Botulismo: cosa c’è da sapere e come difendersi

La vicenda della donna di Forlì finita in rianimazione dopo aver mangiato delle olive nere dolci del marchio «Bel Colle», per un sospetto caso di botulismo, ha riacceso i timori tra i consumatori italiani per il rischio di contrarre gravi intossicazioni alimentari. Le autorità sanitarie hanno disposto il ritiro immediato dai supermercati di tutta Italia del prodotto, risultato positivo alle tossine botuliniche: chi aveva acquistato queste olive nere, conservate in confezioni sottovuoto da 400 grammi (lotto 95-13 con scadenza il 25 dicembre 2013, ndr), «non deve consumarle e può restituirle al punto vendita dove le aveva comprate», aveva spiegato la regione Lazio. Ma cos’è esattamente il botulismo e quali sono le misure per potersi difendere?

Botulino olive 2
Photocredit: Il Fatto alimentare.it

LE OLIVE NERE E IL RISCHIO BOTULISMO – Le olive erano state acquistate dalla donna in un supermercato Eurospin, la catena che distribuiva il prodotto e che ha già avvisato i propri punti vendita affinché le confezioni vengano tolte dagli scaffali e si informino i propri clienti. Una volta reso noto il caso, è stata l’associazione Codici (Centro per i diritti del Cittadino) ad aver auspicato l’apertura di un’indagine, con l’obiettivo di chiarire come sia stato possibile e se vengano rispettate le norme per la tutela dei consumatori:«La tossina botulinica è uno tra i veleni naturali più pericolosi. Bastano poche dosi per avere effetti potenzialmente letali. Come è potuta avvenire la contaminazione? Quali sono i controlli generalmente effettuati?», ha denunciato l’associazione. Il timore è quello che anche altri prodotti possano essere contaminati. Così, per cercare di difendersi, meglio conoscere di cosa si tratta. Nel 1959 era Carl Lamanna a spiegare, in un articolo su Science, come la tossina botulinica, una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum, si presenti come una grave minaccia, «il veleno più velenoso». Fonte di avvelenamento alimentare, viene anche usata nelle terapie estetiche antirughe.

che cos'è il botulino

 

SINTOMI – Il consumatore può rischiare di incappare nella tossina quando vengo comsumate conserve alimentari casalinghe. Se si ingerisce la tossina, prodotto dalle spore del batterio, avviene l’avvelenamento, i cui sintomi si manifestano in un periodo compreso tre le poche ore a qualche giorno successivi all’assunzione dell’alimento stesso. La tossina viene rapidamente distrutta dal calore, attraverso la cottura dei cibi, ma le spore possono però resistere al riscaldamento a 100 gradi centigradi, per un lungo periodo di tempo. I sintomi? Come spiega un’infografica di Ansa Centimetri, sono diversi: dalle pupille fisse e dilatate, alle mucose secche. Ma anche paralisi muscolare (dalla testa verso le braccia) e quella respiratorio, oltre allo scoordinamento dei muscoli della faringe e di quelli volontari.

Miguel Villagran/Getty Images News
Miguel Villagran/Getty Images News

I PRIMI STUDI – La malattia ha catturato l’attenzione degli scienziati già nel XVIII secolo, nella Germania rurale. Furono i funzionari di Stoccarda a registrare un aumento degli avvelenamenti da consumo di salsicce, forse anche a causa della scarsa igiene e della povertà diffusa, spiega l’Atlantic. Nel 1820 fu un giovane medico tedesco, Justinus Kerner, il primo scienziato a pubblicare una descrizione accurata e completa della malattia, dopo aver analizzato più di 200 casi di sospetto avvelenamento. Poi, nel 1870, fu un altro medico tedesco a ribattezzare la malattia con il termine “botulismo”, dalla parola latina “botulus” (salsiccia). Per secoli la gente ha continuato a essiccare e affumicare alimenti, realizzare conserve, trascurando i rischi delle minacce microbiche. Poi, con i progressi della medicina, nel secolo scorso l’attenzione verso questo tipo di pericoli è aumentata. Focolai moderni di origine alimentare moderni si verificano quando i metodi di controllo sul botulismo sono volutamente o involontariamente, ignorati. Negli Stati Uniti, sono i cibi preparati e conservati in casa la principale causa della malattia. I numeri sono però contenuti negli Usa: tra il 1990 e il 2000, colpite “soltanto” 263 persone. Anche in Europa l’allarme non è da sottovalutare: restano conserve, marmellate e verdure sott’olio i cibi a maggiore rischio, per la possibile contaminazione da spore del botulismo.

I PRODOTTI A RISCHIO E LE MISURE DA PRENDERE – Se le condizioni di conservazione non sono rispettate in modo esauriente, tutti i barattoli restano a rischio. Ma non solo: sotto osservazione devono essere tenuti tutti i contenitori ermetici, così come gli alimenti sotto vuoto. Sia per i prodotti che derivano dall’attività delle industrie conserviere, che quelli realizzati in casa.  Come difendersi? I pericoli si abbassano se la conserva contiene zucchero – almeno il 10 per cento – o sostanze come aceto o limone o salsa di pomodoro (acide), necessarie per impedire che si formino delle spore. L’ideale resta però far bollire gli alimenti, considerato come le alte temperature distruggano la tossina, nonostante la resistenza delle spore. Il riconoscimento dei cibi infetti, al contrario, resta quasi impossibile, dato che le spore non hanno né calore né sapore.

 

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