La bufala dei soldi «regalati» agli immigrati

Per dire che nella Provincia di Trento alle famiglie degli “extracomunitari” vanno quasi 2.000 euro al mese, qualche astuto ha sommato tutto il welfare Trentino per i disoccupati e i casi sociali in un’unica soluzione.

CHE FORTUNATI GLI EXTRACOMUNITARI – Il volantino fotocopiato e poi fotografato e messo su Facebook dice che «Un cittadino extracomunitario sposato con 4 figli, arriva a percepire dalla Provincia Autonoma di Trento» 1.918 euro al mese più 1.350 euro una tantum.  Tipica la chiusura: «Tutto questo senza lavorare!»

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UNA TIPICA BUFALA – Com’è già capitato in altri casi simili si tratta di una rozza bufala, il volantino mescola diversi contributi che non hanno come destinatari “gli extracomunitari”, ma qualsiasi famiglia che abbia i requisiti richiesti, che variano per ogni contributo, rendendo altamente improbabile che in capo a una sola famiglia possano andarsi a concentrarne tanti, che nel volantino sono calcolati sempre al valore massimo.

NON È COSÌ – Per accedere al reddito di Reddito di garanzia ad esempio servono tre anni di residenza e il contributo dura solo 4 mesi, oltre ad essere condizionato alla perdita del lavoro per cause a lui non imputabili di un membro della famiglia. Il contributo all’affitto è proporzionale alla spesa che va ad abbattere e ovviamente è erogato solo a fronte di contratti regolari. Il rinnovo può avvenire max tre volte nei due anni decorrenti dalla prima concessione (= max 16 mesi su 24) ed è condizionato a un percorso di reinserimento e a verifiche periodiche. Queste le condizioni relative al nucleo.

Se tutti i componenti in grado di assumere un ruolo lavorativo,
risultano in una delle seguenti condizioni:
• non hanno prodotto alcun reddito da lavoro negli ultimi 24 mesi
• nello stesso periodo abbiano cessato l’occupazione per:
• dimissioni non per giusta causa
• licenziamento per giusta causa o giustificato motivo
• sono in cerca di prima occupazione, ad eccezione del caso che essa sia
iniziata da meno di 12 mesi per sostituire un reddito da lavoro prodotto da
un componente fuoriuscito dal nucleo nei 3 mesi precedenti l’inizio della
ricerca.

TUTTO INSIEME – Il contributo regionale (1/2005) invece ha regole ancora più stringenti, richiedendo 5 anni di residenza. Tutti i contributi sono erogati solo a seguito di «preventiva verifica del servizio sociale territorialmente competente, che nel caso di bisogni sociali complessi
predispone un progetto individualizzato al quale il nucleo richiedente deve aderire ovvero nel caso di mero bisogno economico indirizza il nucleo all’automatismo dotandolo di idonea certificazione.» Contributo peraltro che non si può sommare a quello relativo al “minimo vitale”, che è incompatibile con il reddito di garanzia o con redditi che non siano effettivamente da miseria.

SOLDI PER I BISOGNOSI ITALIANI E NO – I contributi non fanno distinzione di nazionalità, sono rivolti ai nuclei poveri e sono stati concessi per il 48% ad italiani, per il 47% ad extracomunitari e il resto ai cittadini, nessuno dei quali probabilmente è riuscito a mettere insieme le cifre esposte nel volantino, che comunque per mantenere una famiglia di 6 persone in Trentino, affitto compreso, non sarebbero uno scandalo. Il volantino è chiaramente l’ennesimo tentativo di costruire e diffondere queste leggende metropolitane di stampo razzista, che subito si diffondono come virus tra i razzisti in rete, anche quest’orrore è stato condiviso da 2.600 persone solo su Facebook.

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