Sorapis: le foto della frana sulle Dolomiti sopra Cortina

Un fenomeno tanto spaventoso quanto naturale: ecco come i geologi hanno spiegato la frana avvenuta ieri sera sulle Dolomiti che circondano Cortina d’Ampezzo, dove una parete rocciosa si è staccata dal Croda Marcora, cima del gruppo del Sorapis, nel bellunese.

Frana Sorapis: distacco rocce in tarda serata su Ciadin Laudo
Foto: Ansa

LA FRANA SUL CRODA MARCORA – Secondo quanto riferito dagli uomini del Soccorso alpino che questa mattina hanno effettuato i primi rilievi a bordo di un elicottero della Guardia di Finanza, il distaccamento sarebbe avvenuto a 3.150 metri di quota e avrebbe mosso 1500 metri cubi di materiale roccioso. La frana non avrebbe provocato danni né feriti, se si esclude – come riporta il Corriere della Sera – diversi gruppi di camosci che si sarebbero allontanati in seguito al boato provocato dalla frana.

Guarda le foto:

FENOMENO NATURALE – Non è chiaro cosa abbia provocato la frana, ma gli esperti spiegano che si tratta di un fenomeno piuttosto comune a causa della fragilità delle Dolomiti stesse, le cui rocce vengono continuamente sottoposte a sbalzi termici dal giorno alla notte, rendendole quindi meno resistenti. Si tratta, sottolinea l’Ansa, di una frana completamente diversa di quella del Vajont che esattamente cinquant’anni fa provocava un disastro senza precedenti. Ma quel disastro fu provocato dall’uomo: una parete del Monte Toc, infatti, era precipitato all’interno di una diga, che tracimò senza lasciare scampo ai comuni vicini.

I PRECEDENTI – I crolli naturali, specialmente sulle Dolomiti, sono relativamente più frequenti: nell’ottobre del 2007 una guglia alta 100 metri venne giù dalla cima Una, nelle Dolomiti di Sesto. I testimoni ricordano di aver avvertito un enorme boato intorno alle 9 del mattino, udito a chilometri di distanza. In quell’occasione le Dolomiti restarono coperte per giorni, avvolte in una nuvola di polvere, alta come quella di un temporale estivo. Tanta paura, certo, ma per fortuna nessun ferito: molti paragonarono la scena del crollo alla caduta delle Torri Gemelle a New York.

«COME UN AEREO CHE SI SCHIANTA» – Accadde di nuovo l’autunno successivo, quando da una cima delle Pale in Trentino si staccò un pezzo di roccia tanto grande da provocare un boato simile «allo schianto di un boeing», come lo descrissero alcuni escursionisti. Nel 2004 era successo sulle Cinque Torri sopra Cortina, insieme a una frana staccatasi dal monte Cir, e nell’estate del 2007 un fenomeno simile si ebbe nella zona di Longiarù. Come sa bene la gente che tra queste montagne vive, il più delle volte i crolli avvengono sul finire dell’estate, quando improvvisamente la temperatura si abbassa e l’umidità di qualche nevicata fuori stagione si ghiaccia, spaccando poi la roccia. E, se il fenomeno avviene alla base di una cima, questa crolla.

(Photocredit: ANSA)

Share this article