Vincenzo Di Sarno: il detenuto con il cancro per cui si muove Napolitano

Giorgio Napolitano sta seguendo il caso di Vincenzo Di Sarno, il detenuto rinchiuso a Poggioreale affetto da tumore al midollo osseo che ha chiesto al Capo dello Stato l’eutanasia, mentre la madre si era rivolta al Presidente lo scorso 12 settembre chiedendo per lui la grazia, chiedendo di accelerare i tempi per l’esame della richiesta di sospensione della pena. Vincenzo Di Sarno, 35 anni, è stato condannato a 16 anni omicidio.

Nunzia Cacace e Vincenzo Di Sarno, madre e figlio
Nunzia Cacace e Vincenzo Di Sarno, madre e figlio (Photocredit Youtube / Leo Tuttologia)

ACCELERARE I TEMPI – Il Presidente ha prodotto una nota nella quale spiega il suo punto di vista: «L’esame della richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena in carcere per Vincenzo Di Sarno, detenuto a Poggioreale, e la procedura per la grazia siano condotte in tempi commisurati alla gravità delle condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno». Ciò significa che il Presidente studierà forse in tempi il da farsi, considerando che Di Sarno entrò in carcere cinque anni fa che pesava 115 chili mentre oggi pesa 53, a causa anche dei numerosi interventi ai quali è stato sottoposto per curare la sua malattia.

 

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DI SARNO MALATO ALLO STADIO TERMINALE – Come detto l’uomo nel suo ultimo appello al Capo dello Stato non ha chiesto la grazia e neppure di avere uno sconto di pena o un trasferimento. Ha chiesto l’eutanasia. Lo ha fatto attraverso la madre che ha diffuso una lettera del figlio lo scorso 13 gennaio. Da qualche mese è ricoverato al padiglione clinico San Paolo mentre prima era in quello di Avellino. Di Sarno è in fase terminale ed ha bisogno di essere assistito e nella sua richiesta di grazia ha specificato che vuole andare a farsi curare in Svizzera. Napolitano ha però specificato che continua a seguire il caso «pur consapevole che il reato commesso dal detenuto in questione è stato fonte in altri di dolore che merita rispetto e considerazione».

SALUTE CONTROLLATA – Prosegue così la nota:  «La prima domanda di grazia era stata presentata dalla madre del detenuto il 12 settembre 2013, mentre la condanna del figlio non era ancora definitiva e dunque non poteva in ogni caso essere oggetto di esame per l’eventuale provvedimento di clemenza. L’avvio dell’istruttoria su una successiva domanda è stato quindi possibile presso il ministero della Giustizia soltanto dopo il 19 novembre 2013. Nel frattempo, la Presidenza della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del ministero della Giustizia la garanzia che le condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno siano costantemente ed adeguatamente controllate».

LA GIOIA DELLA MADRE – «In contatti con l’Ufficio del Garante diritti dei detenuti della Campania -conclude la nota- è inoltre emersa l’opportunità di attivare anche, dinanzi alla magistratura di sorveglianza, la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena carceraria a causa delle condizioni di salute». La madre dell’uomo, Maria Cacace, ha voluto esprimere la sua soddisfazione: «Ringrazio il presidente Napolitano, spero non sia troppo tardi per Vincenzo e che ora si faccia presto perché non può attendere. È una gioia immensa, se avessi davanti Giorgio Napolitano gli bacerei le mani. Ho visto Vincenzo l’ultima volta venerdì. È arrivato al colloquio strisciando, è ridotto a un vegetale. Non c’è più tempo da perdere, siamo già in ritardo».

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