Il super-scarafaggio che ha invaso New York

12/12/2013 di Valentina Spotti

Riescono a sopravvivere anche a temperature molto rigide. Anzi, si direbbe che il freddo sia il loro habitat naturale. E stanno velocemente invadendo New York City. Non si tratta di alieni, ma di scarafaggi. O nell’idioma locale «cockroach».

scarafaggi new york 2
Photocredit: LYLE BUSS, UNIV. OF FLORIDA

LA BLATTA RESISTENTE AL FREDDO – Il nome scientifico della creatura è Periplaneta japonica e, come si può facilmente intuire dal nome, le sue origini sono profondamente asiatiche. Questa specie di scarafaggio non si era mai vista negli Stati Uniti, fino a quando un addetto alla disinfestazione – uno che quindi di blatte se ne intende – Non ha notato alcuni insetti dall’aspetto «strano» lungo la High Line, una linea ferroviaria sopraelevata di Manhattan, ormai in disuso e trasformata in parco. I ricercatori hanno poi confermato: si tratta proprio della Periplaneta japonica, che, a differenza della blatta americana che ai primi freddi va in letargo, è nota per la sua straordinaria resistenza al freddo e al gelo.

COME CI SONO ARRIVATI? – Ma come hanno fatto questi insetti ad attraversare l’oceano e ad arrivare fino a New York? Gli scienziati sospettano che i primi esemplari sarebbero arrivati nel terriccio di uno degli arbusti scelti per rendere verde il parco della High Line, e lì vi si sarebbero poi riprodotti. Nonostante la maggior parte degli alberi piantati lungo la linea ferroviaria sia si origine americana, l’entomologa Jessica Ware ha notato che molti vivai dello stato conservano anche piante importate dall’estero.

GUERRA TRA BLATTE? – Ora, però, resta da capire l’impatto che questa nuova specie avrà nell’ambiente urbano: «Questa specie è molto simile a quella che già esiste a New York e con tutta probabilità entreranno in competizione per lo spazio vitale e per il cibo» – ha spiegato Dominic Evangelista, dottorando alla Rutgers University. Difficilmente, però, potranno nascere degli ibridi: «I genitali sono differenti da specie a specie. È difficile che due esemplari di specie diverse possano accoppiarsi» – ha concluso Evangelista.

(Photocredit copertina: Twitter/PaulEWalsh)

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