Il paese governato dai gay

06/12/2013 di Andrea Mollica

Il Lussemburgo è il primo paese in Europa ad avere le due più alte cariche governative, il primo ministro ed il suo vice, appannaggio di due leader politici omosessuali. Dopo un decennale dominio conservatore il piccolo Gran Ducato ha effettuato una svolta progressista. Uno dei primi obiettivi del nuovo esecutivo è l’introduzione dei matrimoni omosessuali.

LUXEMBOURG-POLITICS-BETTEL

VERTICE GAY – Il Lussemburgo ha un nuovo primo ministro. Dopo 19 anni di dominio conservatore, incarnato dal popolare Jean-Claude Juncker, diventato celebre nel resto del Vecchio Continente come Mr Euro, incaricato ricoperto per molti anni, il Gran Ducato è andato , prevalentemente, a sinistra. Per la prima volta nella storia recente è arrivato al governo una coalizione tripartitica di forze di centro o di sinistra, i democratici, i socialdemocratici ed i verdi. La nuova maggioranza che governa il Lussemburgo ha espresso come premier Xavier Bettel, il leader dei Democratici lussemburghesi, è un politico di orientamento centrista, liberale, ed è dichiaratamente omosessuale.  Bettel non è il primo capo di governo gay in Europa: nel vicino Belgio il primo ministro è infatti un altro omosessuale, Elio Di Rupo. Nel Lussemburgo però c’è la novità del vice premier, il socialdemocratico Etienne Schneider, che è anch’egli appartenente alla comunità LGBT. Un governo arcobaleno, che riflette parzialmente la coalizione Gambia, la definizione della coalizione tripartitica formata da democratici, socialisti e verdi.

SVOLTA STORICA – Un governo composto da leader gay rappresenta una novità per l’intera Europa. Un segno del progresso dell’uguaglianza della comunità LGBT, che arriva in un paese, per quanto piccolo, che proviene dal centro stesso del Vecchio Continente. Il Lussemburgo si trova a metà tra Francia e Germania, ed è uno dei paesi fondatori della Comunità economica europea. Ai suoi confini ormai ci sono quasi solo stati che riconoscono le nozze omosessuali: la Francia appunto, così come i Paesi Bassi ed il Belgio. Manca invero la Germania, ed è difficile che la situazione muti, visto che Angela Merkel ha detto esplicitamente no ai matrimoni gay nell’accordo di governo con la Spd, che invece l’aveva posto come una delle sue priorità programmatiche. Un obiettivo che è condiviso anche dal nuovo esecutivo lussemburghese. Il premier Bettel ha infatti dichiarato che nel 2014 arriverà l’uguaglianza per le coppie di qualsiasi orientamento sessuale.

LUNGA TRADIZIONE – Nella penultima legislatura il Lussemburgo era governato da una grande coalizione tra  i conservatori di Juncker ed i socialisti. In questo quadro i matrimoni gay non potevano proseguire, e anche per questo, anche se non solo, i laburisti di Schneider hanno preferito offrire la premiership ai democratici per porre fine all’egemonia pluridecennale dei cristiano sociali, la formazione di governo del Granducato. I socialisti hanno raccolto più voti dei democratici, ma hanno conseguito lo stesso numero di seggi. Il Lussemburgo una lunga tradizione di apertura ai gay. Quando fu depenalizzata l’omosessualità in seguito alle pulsioni della rivoluzione francese, il Lussemburgo aprì la via nel 1794. Nel 2004 invece il Granducato introdusse unioni civili sul genere dei Pacs transalpini o le partnership registrate della Germania. Una riforma dei diritti civili promossa da Juncker, esponente conservatore ma particolarmente apprezzato anche nella sinistra europea per la sua capacità di mediazione e di apertura alle altrui opinioni.  A metà giugno del 2013 una proposta di legge pro matrimoni gay era stata approvata in commissione, ma poi non è stata portata in Parlamento a causa delle nuove elezioni.

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