Ronaldo, Fenomeno per sempre

15/02/2011 di Andrea Mollica

Il ritiro del goleador brasiliano conclude una delle più belle carriere della storia del calcio

Le lacrime che hanno accompagnato l’addio al calcio di Ronaldo hanno provocato una grande emozione in tutti i grandi appassionati di calcio. Il centravanti brasiliano è stato uno dei più grandi giocatori della storia del pallone, e lascia un grande rimpianto, quello di averci fatto vedere troppo poco delle sue enormi qualità tecniche ed atletiche. Nonostante abbia vinto un Mondiale praticamente da solo, cosa riuscita solo a Maradona prima di lui, gli infortuni e la vita spericolata hanno contribuito a rendere meno accecante la luce di Ronaldo, saetta folgorante e giocoliere inimitabile dei prati verdi. Negli ultimi 20 anni solo Zinedine Zidane ha avuto la sua classe, ma rispetto al registra francese Ronaldo disponeva di maggiore incisività, qualità che lo ha messo nell’alveo degli immortali del calcio, al fianco di Pelè, Maradona, Cruijff e Di Stefano.


RISCATTO BRASILIANO – Nato in un quartiere poverissimo di Rio De Janeiro, Ronaldo Luis Nazario da Lima mostra sin dalla più tenera età i segni del predestinato. Scatto bruciante, pallone incollato ai piedi mentre avanza in velocità, tiro secco e preciso, senso del gol molto spiccato e una capacità tecnica di controllo del pallone da vero fuoriclasse brasiliano. Nella stagione d’esordio nel calcio professionistico, nel Cruzeiro, tutti gli appassionati del futbol carioca si innamorano del giovanissimo Ronaldinho, che viene convocato d’imperio nella Seleçao che affronterà i mondiali di calcio degli Stati Uniti del  1994. L’anziano Parreira non schiera il ragazzino visto che ha già la formidabile coppia d’attacco Bebeto-Romario, però già all’epoca il pubblico desidera vedere Ronaldo. Nell’anno della scomparsa di Ayrton Senna, il Brasile diventa per la quarta volta campione del mondo e trova un nuovo mito. Era dai tempi di Pelè che un giocatore verde oro non era considerato il migliore al mondo, dopo che Beckenbauer Cruyff, Maradona, Platini e Van Basten si erano affermati come il top del calcio mondiale negli anni settanta ed ottanta. Certo, il Brasile aveva avuto una lunga teoria di splendidi calciatori, come Zico, Junior, Falcao, Socrates o Careca, ma nessuno si era imposto come il numero uno, il posto che spetta alla Nazione simbolo del gioco del calcio.

ASCESA INARRESTABILE – Pur non avendo giocato un minuto Ronaldo diventa a 17 anni campione del mondo, quando Roberto Baggio spedisce sopra la traversa il rigore più seguito nella storia del nostro Paese. Il ragazzino è già un piccolo crack del calciomercato internazionale, e le squadre italiane se lo fanno colpevolmente sfuggire. I potenti uffici della Philips fanno arrivare primo il PSV Eindhoven sulla stella del Cruzeiro, che lo vende per 6 milioni di dollari. Una cifra notevole per l’epoca, visto che con una somma simile il Barcellona aveva preso Romario, la precedente stella brasiliana del Psv, che aveva consigliato alla sua ex squadra di prendersi il giovane fenomeno. In Olanda la pioggia costante e la mancanza del mare non intristiscono Ronaldinho, che in due anni segna 55 reti in 57 partite, affermandosi a neanche 20 anni come uno dei migliori giocatori del football europeo. Le grandi squadre europee si contendono la giovanissima stella brasiliana, e la corsa la vince il Barcellona, che acquista per 16 milioni di dollari il numero nove del Psv. L’Inter viene battuta, ma l’ossessione per Ronaldo non si esaurirà nell’estate del 1996. Il nuovo attaccante del Barcellona è il secondo acquisto più caro del calciomercato europeo, superato solo dall’acquisto record di Alan Shearer da parte del Newcastle. I primi mesi di Ronaldo in camiseta blaugrana però mostrano tutta la bontà dei soldi spesi dal Barça, e nell’autunno del 1996 il ventenne brasiliano è già considerato dalla maggior parte degli osservatori come il calciatore più forte del mondo, diventando il giocatore più giovane di sempre a conquistare il Fifa World Player. Solo Mathias Sammer arrivò davanti alla stella del Barcellona nel Pallone d’Oro del 1996, e raramente il premio di France Football fu assegnato così  male come quell’anno. La stagione di Ronaldo è semplicemente incredibile, con gol fantascientifici, che vedono il giocatore brasiliano conquistare palloni a metà campo, scartare tutti i suoi avversari per poi segnare senza quasi difficoltà. In una sola stagione il centravanti del Barcellona segna 47 reti in 49 partite, trascinando la sua squadra alla conquista della Coppa delle Coppe, con tanto di rigore decisivo, e la Coppa del Re. Il primo Real Madrid guidato da Fabio Capello vince la Liga all’ultimo secondo, con soli 2 punti di vantaggio sui catalani, ma il calcio mondiale ha già un nuovo indiscusso padrone: Ronaldo.

TRASFERIMENTO A MILANO – Massimo Moratti è arrivato da due anni alla presidenza dell’Inter, e cerca un grande colpo  per riportare i nerazzurri ai livelli leggendari della squadra capitanata da suo padre. Ronaldo è il sogno dell’estate di Moratti, che dopo una lunga trattativa col Barcellona decide di pagare per intero la clausola rescissoria per acquistare il centrattacco dei suoi sogni. Quasi 50 miliardi, acquisto più costoso della storia, e il campionato italiano brilla ancora di più con l’arrivo del più forte calciatore del pianeta. La prima partita in nerazzurro è avara di soddisfazioni per Ronaldinho, visto che la partita a San Siro con un ostico Brescia è sbloccata solo grazie ad una doppia magia di Recoba. Ma dalla trasferta successiva di Bologna, dove Ronaldo scarta due giocatori al limite dell’area per poi segnare con un sinistro preciso e potente, si capisce che l’Inter sarà di nuovo protagonista assoluta del campionato. La squadra di Simoni si confronta con la Juventus di Marcello Lippi, dominatrice della Serie A e della Champions League. I fortissimi bianconeri fanno fatica però a reggere il ritmo imposto dal formidabile Ronaldo, che a suon di reti trascina l’Inter alla sua miglior stagione dopo il campionato vinto dal Trap. Grazie ad una formidabile doppietta del centravanti brasiliano a Roma l’Inter arriva al Delle Alpi di Torino ad un soffio dalla Juve. E’ la partita più famosa degli ultimi decenni del calcio italiano, con la Juve che passa in vantaggio grazie a Del Piero, ma che poi cala fisicamente. A metà secondo tempo l’Inter trova una pericolosa combinazione che libera Ronaldo in aerea, che viene travolto dallo stopper bianconero Mark Iuliano. Il rigore è solare, ma Ceccarini non lo vede, e le polemiche arriveranno perfino in Parlamento, con il Corriere della Sera che dedica l’apertura dell’edizione del lunedì al match dei veleni. Le lamentele di Ronaldo sull’arbitraggio vengono riprese perfino dalla CNN, ma se lo scudetto finisce ancora una volta a Torino, l’Inter conquista la Coppa Uefa grazie alle magie del suo asso brasiliano. Per la prima volta da quando è in Europa Ronaldo non vince la classifica dei capocannonieri, sopravanzato dal tedesco Bierhoff. Il suo contributo è però ancora una volta formidabile, e tutti aspettano la definitiva consacrazione ai Mondiali francesi. A 21 anni e 6 mesi, Ronaldo è ormai una leggenda vivente.

LA PRIMA CADUTA – E’ il 12 luglio del 1998, e il mondo è bloccato davanti alla televisione. La Nazionale di casa, la Francia di Zidane, Blanc, Deschamps e Thuram, arriva alla finale contro il Brasile. I verde oro sono stati trascinati all’appuntamento conclusivo dal loro fuoriclasse. Ronaldo ha segnato già 4 gol, e può diventare capocannoniere anche dell’appuntamento calcistico più prestigioso. Arrivato stanco e leggermente infortunato, un po’ come Alex Del Piero, la stella brasiliana non ha però deluso a differenza del suo rivale italiano, con il quale ha inscenato un memorabile duello a suon di gol e magie nella Serie A terminata due mesi prima. Ronaldo al Parco dei Principi è un fantasma, e la notte parigina che doveva celebrare la sua stella incorona invece Zidane, che gli soffierà il Pallone d’Oro del 1998. La verità trapela poco prima della finale, e si sa che Ronaldo è stato male, molto male. Attacchi di panico, convulsioni, un mistero ancora oggi non chiarito, che trascinano l’asso brasiliano in ospedale a poche ore dal suo match più importante. La delusione per i brasiliani è fortissima, ma Ronaldo è ancora giovanissimo, ed ha appena dimostrato che anche non in piena forma è il giocatore più decisivo a livello mondiale. Alla sua età, neanche Maradona e Pelè avevano dimostrato un simile livello.

IL RISCATTO MONDIALE – Nella stagione 1998/1999 Ronaldo accusa però i postumi del post mondiale, e uno stato fisico non di primo livello condiziona la sua stagione, e quella dell’Inter. Gioca solo 19 partite in campionato segnando comunque ben 14 reti, e in Champions, la prima volta che gioca nella massima competizione continentale, buca la rete solo una volta. A fine stagione Ronaldo riappare in forma, e con l’acquisto record di Vieri l’Inter forma la coppia di attaccanti più forte al mondo. Insieme giocano pochissimo, perché nell’autunno del 1999 inizia il calvario che sembra concludere prematuramente la carriera del più forte calciatore del mondo. Prima una lesione ai legamenti contro il Lecce, poi dopo un lento recupero la clamorosa rottura del ginocchio in diretta televisiva contro la Lazio in Coppa Italia. Un infortunio pazzesco, che emoziona tutto il mondo. Ronaldo passa più di un anno in infermeria, diventando  nel frattempo padre per la prima volta, e ritorna in campo quando l’Inter sembra poter vincere il primo scudetto della seconda era Moratti. Il 5 maggio del 2002 l’Olimpico vede ancora una volta le lacrime di Ronaldo, che stavolta piange per un incredibile insuccesso, inatteso e doloroso. Nessuno lo sa ancora, ma sarà l’ultima immagine di Ronaldo in nerazzurro. E’ l’anno dei Mondiali in Corea e Giappone, e il Brasile, trascinato dal suo centravanti, arriva come un turbo in finale. La Coppa del Mondo è conquistata con un memorabile doppietta di Ronaldo, che sfonda il muro difensivo della Germania e ritorna sul tetto del mondo. Il calciatore più forte a livello globale è ancora lui, a 26 anni e dopo uno degli infortuni più terrificanti della storia del calcio.

DA MADRID ALL’ULTIMO MONDIALE– Ronaldo è il numero uno, e si comporta come tale. Chiede al presidente Moratti di licenziare l’allenatore del mancato scudetto, l’argentino Cuper, con il quale non è mai andato d’accordo. Il presidente nerazzurro rifiuta, e allora Ronaldo decide di andare nella squadra più prestigiosa del mondo, il Real Madrid. Il presidente Florentino Perez completa così un’incredibile collezione d’assi, acquistando in tre stagioni i tre giocatori migliori al mondo, Figo, Zidane e l’asso brasiliano. Ronaldo incanta sin dall’inizio, ed in Champions’ League trova la sua migliore stagione, con una memorabile tripletta all’Old Trafford di Manchester. Ronaldo non ha mai vinto la Coppa dei Campioni, così come Zidane, e spera di replicare il successo del fantasista francese. In semifinale però Ronaldo vede infranti i suoi sogni ancora contro la Juventus. All’andata il 9 merengue è subito decisivo, con un gol che sembra indirizzare la sfida in favore del Madrid. Torna in scena però Mark Iuliano, che azzoppa Ronaldo, la mossa probabilmente decisiva per il passaggio del turno dei bianconeri, ancora di più delle magie di Nedved, Buffon e Del Piero. Ronaldo rientra nel secondo tempo della partita di Torino, provocando subito un rigore poi fallito da Figo, ma la miglior Juventus del decennio elimina il meraviglioso Real Madrid del 2002/2003, che si riscatta riportando nella capitale iberica la Liga. Ronaldo è il capocannoniere dei blancos, mentre vincerà l’anno successivo per la seconda volta il titolo di pichici della Liga. Nella seconda permanenza in Spagna il centravanti brasiliano mostra nei primi anni i pezzi migliori del repertorio, mentre con l’andare degli anni il logorio fisico e la vita poco regolare – famoso il suo girovita da battaglia sul tavolo da pranzo più che sul terreno verde – contribuiscono ad un lento anche se ancora scintillante declino. Ai Mondiali del 2006 si presenta comunque ancora in forma, tanto che i suoi tre gol lo rendono il giocatore ad aver assommato il maggior numero di reti nella Coppa del Mondo. Il suo Brasile è però eliminato ancora una volta dalla Francia, e mentre nella notte di Francoforte la classe di Zidane acceca gli spettatori, il centravanti verdeoro appare spento e non più decisivo come nelle passate edizioni del torneo Fifa.

IL LUNGO TRAMONTO – Nel 2007, a soli 31 anni, Ronaldo è ormai in chiaro declino, e viene sbolognato senza troppi rimpianti al Milan. Il ritorno sul Naviglio rossonero  ferisce i cuori nerazzurri, che però si consolano con le magie di Ibrahimovic, molto più decisive di quelle dell’ex idolo della Curva Nord. Al Milan sono comunque contenti di Ronaldo, che segna 7 gol su 14 partite, una media lontana dai suoi record ma non disprezzabile. La seconda stagione è però caratterizzata dagli infortuni, e il secondo incidente sembra spezzare definitivamente la carriera del centravanti. Alla scadenza del contratto ritorna in Brasile, dove trova spazio nel Corinthians, che lo aspetta dopo la lunga ripresa. Il gossip sull’uomo diventa più importante del calciatore, con un paio di divorzi, le solite tantissime amanti, una nuova famiglia che si allarga, e uno scandalo a fondo sessuale con Ronaldo in compagnia di tre prostitute transessuali.  C’è nel lento tramonto del Fenomeno ancora spazio per gol decisivi ed un campionato, ma il meglio è ormai passato, e gli infortuni e la forma scadente non gli permettono l’ultima passerella mondiale. Nella Coppa del Mondo del 2010 il nome di Ronaldo è però ancora presente quando Klose si avvicina al suo record di gol ai mondiali, ma gli Dei del calcio non permettono per fortuna un simile, blasfemo sorpasso.  Con il 2011 arrivano le lacrime dell’annuncio del ritiro, che concludono una tra le  carriere più memorabili della storia del calcio. Il presidente del Corinthians gli regala una maglietta numero 9 con la scritta “Fenomeno per sempre”, e così Ronaldo sarà ricordato da tutti, come il più fulminante, rapido ed incisivo dei goleador.

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