Chi l’ha visto: Lavinia Simona Ailoiaiei e i video hard del suo assassino

«L’assassino si è incastato da solo». E’ con queste parole che Federica Sciarelli nella puntata di Chi l’ha visto in onda ieri sera ha presentato il caso dell’uccisione della 18enne rumena Simona Lavinia Ailoiaiei, il 6 settembre strangolata durante un gioco erotico e abbandonata in un campo di mais a Pergola, frazione di San Martino in Strada, a cinque chilometri da Lodi. L’assassino, il 41enne Andrea Pizzocolo, non ha potuto far altro che ammettere le sue colpe dopo che gli inquirenti hanno scoperto il filmato dell’omicidio che lui stesso aveva provveduto a registrare.

 

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70 DONNE FILMATE – La notizia delle ultime ore è che la polizia ha individuato circa 70 donne filmate da Pizzocolo, probabilmente a loro insaputa, durante i rapporti sessuali. A Chi l’ha visto il procuratore della Repubblica di Lodi Vincenzo Russo sostiene che l’uccisione di Simona potrebbe non essere un episodio isolato. L’omicida potrebbe, dunque, aver commesso altri reati. «Magari altri episodi non hanno avuto lo stesso tragico epilogo – dichiara Russo in questi giorni -. Ma è proprio perché abbiamo individuato atti concreti che potrebbero portare a nuovi elementi a carico di Pizzocolo che lancio un appello particolarmente accorato affinché chi sa qualcosa contatti la procura o la questura di Lodi e parli».

 

 

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Il servizio di Chi l’ha visto (nel video dal minuto 48), che riprende le immagini private di Andrea Pizzoloco, mostra il 41enne insospettabile ragionere mentre scherza, in un video del 2002. Poi il balzo in avanti nel tempo, per ricostruire quanto accaduto il 6 settembre scorso. Andrea è alla guida della sua macchina, una Hyundai bianca. Da Arese, dove abita, a pochi chilometri da Milano deve raggiungere un motel ad Olgiate Olona, un comune in provincia di Varese. Andrea ha una compagna e una figlia di 6 anni, che sono ancora in vacanza. Andrea viaggia per incontrare Simona Lavinia, che aveva compiuto 18 anni a luglio e che aveva conosciuto su un sito di incontri. Si era offerta per un incontro a pagamento. Si erano già visti due giorni prima. E in quella occasione Andrea aveva chiesto alla giovane rumena di praticare bondage, di legarla quindi con corde e legacci. Andrea arriva per primo in albergo la sera del 6 settembre, alle 23, registrandosi con un documento falso rubato ad un collega di lavoro. Alla reception dice di essere in attesa di una donna. Gli chiedono, dunduq, di fornire i dati dell’altra persona. A quel punto Andrea chiama Dora (il nome con il quale si faceva conoscere online Simona Lavinia). Poi va in camera a sistemare le microcamere nascoste per filmare il rapporto sessuale con la 18enne. Dora arriva a mezzanotte e raggiunge Andrea in camera senza sapere delle telecamere. Il rapporto dura 4 ore. E finisce male. Lui stringe corde al corpo di Simona Lavinia e delle fascette da elettricista al collo che finiscono per strangolare la ragazza. Senza farsi vedere Andrea raccoglie il corpo senza vita di Dora e lo porta con sè. Per circa un’ora e mezza guida nella notte. Fa anche una sosta all’autogrill. Alle 5 e 30 raggiunge un alto motel, a San Martino di Strada, utilizzando stavolta la sua vera carta d’identità. Andrea sembra ripetere il copione del primo albergo. Sistema il corpo in camera, poi ha un nuovo rapporto sessuale, stavolta però la ragazza è morta. Lascerà il motel dopo circa 10 ore. Abbandonerà il corpo nudo in un campo di mais. Verrà scoperto da un contadino. La salvietta ritrovata al volto di Simona Lavinia consentirà agli inquirenti di risalire al motel e dunque all’assassino.

 

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L’APPELLO DEL PROCURATORE – Il procuratore Russo precisa: «Nella notte Pizzocolo non ha confessato immediatamente l’omicidio, ha parlato di tragico epilogo di un gioco erotico». Ovviamente ipotesi non credibile – spiega il procuratore – perché c’erano ben due fascette legate al collo. Non c’era intenzione di partecipare ad un sesso violento da parte della ragazza. Per quanto riguarda le altre scene (delle 70 donne) ci sono scene di sesso estremo senza violenza. Ma ci sono ragazze con strisce ai polsi o ai piedi, alle gambe. Il campionario trovato a casa di Pizzocolo era un campionario di oggetti per giochi erotici. Dopo gli appelli del procuratore si sono fatte vive diverse ragazze. Il procuratore si appella a chi non ha ancora parlato, a farsi vive per raccontare. Pizzocolo aveva scaricato dal web anche circa 1.500 video pornografici. Si cerca di individuare le ragazze che ha frequentato l’assassino attraverso i dati dei motel. Molte sono straniere, particolare che rende più difficili le ricerche. Il rischio – dice la Sciarelli – è che potrebbero essere state uccise anche altre persone.

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