Paradisi radioattivi: tutti i disastri nucleari provocati dall’uomo

Tutti conoscono Chernobyl, Three Mile Island e adesso Fukushima. Ma che dite di Semipalatinsk, Palomares e Kyshtym? Il mondo pullula di terre contaminate, come probabilmente già immaginavate, datasi la lungimiranza umana.

Nel trattare certi argomenti l’importante è non essere OALD. E che vuol dire? Vuol dire che non bisogna dire cose ormai fritte e rifritte e che sanno tutti. Ma con il nucleare forse è meglio rifriggere gli argomenti. Così, seguendo Der Spiegel, vi ricordiamo un po’ di disastrucci nucleari del passato, purtroppo non remoto quanto vorremmo.

WHITE SANDS – 16 luglio 1945, poche settimane prima di Hiroshima e Nagasaki. In Nuovo Messico gli americani fanno esplodere The Gadget, un aggeggio atomico di 18 chilotoni. Giusto per vedere come funziona una bomba atomica. Per fortuna l’ordigno non distrugge il mondo e nemmeno tutto il New Mexico, ma pietrifica la sabbia, facendola diventare vetro radioattivo, soprannominato Trinitit. Almeno quello era deserto. Le due città giapponesi in cui fu effettuato il successivo test no.

THREE MILE ISLAND – Three Mile Island, 20 marzo 1979. C’è un drammatico incidente all’impianto nucleare di Harrisburg, in Pennsylvania. Fuoriesce materiale radioattivo che contamina l’aria e anche il fiume. Per bonificare la zona ci vorranno 14 anni e un miliardo di dollari, ma le rovine del reattore sono radioattive ancora oggi. I casi di tumore nella zona crescono in modo esponenziale. Piccoli errori costruttivi (umani) e piccoli errori tecnici (umani). Ma il primo incidente a una centrale accadde a Windscale, ora Sellafield, nell’ottobre del 1957, dove gli inglesi avevano costruito uno dei primi reattori nucleari. Le autorità cercarono di tenere nascosto l’incidente, il più grave prima di Chernobyl. Poi però furono costrette loro malgrado a confessare, visto il disastro, visti i morti. Sempre il 1957 vide l’incidente alla centrale al plutonio di Mayak, situata negli Urali a 15 chilometri dalla città russa di Kyshtym. Del disastro si seppe anni dopo, guardacaso.

CHERNOBYL – Il 26 aprile 1986 accade il peggiore (finora) incidente nucleare della storia in una centrale russa (allora era in territorio sovietico, ora fa parte dell’Ucraina). La città vicina, Prypiat, viene evacuata. Il disastro è biblico. Ancora adesso i casi di tumore sono moltissimi e la città è tuttora inabitabile. Le autorità parlarono di 50 morti, ma i morti, alla fine, sono stati 5000.La radioattività nella zona dell’incidente è ancora oggi 700 volte più alta del normale.

GUERRA FREDDA – Durante la Guerra Fredda, impazzò la moda dei test nucleari. Furono fatte esplodere 119 testate all’aria aperta, poi si decise di scendere nel sottosuolo. Dopo il 1962 migliaia di test furono effettuati sottoterra. Un mostro radioattivo di proporzioni ciclopiche è l’impianto di Hanford sul Columbia River nello stato di Washington, che fu l’arsenale radioattivo degli USA durante gli anni di piombo (e di plutonio).

TEST SOVIETICI – La poetica immagine qui di fianco viene da Semipalatinsk in Kazakhstan, ora conosciuto come Semey, sito che ebbe la fortuna di ospitare i test nucleari sovietici sempre durante la Guerra Fredda. Furono ben 506, con risultati.

PURE L’INDIA – Nel 1974 anche l’India cominciò la sua avventura atomica con una bella esplosione nel deserto del Thar Desert in Rajasthan, alla frontiera con il Pakistan. La bomba si chiamava “Smiling Buddha“, ma Buddha non ha sorriso  di certo, in quell’occasione. Nel 1998 nello stesso luogo furono effettuati altri 5 test nucleari. Non è noto il livello di radioattività attuale della zona, ma è alto, questo è certo. anche la Francia si è distinta nei test nucleari, prima in Algeria, fino al 1962, e poi, prendendo spunto dalla bella idea degli americani di far scoppiare bombe atomiche nell’atolloo di Bikini, anche loro scelsero mete esotiche nel Sud Pacifico, tra cui la splendida Mururoa, luogo ideale dove condurre esperimenti atomici devastanti.

PALOMARES – Nel 1966 un bombardiere americano B-52 si schiantò sulla costa spagnola vicino ad Almeria. Portava quattro bombe all’idrogeno, tre delle quali caddero sul villaggio di Palomares, contaminando il terreno. 45 anni dopo la radioattività permane. Come se non bastasse questa lunga lista di luoghi contaminati, dove o non cresce più nulla o ciò che cresce non si può certo consumare né esportare, ci sono i depositi di scorie radioattive, ammucchiate qui e là in giro per il mondo. Dobbiamo fare i conti con questi resti del nostro passato atomico. Anzi, del nostro presente, che non è solo Fukushima, e, se anche fosse solo Fukushima, ci sarebbe poco da ridere comunque.

Share this article