L’allegro bilancio del Partito Democratico fa arrabbiare… il Pd

L’allegro bilancio del Partito Democratico fa innervosire… il Pd. Il partito risponde dopo la notizia pubblicata ieri da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera riguardo le perplessità dei renziani sui numeri di Largo del Nazareno. Ma il quotidiano risponde colpo su colpo. Ecco il grafico che riassume i numeri del bilancio Pd:

bilancio partito democratico

IL BILANCIO DEL PARTITO DEMOCRATICO – Ieri Antonio Misiani, ex tesoriere, ha scritto una lunga lettera di replica al Corriere, che il quotidiano pubblica integralmente. Ma pubblica anche la risposta di Maria Teresa Meli, che ha firmato l’articolo:

Gentile onorevole Misiani, la frase che lei definisce «un po’ sadica» è stata già da me riportata il 15 dicembre scorso, ma allora, guarda caso, non vi fu nessuna smentita. Passiamo al secondo punto, io nel mio articolo scrivo che nel bilancio del 2012 il Pd registra 7 milioni di perdite. Cosa che lei non smentisce. Perché è questa (anzi, per amor di precisione, qualcosa di più) la differenza tra le entrate e le uscite per quell’anno, il che, ovviamente, peserà anche su quello seguente. Quanto al dato del 2013, io non ho scritto che le casse sono vuote. Come avrei potuto farlo, visto che giusto a luglio il Partito democratico, come del resto le altre forze politiche, ha ricevuto la prima tranche dei rimborsi elettorali? Comunque, siamo a fine dicembre e, a quanto mi risulta, la cifra da lei citata e riferita al 31 ottobre è notevolmente diminuita.

C’è quindi il capitolo del «personale» del Pd:

Non mi pare che lei contesti il numero di 150 da me dato. In compenso parla dei numerosi distacchi che ci sono stati nel frattempo. Sarebbe forse il caso di spiegare ai lettori che cosa siano questi distacchi. In molti casi i dipendenti dei partiti vengono spostati nelle sedi dei gruppi parlamentari e nei ministeri, per lavorare lì. Quindi percepiscono uno stipendio dalla Camera, o dal Senato, o dai dicasteri presso cui sono impiegati. Non per essere brutali, ma solo per essere franchi, stringi stringi, ciò significa che in qualche modo sono sempre i contribuenti italiani a finanziare indirettamente i partiti con le loro tasse.

Infine, due parole sui finanziamenti:

Proseguiamo: noto che lei non contesta nemmeno una cifra di quelle riportate nell’articolo di ieri sui rimborsi degli alberghi, la propaganda, etc. Ci tiene solo a precisare che anche il Partito socialista francese, il Labour Party e la Spd hanno anche loro ingenti spese. Prendiamo gli ultimi due esempi. Come lei saprà senz’altro meglio di me in Germania i partiti si sostengono grazie alla somma dei finanziamenti statali e delle donazioni private che sono quasi equivalenti. Nella rigida Gran Bretagna, poi, il finanziamento è ridotto veramente all’osso e viene quasi esclusivamente dato all’opposizione, per permetterle di fare politica. Non entrerò nel merito delle beghe interne e del discutibile gusto delle vendette postume di partito che riguardano la parte finale della sua lettera perché non sono affar mio.

IL NERVOSISMO DEL PD – Alessandro Trocino, che firma l’articolo di oggi dedicato alla vicenda, riporta la difesa della “vecchia guardia” Pd:

A difesa della gestione precedente si schiera Stefano Di Traglia, già portavoce dell’ex segretario pd: «In questi anni abbiamo solo tagliato risorse. E Bersani aveva dato ordine al tesoriere Misiani che nessuno del suo staff fosse assunto. La campagna elettorale del 2013 è stata tagliata di oltre il 30 per cento rispetto al 2008. Con risultati migliori, peraltro ». Nico Stumpo, responsabile dell’organizzazione nell’era bersaniana, non ha dubbi: «Una cosa di cui sono convinto è la limpidezza dei conti». Non solo: «I nostri bilanci sono certificati da società esterne e pubblicati online. Tutte le nostre spese sono visibili».

Ma non è solo la procedura a stargli a cuore:

«Sono stati anni intensi, abbiamo fatto investimenti sulle infrastrutture, dalle iscrizioni on line, al circoli in rete. Investimenti che ora si trova chi è arrivato». Quanto ai dipendenti: «Non mi risulta che siano state fatte nuove assunzioni, sicuramente non a tempo indeterminato. E ricordiamoci che il Pd è nato dalla fusione di Ds e Margherita. Due soggetti politici che avevano un personale con il quale fare i conti. Difficile essere snelli con una struttura simile ereditata. In un momento di crisi, avremmo dato un buon contributo al Paese aumentando di 200 unità i disoccupati?».

Stumpo non è d’accordo nell’abolizione del finanziamento ai partiti:

«Se c’era una cosa sbagliata è che venivano dati fondi in eccesso. Ma i conti di adesso del Pd dimostrano che abbiamo speso per la nostra attività politica i soldi che ci sono arrivati dal finanziamento pubblico. Se ci sono avanzi, è un problema: in quei casi sì che succedono cose strane. Invece al Pd non è successo: qui nessuno ha comprato diamanti o appartamenti per uso personale».

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