Tutto quello che c’è da sapere sulle armi chimiche

Dopo il massacro di Damasco di mercoledì scorso, dove oltre mille persone hanno trovato la morte in seguito all’uso di un gas tossico, l’opinione pubblica mondiale torna a parlare di armi chimiche. Il presidente siriano Bashar al-Assad è stato accusato di aver ordinato un attacco a base di Sarin, un gas che colpisce il sistema nervoso e che porta alla morte nel giro di pochi minuti. Il fatto che Assad possa aver utilizzato armi non convenzionali per costringere gli insorti alla resa potrebbe essere il “casus belli” in grado di sbloccare un intervento armato da parte delle forze internazionali, che considerano l’utilizzo di armi chimiche come una sorta di punto di non ritorno nella guerra civile che da oltre due anni imperversa in Siria.

Siria: strage alle porte di Damasco, denunciato uso gas nervino

DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE A OGGI – L’uso delle armi chimiche, ricorda Kent Sepkowitz dalle pagine del The Daily Beast, non è certo una novità del conflitto siriano: il primo utilizzo di gas letali risale alla Prima guerra mondiale da parte dell’esercito tedesco, che utilizzò il cloro negli attacchi alle truppe nemiche. Da allora le cosiddette armi non convenzionali sono aumentate in numero e in potenziale letale: ad oggi esistono una dozzina di agenti catalogati come “armi chimiche” suddivisi in quattro gruppi sulla base degli effetti che provocano. nonostante l’immaginario collettivo identifichi le armi chimiche come preparati in forma gassosa, queste possono essere anche in forma liquida o solida, e possono avere diverse modalità di utilizzo.

Guarda le foto (attenzione, alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità)

GAS MOSTARDA – Durante la Prima guerra mondiale, spiega ancora Sepkowitz, furono usati due tipi di armi chimiche: quelle che attaccavano il sistema respiratorio, come il fosgene, e i gas vescicanti, come il cloro e l’iprite, il cosiddetto “gas mostarda” che poteva anche causare la morte per asfissia a causa del suo potere irritante. Il “gas mostarda”, sostituì ben presto il cloro negli attacchi chimici dell’esercito tedesco. Usato soprattutto sui campi di battaglia del Belgio, questo gas tossico causava ustioni e bolle sulla pelle dei soldati nemici, che morivano di asfissia. Questo stesso gas fu utilizzato anche nella guerra tra l’Iran e l’Iraq, ed era una delle “armi di distruzione di massa” sospettate di essere in possesso da Saddam Hussein. Paradossalmente, il principio attivo contenuto nel gas mostarda, è diventato in seguito la sostanza alla base dei primi trattamenti chemioterapici. I medici che hanno condotto l’autopsia sui corpi dei soldati uccisi, scoprirono che il midollo e i linfonodi di questi uomini erano stati come “prosciugati” dall’azione del gas, portando quindi alla sperimentazione di una terapia farmacologica nella cura dei linfomi e della leucemia.

GAS NERVINI – La terza categoria di armi chimiche è rappresentata dai gas nervini. Il Sarin è diventato tristemente famoso per essere stato utilizzato nell’attentato alla metropolitana di Tokyo nel 1995, dove morirono 12 persone e centinaia furono i feriti. La formulazione di questi agenti è nota soltanto a pochissime persone ma si sanno perfettamente quali danni provocano: bloccano le sinapsi cerebrali provocando il collasso del sistema nervoso. Chi è esposto a questo tipo di sostanze accusa palpitazioni ed eccessiva sudorazione, fino alla paralisi e alle convulsioni che provocano la morte. Sulla base dei video trapelati dopo l’attacco di mercoledì scorso a Damasco, sarebbe proprio il Sarin  o un altro gas nervino – il principale sospettato della strage.

 

LEGGI ANCHE: Tutte le balle sulla Siria 

 

DERIVATI DAL CIANURO – Esiste poi un quarto gruppo di armi chimiche: quelle derivate dal cianuro. Queste sostanze non attaccano né il sistema respiratorio né quello nervoso, ma entrano nel sangue attraverso l’inalazione, provocando la morte per avvelenamento. Di questa famiglia, l’esponente più tragicamente noto è lo Zyklon B, utilizzato nei campi di sterminio nazisti per uccidere in modo rapido gruppi sempre più numerosi di prigionieri. Dalla fine del conflitto, non sono noti altri utilizzi dello Zyklon B.

(Photocredit: LaPresse e Getty Images)

Share this article