Bernardo Caprotti, la lettera al Corriere della Sera e l’addio all’Italia

Bernardo Caprotti torna sugli scudi. Dopo la lettera al Corriere della Sera diretto dall’amico De Bortoli, il quale presentava con lui «Falce e Carrello» cinque anni fa, oggi fa sapere di non avere più intenzione di aprire supermarket in Italia. Ne parla Nino Sunseri su Libero:

«È troppo difficile fare impresa in Italia: abbiamo deciso di fermare tutti i nuovi progetti». È l’annuncio diBernardo Caprotti, 87 anni, fondatore e animatore solitario di Esselunga,unadelle più belle aziende di grande distribuzione esistenti in Italia: 6,8 miliardi di fatturato (in crescita del 3,2% nonostante la caduta dei consumi), 145 punti di vendita, 20.200 dipendenti aumentati l’anno scorso di cinquecento unità a dispetto della disoccupazione dilagante. Un gioiello su cui, negli anni, hanno messo gli occhi tante multinazionali. Nonostante gli 87 anni Caprotti, però, nonha molla.Hascritto un paiodigiorni fa una lettera al Corriere della Sera. Una delle poche volte che ha accettato le luci della ribalta.

Sunseri qui evidentemente è ironico… Caprotti non sembra invece per niente allergico alla ribalta:

L’ha fatto per lamentare le difficoltà che incontra ogni giorno nel suo cammino di imprenditore: «La giungla di norme, regole, controlli, ingiunzioni, termini, divieti che cambiano continuamente col cambiare delle leggi, dei funzionari, dei potenti» Eppure non vende. Pare che gli americani di Walmart avessero offerto un grattacielo di miliardi per comprare il suo gioiello. Eppure non ha voluto cedere. Una cocciutaggine assoluta che, probabilmente, è alla base della litecon i figli finita anche in tribunale. Protesta per il fatto che, ogni giorno deve fare «uno slalom gigante con le porte che vengonospostate mentre scendi.Un’azienda affondata nelle sabbie mobili italiane». Però non vende e questo sembra in contrastoconla stanchezza che traspare dalle sue parole. C’è ovviamente da chiedersi che cosa sarebbe successo se avesse potuto dispiegare fino in fondo le sue capacità imprenditoriali.

Qui la risposta di Conad a Caprotti:

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