L’autore del ‘Cristo nella pipì’: “Blasfemo io? Giammai. Anzi, vorrei lavorare per il papa”

Di Andres Serrano vi abbiamo accennato ieri, in occasione degli atti di vandalismo contro due sue opere esposte in una galleria avignonese. Oggi l’artista è stato intervistato da Liberation.

Certo, uno che espone una crocifissione immersa nell’urina in una sede papale come Avignone non si può dire che non si esponga. Però ha il diritto di esprimersi come vuole, l’artista newyorkese, senza che gli prendano a martellate le sue opere. Certo, vedendo la foto del Piss Christ con le martellate, nella nostra ignoranza ci siamo anche detti (vergognandoci) in primo luogo che non ci sembrava così diverso il prima dal dopo,e in secondo luogo che infine, trattandosi di un’opera dissacratoria, forse l’autore non si offendeva se essa veniva a sua volta dissacrata.

EDUCAZIONE CATTOLICA – Quando abbiamo scoperto che Andres Serrano ha ricevuto un’educazione cattolica abbiamo capito di più circa la sua propensione alla dissacrazione, appunto, e la sua propensione per l’utilizzo nei suoi lavori di secrezioni umane varie tipo pipì, sangue, sperma, latte materno eccetera e la sua attrazione per il sesso e la morte. Oggi abbiamo incrociato un’intervista dell’artista rilasciata a Liberation, perché anche noi ci siamo chiesti quanto Serrano ci sia rimasto male per ciò che è successo alle sue opere.

RIMASTO MALE – Il giornalista infatti gli chiede se c’è rimasto male. “Trovo la cosa estremamente triste, e imprevista.” Dice Serrano. Sì, c’è rimasto male, ed è scioccato che una sua opera realizzata decenni fa abbia ricevuto un trattamento simile. Cosa pensa della riapertura dell’esposizione con le opere danneggiate? “Si tratta di un’ottima decisione, per molti motivi. I visitatori potranno apprezzare la bellezza dell’opera, anche se è vandalizzata. In ogni caso, potranno giudicare loro stessi.” Chissà se qualche visitatore ignorante come noi non si accorgerà nemmeno della differenza.

CONTESTAZIONI – Serrano si dice sorpreso, ma non è la prima volta che viene contestato. “Si è trattato di casi isolati, in Svezia e in Australia. E negli Stati Uniti. Comunque al mio paese la contestazione non è mai arrivata alla violenza che è stata espressa ad Avignone.” Come si spiega l’artista questa recrudescenza di polemiche sul suo lavoro? “C’è gente che ha bisogno di sfogare le proprie frustrazioni, e in questo caso qualcuno se l’è presa con il mio lavoro. Ho già detto che c’è stato un totale fraintendimento dell’opera. Io sono cristiano, e sono un artista cristiano. La mia casa è piena di opere d’arte sacra del XV e del XVI secolo. Non sono un bestemmiatore, non ho alcuna simpatia per la blasfemia. Sono proprio tutto il contrario.”

TITOLI DESCRITTIVI – Ma il titolo, Piss Christ, Cristo nella pipì, non pareva un po’ provocatorio? “Sono un artista che lavora con la fotografia. I miei titoli hanno un carattere letterale e sono meramente descrittivi. Se realizzo un’opera monocromatica con il latte o il sangue, la intitolo “latte” o “sangue”. Il titolo non contiene nessuna ostilità nei confronti di Cristo o della religione. È semplicemente una descrizione. Con l’opera volevo spiegare cosa ha passato Gesù.”

SOGNO NEL CASSETTO – Poi veniamo a scoprire che l’artista ha un sogno nel cassetto. “Vorrei lavorare in Vaticano, realizzare una grande opera di argomento religioso a Roma. Vorrei che la Santa Sede comprendesse che sono un artista profondamente cristiano dei nostri tempi.” Glielo auguriamo, davvero. Il Vaticano nel corso della sua millenaria storia ha dato lavoro a molti artisti che non erano grandi simpatizzanti delle gerarchie religiose. Ma erano grandi artisti.

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