L’arcivescovo polacco che costringeva i bambini al sesso orale

16/01/2014 di Dario Ferri

La Chiesa cattolica polacca è colpita da un nuovo scandalo a carattere sessuale. L’arcivescovo  Wesolowski è accusato di aver costretto giovani domenicani ad avere rapporti con lui. Un ennesimo caso di abusi sessuali commessi da religiosi, che scuote le gerarchie di una delle più importanti comunità cattoliche europee.

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MISTERO VATICANO – C’è un mistero nella Santa Sede. Il Vaticano infatti tiene segreta la collocazione dell’arcivescovo Józef Wesołowski, che ormai da molti mesi si è rifugiato dietro le protettive mura dello Stato governato dal Papa. Il pontefice aveva richiamato il prelato polacco ad agosto, togliendogli l’incarico da nunzio apostolico della Repubblica Dominicana. L’arcivescovo 65enne è accusato di aver costretto alcuni minorenni a praticare del sesso orale con lui, e di averli fotografati mentre li masturbava. Il caso ha scosso il paese caraibico così come la stessa Polonia da cui proviene Wesolowski. L’arcivescovo è infatti il più alto religioso di questa fondamentale comunità cattolica ad essere coinvolto in scandali sessuali, ma, come sottolinea il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, non è certo l’unico. Come prima in Germania e poi in Irlanda o negli Stati Uniti, anche in Polonia si è rotta la cortina del silenzio sulle molestie sessuali commesse dai preti e dai religiosi della Chiesa cattolica, rivelazioni che minano la fiducia dei fedeli e indignano l’opinione pubblica.

MOLTI CASI – Come rimarca il quotidiano tedesco, il coraggio delle vittime ha reso possibile scoprire un numero crescente di nuovi casi di molestie sessuali commesse da religiosi cattolici, che però hanno portato più a qualche scusa di circostanza che ad un vero risarcimento. Negli ultimi anni ben 27 preti sono finiti davanti ad un tribunale per vicende legate ad abusi nei confronti di minori. La sentenza più dura comminata contro un membro della Chiesa cattolica è stata otto anni di carcere. La pena verrà scontata da un prete di una parrocchia vicino a Łódź, che ha stuprato cinque chierichetti. Il prete, che si è dichiarato innocente, aveva reso i giovani dipendenti finanziariamente, perché gli pagava le spese telefoniche. Il tribunale ha vietato questo religioso a non lavorare mai più coi giovani, ma alcuni fedeli gli hanno dimostrato ancora sostegno, manifestando in suo sostegno il giorno della sentenza.

PRETE PRO ABORTO – Tra i 27 preti finiti in tribunale per loro molestie sessuali ci sono casi che hanno colpito in modo rilevante l’opinione pubblica polacca. A Bialystok un religioso è stato condannato a quattro anni di carcere, perché ha stuprato per otto volte una ragazza disabile. Un cappellano militare di Legionowo, nella Polonia centrale, che si è riuscito a rifugiare per lungo tempo presso una famiglia, è accusato di aver abusato ripetutamente di giovani minorenni. In un caso, dopo aver violentato la sua vittima, l’ha convinta ad abortire. Nel frattempo la Chiesa l’ha rimosso dalla facoltà di dire messa. Ulteriore grande attenzione è stata suscitata da due suicidi di religiosi, che erano altresì accusati di aver molestato sessualmente delle minorenni. Le gerarchie ecclesiastiche hanno reagito in modo duplice all’ondata di scandali, rimarca SZ. Nel caso del cappellano militare il vescovo suo superiore si è scusato con una lettera indirizzata ai familiari delle vittime. La conferenza episcopale ha annunciato tolleranza zero, introducendo nuove linee guida molto dure. Chi ha subito molestie sessuali però non ha ricevuto alcun risarcimento dalla Chiesa cattolica.

SFIDUCIA NELLA CHIESA – Un’ondata di indignazione ha percorso la Polonia quando il presidente della Conferenza episcopale del paese, Józef Michalik, ha spiegato che la pedofilia sia causata dalla distruzione della famiglia. Per il capo dei vescovi polacchi un bambino che subisce la rottura di un matrimonio si perde e coinvolge altre persone nei suoi problemi. Una dichiarazione che ha provocato reazioni di condanna molto forti, e che ha portato lo stesso Michalik a chiedere scusa per l’incomprensione. Il comportamento della gerarchia ecclesiastica non ispira fiducia nei fedeli, tanto che secondo un recente sondaggio la stragrande maggioranza dei polacchi, il 68%, ritiene che la Chiesa voglia nascondere i casi relativi agli abusi sessuali. Un timore confermato dalla vicenda che coinvolge Wesolowski, che però al momento riguarda il solo Vaticano. Essendo un cittadino della Santa Sede l’arcivescovo polacco ha la possibilità di non essere estradato, né in Polonia così come a Santo Domingo.

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