La lettera di Aldo Busi a Repubblica

Oggi il Fatto pubblica una lettera di Aldo Busi a Repubblica, mai messa in pagina dal quotidiano di Ezio Mauro:

Mauro, è ovvio che in decenni di giornalismo qualunque testata abbia i suoi alti e bassi, di bersagli centrati e bersagli mancati e finti bersagli per incapacità di individuare quelli veri, oltre alla volontà ideologica di distrarre da quelli veri, ma l’articolo di M. Pirani, che per corroborare la sua difesa del suo vecchio anfitrione Napolitano si scaglia contro Il Fatto invocandone addirittura la portata a giudizio per vilipendio al capo dello Stato, della bassezza tocca il fondo; non si capisce questa chiamata alle armi censoria di Repubblica contro l’esercizio di critica stigmatizzando linguaggio e opinioni altrui, opinioni ben più scomode di quelle del tuo giornale nei confronti della trattativa tra stato e mafia (o tra Stato e mafia o, forse, tra stato e Mafia, vedi tu) di cui Napolitano è reticente ago della bilancia, neppure fosse un monarca assoluto, e non secondo il Fatto e Travaglio e, detto en passant, anche secondo me, ma secondo almeno il 75% del Paese. Stai facendo un giornale ormai troppo seduto con firme sprofondate in poltrone che sprofondano sempre più verso l’obsolescenza, questo è il problema, ma non solo tuo, della comunicazione italiana tutta (il Fatto compreso), che non fa scouting per agganciare firme nuove e punti di vista eccentrici rispetto alla linea editoriale stessa, il che le permetterebbe di assestarsi quasi impercettibilmente sulle nuove realtà e necessità politiche. sociali e civili senza neppure produrre troppo faticoso coraggio (stiamo parlando pur sempre di giornalisti e direttori e di raccolta di pubblicità e di legge sui fondi per l’editoria, non dimentichiamolo, anche se dall’ultima voce il Fatto va dissociato, mica di Falcone, Borsellino e Di Matteo). Infine, non mi sarei mai aspettato da Repubblica questo rigurgito reazionario, almeno non così netto e conclamato, e giammai contro una testata giocoforza limitrofa, più un collega di impresa che non un concorrente (e, per assurdo o spiacevole che sembri, colleghe lo sono anche le altre testate nominate dall’ar – ticolo in questione). A parte l’effetto boomerang del momento contro Repubblica , del che potrei anche dolermi, ma non occorre molta perspicacia per rendersi conto che, di questi tempi di magra poi, la messa al bando di un giornale promossa da un altro giornale provoca un effetto Domino che, ribaltandosi anche a ritroso, rischia una stabile stasi per tutti. È davvero un articolo antidemocratico e fascista su tutta la linea, ma per fortuna… per insipienza scritturale e retorica… più un comico autodafé che un serio falò inquisizionale. Tuttavia, un altro articolo di questo tono e bisognerà considerarlo l’autococco – drillo che sigilla per Repubblica tutta l’avvenuta composizione di una salma destinata alla cremazione. Per il resto, cordialità,

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