Napolitano minaccia le dimissioni

30/12/2013 di Dario Ferri

Marzio Breda, quirinalista del Corriere e considerato molto vicino al presidente della Repubblica, dice che Giorgio Napolitano sta vagliando l’ipotesi dimissioni: lasciare prima di sciogliere le Camere per costringere il vecchio Parlamento ad eleggere il suo erede. Spiega il Corriere:

Il capo dello Stato l’ha lasciato intendere con chiarezza nell’udienza al Quirinale del 16 dicembre «con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile»: se si continuerà a «pestare l’acqua nel mortaio», ne trarrà le conseguenze. Vale a dire che, come ha ripetuto a quanti lo hanno incontrato nelle ultime ore, potrebbe dimettersi. Minaccia pesante, concreta e carica di incognite. Infatti, sbaglia i conti chi magari pensa di lucrare qualche vantaggio alle urne nella convinzione che, se franasse in tempi brevi la nuova—e più stretta—maggioranza, come prima cosa scioglierebbe le Camere e manderebbe il Paese al voto.

Ma questa ipotesi Napolitano non la accetta:

No, non è così. Un simile «favore» non è disposto a farlo. Se ne andrebbe lui, invece. Lasciando tutti «nell’imbarazzo» (eufemismo che sta per «grande guaio») di doversi scegliere un nuovo presidente entro 15 giorni, con questo Parlamento. L’alternativa seria, dal punto di vista di Napolitano, è mettersi al lavoro. Cambiando il sistema elettorale abbastanza in fretta e senza lasciarsi inchiodare dal paralizzante «amletismo delle soluzioni», che nessuno può prevedere a quale famiglia partitica potrebbero davvero portare vantaggio. E prevedendo pure il corredo di alcune parallele riforme di carattere costituzionale.

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