Lancio dello sperma dalle finestre del carcere!

04/05/2011 di Redazione

Succede al penitenziario Coroneo di Trieste. I detenuti maschi raccolgono liquido seminale in guanti e lo cedono alle donne. Per metterle incinte

Cercano di rimanere incinte pur di uscire dal carcere. E’ quanto è accaduto al Coroneo di Trieste, uno dei pochi istituti penitenziari in Italia dove la sezione femminile e quella maschile sono ospitate nello stesso edificio. Le detenute hanno messo a punto un curioso stratagemma per tentare di diventare mamme. Del caso sono stati informati la Procura della Repubblica e il Tribunale di Sorveglianza di Trieste. Lo riporta Il Piccolo.

OBIETTIVO MATERNITA’  – La segnalazione inoltrata dall’amministrazione penitenziaria racconta di come le recluse nella casa circondariale triestina abbiano tentato più volte di introdurre nel loro corpo il liquido seminale di altri detenuti sperando di restare incinte e di uscire quindi dal Coroneo usufruendo delle misure alternative alla detenzione riservate alle donne in attesa di un bambino. Lo scambio si concretizza durante l’ora d’aria. Tra uomini e donne all’interno del Coroneo non avvengono mai contatti diretti. Possono però comunicare dalle finestre che si affacciano sullo stesso cortile. Due punti di contatto che non sono passati inosservati alle recluse che, hanno tentato piu’ volte di praticare una “casereccia” inseminazione artificiale.

SPERMA DALLE FINESTRE – “Il piano – si legge sul Piccolo – funziona così: dalle finestre delle celle, da dietro le sbarre, la detenuta con inequivocabili gesti avanza la richiesta a questo o quel detenuto scelto con chissà quali criteri di complicità: significa che lei nel giro di pochi minuti, assieme alle compagne di sezione, verrà portata in cortile. Poi qualcuno, con un urlo o con un’imprecazione, distrae gli agenti della polizia penitenziaria incaricati di sorvegliare quanto accade in cortile”. Ed è in quel preciso istante che il recluso getta dalla finestra un guanto al cui interno è contenuto il liquido seminale. In alcuni casi i reclusi hanno anche tentato di passare alle donne gli involucri calandoli dalle finestre e utilizzando dei sottili fili di tessuto recuperati nel laboratorio dove si tengono anche le lezioni di taglio, cucito e maglieria. La donna che aspetta la ‘donazione’ a quel punto intercetta il pacchetto e chiede di andare in bagno accampando un’urgenza, o tenta di nascondersi in un luogo appartato”.

(Adnkronos)

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