok parlare con Forza Italia ma non con Berlusconi. Non capisco con chi avrei voluto parlare con Dudù? Le polemiche dei membri di questa assemblea mi paiono strumentali. La legittimazione politica deriva dal consenso dei propri elettori. E pensare che ho resuscitato Berlusconi può servire per la teologia ma cozza con la realtà».

 

ITALICUM E LE SOGLIE – Premio di maggioranza al massimo del 18 per cento, che porti dal 35% a un massimo di 55 e a un minimo di 53 dei seggi. «Doppio turno con ballottaggio secco non tra candidati premier ma tra due coalizioni che senza possibilità di apparentamento righiochino e chi vince quella sfida arriva al 53 per cento. Non è una riforma ‘à la carte’», spiega Renzi. Ovvero 5% per cento per i partiti coalizzati, 8% per cento per chi non si coalizza 12% per cento per le coalizioni. «Evitiamo le liste civetta. L’accordo politico raggiunto non prevede la preferenza. Quindi chi pensa di usare strumentalmente questo argomento lo faccia ma noi mettiamo colleggio plurinomimale di 4 nomi». Cita Marta Giovannini e il collegio uninominale di Alba per spiegare la proposta di legge elettorale.

RENZI CONTRO I PARTITINI – Si va con la ripartizione nazionale. No al potere dei partitini. Renzi ricorda la caduta di Prodi nel 2006 e l’agglomerato da Mastella, Dini, Di Pietro. «Una coalizione di Biancaneve e i sette nani che ha fatto saltare in aria la prospettiva di sviluppo. I partittini hanno ucciso quell’idea lì. In molti hanno criticato Berlusconi ospite nella nostra sede Pd. Beh, molti di quelli che me l’hanno detto lo volevano portare a Palazzo Chigi».

 

MATTEO RENZI E LO SHOWMAN GRILLO CIAT CICERONERenzi risponde a Grillo: «Mi ha definito showman, che detto da lui è un complimento. Vorrei dire al collega showman. Fino a quando continuerai ad abusare dell’intelligenza dei tutoi deputati e senatori, spesso più appassionati, che continuano a dare segnali, grida di dispiacere sull’autorelegazione del bllog. FInoa quando Beppe Grillo continuerai a tenere chiusa la porta a chiave. Fino a quando caro collega showman, e ti nasconderai nelle elezioni. In Sardegna sei scappato. FIno a quando penserai che noi staremmo qui a non dirvi la verità. Il MoVimento 5 Stelle era la speranza di un cambiamento che però non c’è stato. Caro Grillo non servi più perché la politica la cambiamo noi».

 

MATTEO RENZI E IL TITOLO V – Renzi ironizza sul suo nome «Chi mi dice Fonzie, chi Renzie: ognuno va come vuole». «Sul titolo V abbiamo sbagliato. Il titolo V non significa una assoluzione delle magagne dello Stato perché le regioni sono da valorizzare e coinvolgeremo anche i governatori. Abbiamo contatto con Vasco Errani». Centralità dello Stato in primis ma è “assurdo” presentarsi in modo “variegato”. Non solo il segretario mette il punto sulla richiesta che i consiglieri regionali guadagnigno tanto quanto i sindaci del capoluogo. Doppio passaggio quindi. «Noi immaginiamo di portare alla Camera la riforma Delrio che non consente di continuare con le Province. Era un impegno preso alle primarie».

I PUNTI ITALICUM: VIA BICAMERALISMO PERFETTO – «Il superamento del Senato non parte dal bisogno di riduzione della spesa pubblica. Il bicameralismo è imperfetto. Noi dobbiamo decidere se stare nella politica o fare il bar dello sport. I paletti sono il superamento dell’eliminazione voto fiducia a Senato, eliminazione della elezione diretta dei membri e indennità…». Venti giorni di tempo per discutere sui “tecnicismi”. Dalla seconda metà febbraio si punta ad un ddl condiviso. «Ho discusso qualche minuto fa col vicepresidente Alfano di questo. L’accordo oggettivo che si è trovato con Fi è un buon passo».

 

ITALICUM E MATTEO RENZI – Matteo Renzi prende parola dopo gli applausi in sala: «Oggi io sono a formularvi non un generico invito o un seminario o l’istitutzione di una commissione o la creazione di un tavolo. Dopo poco più di un mese noi lanciamo un accordo su cui la DIrezione vota e trasmettiamo ai gruppi parlamentari ma che è tale: un accordo. Il Pd oggi dice agli italiani questa è una proposta concreta con tempi certi».

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LA DIREZIONE PD E INNO ALLA GIOIA PER ABBADO -«Sono sempre stato profondamente convinto che la musica…» Inizia così il ricordo dalla direzione Pd di Claudio Abbado, tramite la lettura di Gianni Cuperlo. «La musica è necessaria alla vita può cambiarla miglioralrla e in alcuni casi salvarla. Noi lo ricordiamo con un minuto non di silenzio ma di musica». Ed ecco che partono le note della sua orchestra. Inno alla gioia.

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Cuperlo ricorda anche il bimbo di tre anni bruciato in Calabria.

LA DIREZIONE DEM E IL CIRCO MEDIATICO – Intanto, in attesa che lo streaming parta, Patrizia Prestipino annuncia il suo arrivo a Largo Nazareno, commentando così i colleghi vogliosi di dichiarazioni:

Si riferirà ad Orfini?

DIREZIONE PD ECCO LO STREAMING – Ecco qui la diretta streaming di YouDem:

 

IL CAMPANELLO DI ORFINI -Calca e ressa all’ingresso della sede Pd. Orfini viene circondato da telecamere e microfoni. Qui uno scatto con Zoro in primo piano che mostra il campanello attorno all’esponente democratico.

 

ITALICUM E POLEMICHE – «Occorre fare una legge elettorale condivisa e anche con dei compromessi», spiega Roberto Giacchetti a Sky tg 24. E sulle polemiche: «Silvio Berlusconi è ancora capo di Forza Italia, di che dobbiamo discutere?». Danilo Leva del Pd ha invece aggiunto sulla stampa: «Le liste bloccate sono utili solo a Silvio Berlusconi». Il costituzionalista Ceccanti, ospite in collegamento su Sky, spiega invece come le liste bloccate siano comunque costituzionali.

 

LA LEGGE ELETTORALE SI ASPETTA CON LA MUSICA DI ABBADO -Si aspetta la direzione Pd con le note del concerto di Claudio Abbado, in ricordo del senatore a vita e grande maestro d’orchestra morto stamane a Bologna. Intanto via twitter è possibile seguire l’attesa per la direzione Pd dove il segretario Renzi presenterà la nuova legge elettorale, dopo l’incontro avuto questo week-end con Silvio Berlusconi a Largo Nazareno.

 

 

 

LA LEGGE ELETTORALE DI MATTEO RENZI – Si chiama Italicum, ed è il nome di battesimo della nuova proposta di legge elettorale, frutto dell’incontro di sabato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Dopo un weekend di fuoco, il segretario del Pd ha incontrato nel primo pomeriggio di oggi Angelino Alfano, leader del Nuovo centrodestra e ministro dell’Interno, in un faccia a faccia arrivato un’ora prima della presentazione ufficiale della proposta di riforma elettorale al Partito Democratico.

 italicum legge elettorale

ITALICUM, L’INCONTRO TRA RENZI E ALFANO – Un incontro definito da molti «delicato» quello tra Renzi e Alfano, il quale non ha gradito di essere stato messo da parte nelle fasi più cruciali della discussione della nuova legge elettorale e che viene coinvolto solo a cose fatte. Secondo quanto si apprende, infatti,  l’indicazione del doppio turno di coalizione sarebbe stata già discussa e sostanzialmente «chiusa» nel corso dell’incontro di sabato tra Renzi e Berlusconi al Nazareno, una proposta che sarebbe venuta direttamente dal segretario del Pd. Non solo. Lo stesso Renzi dovrebbe annunciare in direzione la decisione di ricorrere alle Primarie per scegliere i parlamentari: una scelta che, secondo le agenzie servirà al leader Pd anche in chiave interna, considerati i malumori della minoranza per la presenza nell’italicum di liste corte bloccate.

Guarda le foto: 

ITALICUM, LA LEGGE ELETTORALE CONTRO LE LARGHE INTESE – Quindi, in sostanza, l’Italicum si presenta come un doppio turno senza preferenze, con mini liste bloccate con quattro-sei candidati, soglia di sbarramento e, per chi supera il 35%, premio di maggioranza del 15%. Se invece nessuno raggiunge questa soglia si va al ballottaggio. Un sistema spagnolo riveduto e corretto che, di fatto, sbarra la strada alle larghe intese e che elimina «il potere di veto dei piccoli partiti».

 

 

L’ITALICUM E LE POLEMICHE – Le polemiche, però, non si placano sopratutto a seguito dell’ormai celeberrimo incontro al Nazareno avvenuto sabato tra il segretario del Pd e l’ex senatore e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. All’indomani dell’incontro il Partito Democratico si era spaccato: Stefano Fassina aveva detto di «essersi vergognato», mentre Gianni Cuperlo aveva rimandato ogni giudizio alla visione della proposta di legge. Anche Per Luigi Bersani, a cui Renzi si è recato a fare visita in ospedale, avrebbe storto il naso davanti all’incontro tra i due e, oltre alla delusione di Alfano, si è levata anche la voce di Beppe Grillo che aveva parlo di “un’allucinazione”.

(Photocredit: LaPresse)

 

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