Krokodil: le domande sulla droga carnivora

Negli ultimi mesi l’allarme per il Krokodil, la droga carnivora a basso costo diffusasi dalla Russia nel resto d’Europa, è giunto anche in America. Ma la stampa d’oltreoceano si chiede ora se lo stesso sistema mediatico ha avuto l’accortezza di presentare il grave fenomeno nelle giuste dimensioni. Ne parla oggi The Daily Beast.

 

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ALTRE SOSTANZE – Secondo il sito di informazione in alcuni casi i mezzi di comunicazione sarebbero stati indotti a collegare alcuni casi clinici con l’assunzione del Krokodil, senza che i pazienti ricoverati siano stati in realtà mai risultati positivi alla desomorfina. Secondo alcuni esperti di salute pubblica e funzionari federali il grande spavento per il Krokodil esploso nel 2013 sarebbe in realtà stato favorita da una vera epidemia di lunga gestazione: la dipendenza americana dall’eroina e dagli antidolorifici.

FALSO ALLARME – Nulla di nuovo, insomma. A confermare il sospetto che alcuni casi di presunta assunzione di Krokodil siano in realtà legati all’abuso di sostanze già note (con gli stessi tragici effetti sul corpo) è stato Rocky Payne, portavoce della Federal Drug Enforcement Administration, che, parlando al Daily Beast ha rivelato che al momento nei loro laboratori non sono stati analizzati campioni che contengono desomorfina». Mentre altri portavoce sostengono che DEA sostengono di aver sentito parlare del Kokrodil solo in tv.

MA L’EMERGENZA RESTA – Il caso Krokodil e la relativa fobia collettiva per la diffusione della droga dai terribili effetti, ricostruisce il Daily Beast, era scoppiato il 23 settembre scorso, con il ricovero di due pazienti in una clinica privata dell’Arizona e successivi casi in Illinois e Ohio. Ed ora è necessario probabilmente ripercorrere i casi di cronaca per ridare una giusta dimensione al fenomeno. Se infatti è vero che la diffusione di mesomorfina è quasi assente contrariamente a quanto può lasciar immaginare l’eco mediatica, è anche vero che la guardia sul problema non va abbassata e che solo un caso può bastare per allarmarsi. D’altra parte «dove c’è fumo c’è fuoco», ha detto un medico ascoltato dalla stampa americana.

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