La famiglie bloccate in Congo chiedono aiuto

30/12/2013 di Redazione

Le 26 coppie italianein Congo,  in attesa del via libera per un’adozione, si trovano ora alle prese anche con le conseguenze del golpe di questa mattina.

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DICE LETTA –  «Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è vicino alle 24 famiglie italiane interessate dal blocco delle adozioni internazionali in Congo e sta lavorando, da settimane, affinché la vicenda possa risolversi positivamente». Ne ha dato notizia un comunicato di palazzo Chigi, che prosegue: «Da parte italiana si stanno approntando misure ulteriori di assistenza in loco ai genitori e ai figli, anche attraverso un rafforzamento dell’ambasciata, si annuncia nella nota. Il governo italiano continuerà a seguire la vicenda con attenzione e determinazione, a sostegno delle legittime aspettative delle famiglie italiane, è l’impegno del premier Letta.

IL GOLPE COME OCCASIONE – I nostri connazionali tuttavia sembrano aver colto il golpe come un’occasione più che come un problema locale. Loro sono bloccati nell’orfanotrofio con i bambini. Hanno chiesto alle autorità italiane di poter partire con i piccoli, in base a un decreto ministeriale che autorizza il ministero degli Affari esteri ad emettere passaporti diplomatici temporanei per i cittadini stranieri in situazioni di emergenza, ovvero i bambini regolarmente adottati dalle coppie italiane, ma sono ancora bloccati in Congo, nonostante la visita della delegazione inviata pochi giorni fa a Kinshasa dal premier Letta. La risposta delle autorità italiane, riferiscono i genitori, sarebbe però negativa. Anche perché significherebbe rendersi conto del rapimento dei bambini ed esporre gli stessi genitori al rischio di essere arrestati e incarcerati.

LA PAURA – «Temiamo per la nostra incolumità, ma non andremo via senza i bambini. Il governo italiano deve muoversi subito: ci vengano a prendere per riportarci tutti, compreso i nostri figli, subito in Italia. Abbiamo paura», così uno dei genitori dall’orfanotrofio. «Oggi ci hanno comunicato che le adozioni sono chiuse almeno fino a settembre-ottobre 2014. Fate qualcosa, aiutateci a tornare con i bambini…» hanno detto al telefono ai loro familiari, che poi hanno riferito all’ANSA, Michela Gentili e Andrea Minocchi, in attesa di adottare un bimbo di 2 anni. Il tentativo di golpe però si è risolto in fretta e la situazione è tornata normale, non c’è più alcuna emergenza da invocare per ottenere aiuto.

IL DIAVOLO È NEI DETTAGLI – In realtà il desiderio degli aspiranti genitori italiani cozza contro l’impossibilità per il nostro governo di fare alcunché per i bambini in questione, che sono cittadini congolesi e che non hanno mai lasciato il paese. Non si tratta infatti di bambini sottratti ai loro genitori adottivi, ma di bambini che per ora non sono adottabili da alcuno, avendo il governo congolese congelato le adozioni internazionali in attesa di una revisione delle procedure che ovviamente ha tempi incompatibili con le aspettative dei genitori.

LORO RESISTONO – Non una novità, già 7 coppie sono rientrate in Italia in attesa di sviluppi, ma le 26 rimaste non ne vogliono sapere e in Italia sembra quasi che siano vittime della lesione di diritti che ancora non hanno conquistato, su tutti la patria potestà sugli adottandi, ma in realtà la situazione è più complessa, così com’è complessa la situazione del governo congolese, che obbiettivamente ha problemi leggermente più rilevanti della sorte delle 26 coppie italiane che non se ne vogliono andare senza un bambino. A tenerle «bloccate in Congo» è solo la loro volontà, non c’è nessun abuso da parte del governo congolese, che ovviamente ha pieno titolo per decidere sulla sorte degli orfani congolesi.

TUTTO IN CONGO È UN PROBLEMA – A prescindere dal tentato golpe di oggi infatti, il paese è scosso da un conflitto armato che non si arresta nella regione del Kivu e da una profonda crisi economica e politica, con un governo fallimentare che non riesce a rispondere ai bisogni elementari della popolazione e che lascia senza stipendio perfino polizia e forze armate, che campano taglieggiando i cittadini.

A LORO NON INTERESSA – Problemi che non sembrano interessare i nostri caparbi concittadini, che evidentemente tengono tanto all’adozione da essere disposti a tutto pur di riuscire a tornare dal Congo con un bambino. Anche a non ascoltare i consigli di funzionari e diplomatici e anche a mettere a rischio le loro stesse vite.

(foto di copertina:  Luiz Rampelotto/EuropaNewswire)

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