Giuliano Amato: dalla pensione d’oro alla nomina alla Corte Costituzionale

Dopo l’anticipazione del Corriere della Sera è arrivata l’ufficialità: Giuliano Amato è nuovo giudice della Corte Costituzionale su nomina di Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «con decreto in data odierna, ha nominato ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale il Professore Giuliano Amato», si legge in un comunicato del Quirinale, «in sostituzione del Professor Franco Gallo, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 16 settembre. Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Onorevole Dottor Enrico Letta. Della nomina del nuovo Giudice Costituzionale il Capo dello Stato ha dato comunicazione al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente della Corte Costituzionale».

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GIULIANO AMATO GIUDICE DELLA CONSULTA – Una nomina che arriva dopo che il nome di Amato era spuntanto tanto nelle recenti cronache politiche italiane. Prima come candidato virtuale alla presidenza della Repubblica quando si cercava un nome condiviso e apprezzato anche dal Popolo delle Libertà. Poi addirittura come premier, e si diceva che il suo nome era nella rosa di Napolitano; infine, anche come ministro di Enrico Letta. Il tutto nonostante il precedente non fosse di certo entusiasmante. Amato è tornato periodicamente nelle cronache del quotidiano italiano, ad esempio per i 40mila euro di rimborso che ha chiesto e ottenuto sulla pensione. O per la battuta sul parlamento dei fuoricorso con cui fustigava l’attuale classe politica.

LA STORIA DELLA PENSIONE – Poi c’è stata la storia dei suoi emolumenti. “E’ falso che io percepisco una pensione di 31mila euro al mese. E’ una notizia che serve solo per farmi del male”: lo dice Giuliano Amato a margine di un convegno oggi, mentre il suo nome è stato inserito nella lista dei papabili per Palazzo Chigi. “I 31mila euro di cui si parla – ha detto – cumulano la pensione con un vitalizio che ogni mese io destino a delle attivita’ di beneficenza”. Amato ha poi aggiunto: “Se si continua cosi’ si fa passare l’unico parlamentare che ha rinunciato al proprio vitalizio come percettore di prebende”. Poi precisa: “La mia pensione e’ di 22mila euro lorde che al netto diventano 11.500 euro. Una pensione per niente bassa, ma il problema dell’Italia non e’ che esistono pensioni da 11mila euro, ma che ci sono persone che a prescindere dal loro merito sono schiacciate ai livelli piu’ bassi”.

LA PENSIONE DI AMATO – Un concetto che Amato aveva ribadito già in altre occasioni, anche in una lunghissima lettera a Repubblica dell’agosto scorso:

E’ una pensione alta, lo so, che sta tuttavia sotto il tetto stabilito dal governo Monti per i trattamenti pubblici ed è peraltro inferiore a quella che riscuotono giudici costituzionali, alti magistrati ed altri funzionari, specie se andati in pensione dopo di me. Posso essere crocifisso per questo, quando sono forse l’unico ex parlamentare che ha rinunciato al vitalizio? Forse lo fa invece sulla base dei tanti incarichi che mi sono trovato ad assolvere e di quelli che ancora assolvo (gratuitamente e quindi senza cumuli), vedendomi per ciò stesso come espressione di quella casta di cui ci si vuol liberare. […] Pensiamoci, queste sono domande che non mettono in gioco soltanto la mia dignità. Mettono in gioco il futuro che vogliamo e la cultura con la quale lo stiamo disegnando.

Mentre a Otto e Mezzo sul punto era stato evasivo:

LA RISPOSTA DI MARIO GIORDANO – All’epoca della lettera a Repubblica, Mario Giordano, che aveva rivelato nel suo libro “Sanguisughe” la sussistenza del vitalizio di Amato, rispose però così:

a) Deve vergognarsi perché prende 31mila euro al mese fra pensione Inpdap (22mila euro) e vitalizio da parlamentare (9mila euro) come finalmente ammette lui stesso nella medesima lettera;

b) Deve vergognarsi perché prende 31mila euro al mese di pensione dopo aver tagliato le pensioni agli italiani;

c) Deve vergognarsi perché è stato il principale consigliere economico e politico di Craxi e non si è mai accorto dello sfascio e dei furti della prima Repubblica (dormiva?);

d) Deve vergognarsi perché da sempre fa parte della classe dirigente che negli ultimi decenni ha consentito l’esplosione dei costi della politica e degli annessi privilegi;

e) Deve vergognarsi perché nonostante questo, nel 2012 è stato nominato da Monti consulente per i tagli ai costi della politica e non ha fatto nulla per tagliarli davvero;

f) Deve vergognarsi perché uno che è stato due volte presidente del Consiglio, due volte ministro del Tesoro, una volta ministro dell’Interno e presidente dell’Authority del mercato non può dire “non faccio parte della casta”.

Fra l’altro nella lettera a Repubblica Amato, dopo aver ammesso di prendere 31mila euro al mese di pensione, dice che i 9mila del vitalizio li gira a una comunità di assistenza. Bene, invece di tante inutili parole di autoelogio, Amato ci dica di quale comunità si tratta e soprattutto esibisca le ricevute dei versamenti che come dice lui sono già stati effettuati nei mesi scorsi. Solo così potrebbe smettere di vergognarsi, almeno un po’.

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