Elena Isinbayeva: l’omofoba che fa finta di non esserlo

La comunità Lgbt e non solo contro Elena Isinbaeva, la regina del salto con l’asta è entrata nell’occhio del ciclone a causa di una dichiarazione rilasciata poco dopo la vittoria del titolo mondiale ai campionati di Mosca diventata per molti una specie di manifesto dell’omofobia.

LA DICHIARAZIONE SHOCK – Queste le sue parole, che hanno lasciato di sale molti dei suoi ex tifosi:

Se accettassimo di promuovere i diritti degli omosessuali e di fare tutto queste cose per le strade, saremmo molto preoccupati per il nostro paese perché ci consideriamo persone normali, standard. Viviamo soltanto uomini con donne e donne con uomini

Parole forti che non potevano passare per inascoltate, sopratutto perché a pronunciarle è stata un’eroina dello sport russo. Elena Isinbayeva è stata la prima donna a valicare la storica barriera di 5 metri nel salto con l’asta. La donna è titolare dei record di altezza all’aperto ed europeo nell’indoor e nella sua carriera ha migliorato 28 volte il limite assoluto. In carriera ha vinto due medaglie d’oro olimpiche, nel 2004 e nel 2008, mentre ha vinto tre ori mondiali nel 2005, 2007 e 2013. La Iaaf, la federazione mondiale d’atletica, l’ha nominata per tre volte atleta dell’anno, nel 2004, nel 2005 e nel 2008. Nel 2007 e nel 2009 fu atleta al mondo dell’anno.

UNA CARRIERA AL VERTICE – Parliamo quindi di un’eroina dello sport mondiale diventata nel corso degli anni anche un’autorità in Russia, il suo Paese. Il 23 marzo 2003, al Palazzo di Stato del Cremlino, venne insignita ufficialmente dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin della medaglia dell’Ordine d’Onore mentre nelle competizioni russe rappresenta la squadra militare delle ferrovie di stato. Inoltre è un ufficiale dell’esercito russo. Il 4 agosto 2005 le è stato assegnato il grado di tenente. Il 19 agosto 2008 è stata promossa al grado di capitano. L’unica macchia nella sua carriera, almeno fino alla dichiarazione post mondiale, è rappresentata da un ritiro indefinito annunciato nel 2010 a Doha, in Qatar, dopo la gara mondiale d’atletica e durata un anno.

 

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OBIETTIVO SOCHI – La sua immagine rimarrà necessariamente offuscata da quanto accaduto due giorni dopo la vittoria dell’oro mondiale di Mosca. La Ria Novosti ci spiega che l’intenzione dell’atleta era quella di rafforzare il suo governo dopo il voto che ha dato il via libera ad una legge definita dall’opposizione “limitante della libertà di parola”. Parliamo di una legge che vieta la propaganda di “orientamento sessuale non tradizionale ai minori” con l’arresto e l’espulsione degli stranieri che violano la legge. La Isinbayeva ha rincarato la dose ampliando il discorso sulle olimpiadi di Sochi, dove sarà sindaco onorario del villaggio olimpico:

“Ci consideriamo tradizionalisti. Gli uomini vivono con le donne, è un fatto storico. Spero che tutto questo non influenzi i giochi di Sochi”.

LA RABBIA SU FACEBOOK – Queste parole hanno scatenato un putiferio, testimoniato anche dalle reazioni dei tifosi su Facebook. La pagina dell’atleta nelle ultime ore si è riempita d’insulti in varie lingue con la comparsa di varie emoticon, di cui una estremamente riconoscibile. I responsabili sono per lo più ex tifosi rimasti basiti di fronte ad una tale chiusura dell’atleta nei confronti di diritti ormai inalienabili e ribaditi da alcuni atleti che parteciperanno all’olimpiade di Sochi con tanto di spille che ricordano i diritti della comunità Lgbt. La violenza della reazione da parte dei tifosi ha spinto la Isinbayeva a prodursi in un comunicato di scuse:

“L’inglese non è la mia prima lingua e penso che io sia stata fraintesa quando ho parlato ieri. Quello che volevo dire era che la gente dovrebbe rispettare le leggi di altri paesi, in particolare quando sono ospiti. Ma vorrei che fosse chiaro che io rispetto le opinioni degli altri atleti e voglio dire in termini decisi che sono contraria a qualsiasi discriminazione nei confronti delle persone omosessuali sulla base della loro sessualità”

Ma certo la sua stella da oggi in poi sarà irrimediabilmente offuscata.

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