La Gabbia, dramma della disoccupazione e il bar della De Girolamo

15/01/2014 di Redazione


LA GABBIA, GOZI,, IL PIANO DEL LAVORO E GLI AUTOTRASPORTATORI – Gozi sale su un camion con Alessandro, l’autotrasportatore che era intervenuto nel servizio del programma. Alessandro sostiene che il sistema degli autisti viene applicato anche alla sanità ed all’edilizia. Gozi pensa che il mercato unico vada mantenuto perchè ha creato più possibilità di crescita, ma anche che sarebbe stato trovato un accordo per cambiare la norma che permette alle imprese che nonostante italiane utilizzano forme di contratto di altri paesi.

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LA GABBIA E LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – Alessandro faceva l’autotrasportatore e si è ritrovato a casa dopo che l’azienda per cui lavorava gli aveva proposto un contratto che applicava le condizioni di lavoro della Bulgaria, visto che l’ezienda aveva una sede di lavoro in Bulgaria. Anche un altro autotrasportatore racconta di conoscenti che con questi contratti sono passati da uno stipendio di circa 2,000 euro alla metà. Alessandro sostiene che con questo sistema si arrivi addirittura a rimpiangere il lavoro in nero. Un uomo rumeno lavora per una ditta italiana con un contratto slovacco. Marco Passarella sostiene che i problemi del lavoro non vengono solo dall’offerta.

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LA GABBIA E IL LAVORO – Alessandro Plateroti del Sole 24 ore pensa che questi centri per l’impiego non funzionino e che in Italia non vi siano progetti per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori. Gianfranco Librandi di Scelta Civica crede che in questo momento per il lavoro ci sia un’inversione di tendenza positiva che sarebbe il risultato di tutti gli investimenti che sono stati fatti nel lavoro. Plateroti dissente,  e pensa che le risorse impiegate rispetto alla portata del problema erano estremamente esigue. Librandi ribatte con «il nostro governo ha creato posti di lavoro», il pubblico insorge.  In studio parla Silvia Sardone del centro dell’impiego di Milano, che riporta il fatto che la presidenza e il consiglio di amministrazione non percepiscono un euro. Si chiede anche chi si prenderebbe carico degli svantaggiati se non esistessero i centri per l’impiego, che comunque non possono creare lavoro. Aggiunge che il 90% del lavoro nei centri per l’impiego è burocrazia e si domanda «come mai il ministro che sa esattamente queste cose non si occupa del problema».

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LA GABBIA E I CENTRI PER L’IMPIEGO –  Un servizio tratta ilproblema dei centri perl’impiego che riceverebbe le candidature dei disoccupati in cerca di lavoro, ma non si preoccuperebbe di chiamarli e di verificare i curriculum dei candidati. Roberto Maino è iscritto a un centro di occupazione di Monza dal 2009 e ha ricevuto una risposta solo 3 anni dopo.Un uomo sostiene che se cerca in internet trova gli stessi lavori che potrebbe trovare in un centro per l’impiego. Roberto lancia un appello e sostiene che lo stato potrebbe iniziare a tagliare le spese tagliando dei posti nei centri di lavoro.

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LA GABBIA, PAOLO BARNARD E IL LAVORO – Paolo Barnard parlando del settore tessile crede che un settore privato per definizione non può garantire la piena occupazione. Crede che il settore privato non vuole andare ad erodere i suoi risparmi per creare lavoro. Pensa che lo stato dovrebbe lanciare un piano di piena occupazione statale per cui lo stato fissa il costo del lavoro.

 

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LA GABBIA E IL MERCATO DEL LAVORO TESSILE – In un servizio del programma si parla del settore del tessile, le cui aziende spesso danno i lavori ad aziende terze, soffocando i fornitori. Due donne raccontano come vengono sfruttati i lavoratori. Su un pantalone che viene pagato 1.000 euro loro venivano pagate 3 euro e la paga oraria era pagata circa 3,50 euro all’ora. I loro datori di lavoro raccotavano alle donne di essere a loro volta sfruttati dalle grandi marche. Molti vestiti vengono prodotti scantinati e a Barletta a tre anni dal crollo di una palazzina in cui sono morte tre lavoratrici in nero nulla p cambiato. L’inviata si è finta in cerca di lavoro per capire come funziona il mercato. Un uomo le ha detto che si fa una tirata dalle 7 di mattina alle 16.00. C’è anche chi parla di paga: c’è chi propone 1 – 2 euro all’ora e chi 4 euro per 14 ore al giorno. Ovviamente in nero.

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LA GABBIA E LA DISOCCUPAZIONE –

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LA GABBIA E FABRIZIO SACCOMANNI – Durante la puntata viene mandato in onda un servizio sugli scivoloni di Saccomanni, dalla gaffe sulla vendita dei gioielli di stato, ai soldi degli insegnanti, alla ripresa del paese, Saccomani non si è certo risparmiato con le figuracce. Paragone si chiede se in caso di un eventuale rimpasto, Saccomanni rimarrà al suo posto. Gozi crede che il problema del paese principale è il lavoro e porta come esempio il Jobs Act di Matteo Renzi. La Gardini crede che o la classe politica si rende conto che bisogna intervenire o l’Italia si ritrova con la troika come in Grecia.

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LA GABBIA E “LE DIMISSIONI” DELLA DE GIROLAMO – In un servizio della trasmissione, Rosy Bindi pensa che la De Girolamo dovrebbe dimettersi, Delrio non risponde, Ivan Scalfarotto vuole prima sentire la De Girolamo in parlamento. Civati pensa che dovrebbe dimettersi. Oliviero Beha pensa che quasi viene da rivalutare Mastella guardando il servizio. La Gardini pensa che «il processo mediatico fa tanta confusione ma non risolve il problema». Un uomo nel pubblico si chiede cosaserve agli italiani per scendere in piazza e chiedere le dimissioni di «tutti loro».
Annuncia che il movimento dei forconi è ancora forte e per il 25 gennaio vi sarà una manifestazione in Piazza Oberdan a Milano. Parlando della Idem, Gozi pensa che il ministro abbia fatto un passo indietro volontariamente, mentre la Cancellieri ed Alfano abbiano deciso di avere un altro atteggiamento. Constanze Reuscher dice di meravigliarsi che la gente non scenda in piazza più di quanto non faccia ora. Aggiunge che vi siano però alcune persone molto oneste che lavorano per il bene per il paese e pensa che fino a che gli italiani non la smetteranno con le raccomandazioni il paese non possa migliorare.

 

 

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LA GABBIA E IL PAESE – Per Oliviero Beha crede che ormai gli unici che non si rendono conto dello stato del paese sono i poltici «è uno stato che sta sprofondando» e pensa anche che non sia necessario che un ministro sia indagato affinchè si debba dimettere «è una questione di dignità personale». Sandro Gozi del Pd pensa che il problema della De Girolamo e il rimpasto sianodue questioni distinte. Aggiunge che erano state chieste le dimissioni della Idem per un’infrazione amministrativa nolto piccola. Parlando crede che se la De Girolamo si dimostra colpevole in parlamento merita di dimettersi «Non capisco perchè i parlamentari debbano occuparsi delle Asl». Elisabetta Gardini di Forza Italia pensa che tutta la classe politica di questo paese dovrebbe avere uno scatto morale. Pensa che sia prioritario cambiare le regole perchè non sono chiare, «sono grige». La Gardini, riferendosi al caso De Girolamo dice di sapere di imprenditori che pagherebbero le compagnie telefoniche per essere intercettati ed avere la bobina con tutte le loro conversaioni registrate al momento del bisogno.

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LA GABBIA E LA POLITICA – Un ragazzo di Forza Italia pensa che la De Girolamo debba dimettersi, ma che il Pd non dovrebbe mettersi a fare la morale. Un altro creda che la legge elettorale possa essere la priorità nel paese, e c’è chi pensa che la spending review la facciano solo i cittiadini. «La classica politica è proprio strana» dice un uomo, aggiungendo che è sorda e sporca.

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LA GABBIA E LA DE GIROLAMO – Monica Raucci è andata a Benevento per indagare sulla vicenda De Girolamo e del bar del Fate bene Fratelli, per cui avrebbe fatto mandare i controlli al bar dell’ospedale. Dopo circa una anno i controlli dei Nas arrivano e il bar chiude. Non vi sono prove per cui sia possibile dimostrare che il contenuto della telefonata della  De Girolamo e l’arrivo dei Nas siano collegate, ma ora il bar è nelle mani dello zio della De Girolamo. Il precendente gestore non commente la notizia ma dice che «Benevento è piccola». Gelsomino Ventucci, direttore della Asl di Benevento sostiene che la De Girolamo avrebbe solamente voluto apprendere dei «chiarimenti».

LA GABBIA – Paragone introduce la puntata con il caso De Griolamo, che secondo Paragone si indigna per il bar dell’ospedale e non per la disoccupazione giovanile.

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Dopo una lunga pausa per le vacanze natalizie torna in onda su La7 “La Gabbia”, il talk show condotto da Gianluigi Paragone. Durante la puntata il conduttore parlerà con i suoi ospiti – i cui nomi non sono ancora stati resi noti – del dramma della disoccupazione e delle recenti registrazioni che hanno messo in difficoltà il Ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo, come si apprende da un post di Paragone pubblicato sul suo profilo Twitter. Durante la puntata non mancheranno i momenti di comicità e satira con gli interventi di Paolo Hendel nei panni dell’impreditore Carcarlo Pravettoni e i servizi di Saverio Raimondo.

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