La storia del ragazzo «curato» dal cancro con il bicarbonato

“Gravissima alcalosi metabolica da somministrazione endoarteriosa di bicarbonato”. E’ questa, secondo i consulenti della Procura di Catania – delegata dal PM Attilio Pisani della Procura di Roma, titolare delle indagini – la causa che ha determinato il decesso di Luca Olivotto, il giovane ventottonne che si ricoverò nell’ottobre dello scorso anno presso la Universal Hospital Group di Tirana su indicazioni di Tullio Simoncini, l’ex medico, radiato da vent’anni, secondo il quale il cancro è un fungo da debellare con infusioni massicce di bicarbonato di sodio.

LA STORIA DEL CANCRO CURATO CON IL BICARBONATO – Il 16 ottobre 2012 il giovane Olivotto, cui nel giugno del 2012 era stato diagnosticato un tumore al cervello, era stato accompagnato a Tirana dai propri genitori, Olinto e Silvana Olivotto, persuasi dalla bontà della terapia e rassicurati circa il risultato conseguibile (oltre il 70% di possibilità di guarigione) e le eccellenti condizioni della Clinica di Tirana. Dopo aver ricevuto 20mila euro in contanti ed aver inserito, con l’ausilio di un altro medico italiano, il catetere nell’arteria femorale, Simoncini aveva cominciato ad infondere le prime sette fiale di bicarbonato, dovendo tuttavia sospendere il “trattamento” a causa dei forti mal di testa e violenti spasmi addominali del giovane.

LA TERAPIA – La terapia riprendeva il giorno successivo, ma dopo la somministrazione di altre fiale Luca comincia a stare male: vomita ed è scosso da violenti spasmi muscolari. Gli viene somministrato del valium ma le condizioni del ragazzo precipitano: alle 18 dal ragazzo esce bava dalla bocca che impone l’immediato  trasferimento presso il vicino ospedale “Madre Teresa” di Tirana, dove Luca muore pochi minuti dopo l’ingresso in Ospedale. A distanza di circa un anno i consulenti del PM, dr.ssa Veronica Arcifa e Dr. Nunziata Barbera, dopo aver reperito con molte difficoltà la documentazione medica di Tirana e le testimonianze rese dinanzi alle autorità albanesi, hanno depositato una consulenza che non lascia adito a dubbi in ordine alle cause del decesso: “le manifestazioni cliniche cui andò incontro il paziente Olivotto Luca Ernesto durante la degenza nella struttura “Universal Hospital Group” di Tirana sono riconducibili agli effetti sistemici prodottisi per effetto della somministrazione di bicarbonato di sodio, foriera di gravissima alcalosi metabolica ed infine dell’exitus”.

LUCA OLIVOTTO E I GENITORI“Abbiamo atteso con ansia il deposito della consulenza che conferma quanto già immaginavamo”, dichiarano Silvana e Olinto, i genitori del ragazzo: “Luca è entrato con le sue gambe nella clinica di Tirana. La sera prima del trattamento rideva e scherzava con noi al ristorante. Lo abbiamo visto soffrire sempre di più, fiala dopo fiala, ma Simoncini ci rassicurava, dicendo che si trattava di una reazione normale e che il male stava regredendo grazie al bicarbonato” .

COSA DICE L’AVVOCATO – Secondo l’avvocato Francesco Lauri che assiste la famiglia assieme all’avvocato Giovanna Zavota, la consulenza appena depositata “e’ un primo passo verso un processo che, ci auguriamo, inchioderà Simoncini  definitivamente alle sue responsabilià. Nonostante la radiazione dall’albo dei medici risalente al 1993, una condanna per omicidio colposo e truffa nel 2006 ed una delibera dell’autorità garante della concorrenza e del mercato che nel  maggio del 2011 ha dichiarato la promozione delle sue “cure” una pratica commerciale ingannevole e scorretta vietandone la promulgazione a mezzo web”, prosegue il legale, questo signore continua indisturbato a promuovere in rete la sua “pratica” attraendo persone disperate e vulnerabili”.

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