Anene Booysen: la ragazza stuprata e uccisa ha avuto giustizia?

La giovane era stata brutalmente stuprata e abbandonata in fin di vita in un cantiere, solo uno degli stupratori è stato condannato.

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LO SCANDALO – Il delitto aveva destato scatenato un robusto movimento d’opinione e di ribellione e un fenomeno che piazza il Sudafrica in cima alla classifica nei quali gli stupri sono più diffusi. Persino il presidente Zuma era stato spinto a intervenire e lo aveva fatto chiedendo pene esemplari per i colpevoli.

L’ACCUSA – Trovata dai primi soccorritori in fin di vita e con il ventre orribilmente squarciato da una coltellata, la giovane prima di morire è riuscita a fare i nomi dei suoi aggressori, tutte persone del luogo e a lei conosciute, ma prima le indagini e poi il processo non sono riusciti a fare di meglio che assolvere quasi tutti per insufficienza di prove.

LA SENTENZA – Alla sentenza, pronunciata nella corte di Swellendam, a 220km da Città del Capo, lo zio dell’unico condannato ha applaudito e gridato che si è assistito a una farsa. Il tribunale ha inflitto due ergastoli al 21enne Johannes Kana (al centro nell’immagine sopra).  Kana aveva  ammesso di aver picchiato e stuprato la ragazza, ma ha negato di averla uccisa. Diversamente da lui, gli altri due imputati (su sei denunciati dalla ragazza) hanno negato tutto e sono andati assolti.

LA GIUSTIZIA – La sentenza sembra essere stata accolta con favore dall’opinione pubblica, anche se non sono mancati quanti hanno lamentato la mancata condanna di tutti i responsabili e l’incompetenza della polizia, accusata di non riuscire a fermare gli stupratori nemmeno quando siano indicati da una vittima in punto di morte. Di certo c’è che la polizia sudafricana, peraltro brutale nella repressione di certi crimini, sia particolarmente inefficiente quando s’arriva a dover perseguire gli stupratori, buona parte del pessimo record sudafricano è infatti debitrice della tendenza della polizia a ignorare le denunce e a perseguire gli stupratori.

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