I soldati di Gheddafi violentano anche i bambini

25/04/2011 di Redazione

Rimpinzati di Viagra, le truppe del rais utilizzano lo stupro come arma di guerra.

Usano violenza ai bambini davanti ai loro familiari: a questo livello di abiezione sono ormai giunti i militari dell’esercito governativo libico. Questo denunciano associazioni non governative che operano in Libia, secondo quanto riferisce il Daily Mail. Alcuni bambini sono stati obbligati a guardare mentre i loro padri venivano uccisi e le loro madri violentate. Episodi di violenza sui bambini sono riferiti ovunque: a Misurata, Ajdabia, Ras-Lanuf. Alcuni si sono rifugiati nel campo profughi di Bengasi, dove hanno riferito agli operatori di Save the Children ciò che era loro accaduto.

MOLTI REPORT – Michael Mahrt, operatore umanitario che si occupa di diritti dell’infanzia, ha dichiarato che “le notizie circa le violenze sessuali sui bambini non sono confermate ma i report sono molti e li abbiamo sentiti in tutti e quattro i campi che abbiamo visitato. I bambini stessi ci hanno raccontato delle scene orrende a cui hanno dovuto assistere. Di solito gli episodi che raccontano dicono di averli visti accadere ad altri bambini, ma si tratta di un meccanismo di difesa messo in atto dai bambini: spesso quelle cose sono successe a loro. Noi parliamo con un numero limitato di bambini, che si sono messi in salvo. Chissà cosa sta succedendo ad altri che non hanno voce. Marht dichiara che molti bambini mostrano i segni di stress fisico ed emotivo.”

ARMA DI GUERRA – Ci sono numerose voci circa il fatto che le truppe di Gheddafi farebbero uso di Viagra e violenterebbero donne e bambini come arma di guerra. Ma in una società in cui la violenza sessuale è pesantemente stigmatizzata, molte donne non dicono nemmeno ai loro familiari di essere state violentate. Il portavoce dei ribelli Abdelbaset Abumzirig ha detto ad Al Jazeera: “è stato loro ordinato di violentare la popolazione di Misurata perché è un modo per offendere Misurata stessa. Alcune famiglie colpite hanno parlato con le organizzazioni umanitarie delle violenze, altre no, per via delle tradizioni, ma non si devono vergognare di ciò che hanno subito.” In un’intervista con il Sunday Times, il dottor Khalifa al-Sharkassi ha parlato di due ragazze di 16 e 20 anni violentate dai mercenari africani dopo che il loro fratello si era unito ai ribelli, mentre la madre era chiusa in un’altra stanza della casa. Un’altra vittima ha cercato di lavarsi con la candeggina dopo l’aggressione. Un’altra delle sue pazienti dopo lo stupro si è fatta un’iniezione di disinfettante nella convinzione che così non sarebbe rimasta incinta.

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