Leo, il bambino conteso e il video-appello con la «mamma cattiva»

«Ciao sono Leo, mi conoscete certamente. Vorrei dire qualcosa su mia madre. Lei mi minaccia perché vuol farmi dire certe cose. Voi potreste pensare che mio padre è una persona cattiva, ma è il contrario. Mia madre è cattiva». Queste le parole, pronunciate in un video postato su YouTube in lingua inglese, quella materna, del bambino di otto anni portato via dal padre, un 43enne di Parma, lo scorso 3 gennaio. Conteso dai genitori dal 2010, con tanto di scambio di accuse, doveva tornare dalla madre all’ex moglie americana Lura Calder, di 43 anni, dopo aver passato con il papà il weekend. Invece sono scomparsi . Così la donna aveva denunciato la scomparsa di entrambi alla polizia, dopo diversi appelli che non avevano scaturito effetti. Con padre e figlio ancora in una località segreta.

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L’intervista del padre di Leo, Maurizio Rigamonti, con la Cnn

LA STORIA DI LEO: IL BAMBINO CONTESO – Nel filmato (intitolato “Dichiarazioni di Leo”) si vede il bambino con la maglietta a righe difendere il padre, accusato dalla madre di essere un «violento e un molestatore».

Quattro minuti e trentuno secondi dove il padre si mostra dietro il bambino, dopo essersi rifiutato di riportare nel giorno dell’Epifania il ragazzino alla madre. La questione legale prosegue da tempo, con un iter travagliato per l’affidamento, con il genitore che ha rivendicato pubblicamente su Facebook quelle che a suo dire sono state ingiustizie nei suoi confronti. E con la stessa pubblicazione del filmato Maurizio Rigamonti vorrebbe forse evitare di passare come colpevole. Ma rischia di essere criticato, invece, per voler strumentalizzare il ragazzo. Finito in mezzo alla contesa tra i due genitori. «Papà non è cattivo, la mamma sì», ha affermato il ragazzo, che ha spiegato di voler stare con il padre e non con la madre. La donna ha replicato su Repubblica: «Non riesco nemmeno a guardarlo. È qualcosa di grave, tragico. Sono rimasta senza parole». Non senza denunciare come il bambino, «nascosto da qualcuno in fuga dalla polizia, non può che essere in pericolo», ha spiegato Calder (che lavora a Hollywood nell’industria delle stelle del cinema, ndr).

Il padre, a sua volta, ha anche attaccato i media americani, compresa la Cnn, pubblicando on line un altro filmato: «Potere vedere con i vostri occhi come il colloquio sia stato tagliato dalla Cnn per farmi apparire come un mostro e mostrare la mia ex moglie come una vittima. Un classico esempio della campagna diffamatoria e falsa condotta contro di me da parte dei media americani», ha aggiunto, postando quella che sarebbe l’intervista completa, senza tagli.

IL CASO DI LEO, IL BAMBINO CONTESO – La vicenda va ormai avanti da diversi anni. Lura Calder e Maurizio Rigamonti si erano conosciuti negli Stati Uniti e si erano sposati nella città di Las Vegas. Poco tempo dopo il matrimonio, dalla relazione era nato Leo. Ma, con il bambino ancora molto piccolo, il rapporto tra Lura e Maurizio era entrato in crisi. Quattro anni fa il primo atto di un’infinita battaglia legale, con il bambino vittima della contesa tra genitori. Leonardo era stato portato dalla madre a Losa Angeles, nonostante la contrarietà del padre, che pubblicamente continua a spiegare come la donna abbia rapito il bambino. Lura Calder, invece, ha denunciato di essere in fuga dai comportamenti violenti di Maurizio Rigamonti. L’uomo l’ha denunciata per sottrazione internazionale di minore. La contesa va avanti per anni, come spiega Repubblica:

«Dopo tre anni e mezzo, nel giugno 2013, la Corte d’Appello di Los Angeles dispone che Leo venga rimpatriato immediatamente, con o senza la madre. Lura Calder segue suo figlio a Parma, dove il caso viene preso in carico dal tribunale locale. Ma il ricongiungimento non placa la contesa. Per il bimbo viene disposto l’affido congiunto, mentre le accuse di sottrazione internazionale a carico di Lura Colder vengono archiviate. Rigamonti si sente vittima di un’ingiustizia»

Allo stesso tempo sul padre piovono le ombre di presunti abusi sessuali sul bambino, dopo la relazione di una psicoterapeuta nominata dal tribunale per seguire il ragazzo di 8 anni. Ne scaturisce l’apertura di un’inchiesta penale per violenza sessuale su minore, con lo stesso Leo che sarà ascoltato attraverso lo strumento dell’incidente probatorio. Il padre ha negato tutto. Ma la situazione è precipitata con la decisione del padre di non riportare alla donna il figlio dopo le vacanze natalizie. In modo da ottenere anche visibilità sul caso. Ma la situazione si potrebbe sbloccare nelle prossime ore, come chiarisce il quotidiano diretto da Ezio Mauro. «L’avvocato difensore di Rigamonti, Claudio Defilippi, preferisce non rilasciare commenti sul punto. Auspica però che la vicenda si concluda nelle prossime ore: «Ho ricevuto una email con cui il padre manifesta l’intenzione di tornare a casa. Non dice quando, ma mi sto adoperando perché accada al più presto».«Sicuramente sarebbe meglio per Leo se fosse suo padre a portarlo a casa, invece della polizia, In questo modo il trauma per lui sarebbe minore. È la cosa giusta da fare» ha commenta la mamma ricevuta la notizia». Tutto mentre il bambino resta vittima della contesa.

 

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