La truffa on-line delle case vacanza

E voi affittereste una casa-vacanza da un privato via internet, magari pagando una caparra con bonifico o vaglia ed affidandosi ai documenti inviati via mail? Probabilmente si, e del resto non ci sarebbe nulla di strano.

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LA TRUFFA – E se invece poi la casa non ci fosse o se fosse già affittata? Le cose evidentemente assumono un contorno notevolmente diverso. Con la consapevolezza che un incidente simile è in grado di rovinare la vostra vacanza. Parliamo di una delle truffe più comuni degli ultimi anni, ovvero annunci di case vacanza magari meravigliose ed a poco prezzo che si rivelano poi delle fregature. Parliamo dell’ultima in ordine di tempo. Parallelo41 ci presenta la storia di quattro ragazzi i quali, dopo una lunga ricerca per una casa sul mare nella zona di Baia Verde, a Gallipoli, in Puglia, hanno pagato un acconto di 400 euro per un’abitazione grande, a poca distanza dal mare e dal costo di 1200 euro a settimana, dal 10 al 17 agosto.

 

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IL MODUS OPERANDI – Una cifra accettabile vista la media del periodo. Inoltre la casa è stata trovata sul portale subito.it, con tanto di fotografie che certificavano la bontà dell’affitto. Inoltre il proprietario, molto gentile, aveva dato disponibilità anche nell’accordarsi sulla percentuale della caparra, passata dal 50 a 30 per cento. Il signore manda via mail il contratto da firmare, una carta d’identità, il codice fiscale e l’Iban. Poco dopo arrivò la conferma della prenotazione. I ragazzi hanno però dimenticato d’inviare la copia del contratto firmato, fatto solo il 31 luglio. Da quel momento il gentile signore scompare ed al numero fisso segnato risponde un altro che spiega di aver ricevuto almeno una decina di telefonate di persone che chiedevano della casa.

 

 

IL PRETE DETECTIVE – Il signore in questione si chiama Filippo Laborante, ma si tratta di un nome falso, così come quello presente nella carta d’identità, contraffatta. Il vero signor Laborante, titolare del numero di telefono fisso, è costretto a subire gli strali dei truffati ed a sua volta si è rivolto alla polizia per tutelarsi. Ma quella di Filippo Laborante e dei quattro ragazzi di Castellamare non è certo una storia fuori dal comune. Una rapida ricerca sul web conferma che questa è una delle tante storie che affollano la rete e le cronache locali. La Nuova Venezia ci parla di un prete che ha scoperto una truffa relativa ad una casa vacanze inesistente in quel di Jesolo. Il prelato aveva risposto ad un annuncio su ebay dando 240 euro ad un contatto al quale aveva chiesto una casa che avrebbe ospitato i ragazzi del circolo parrocchiale.

L’ESPERTO – La casa però non esisteva e dopo aver fatto un sopralluogo e parlato con i residenti della zona è tornato a Treviso denunciando l’accaduto alla polizia. Il religioso si è insospettito per alcuni errori presenti nella mail di conferma ed a Jesolo si accorse che il fantomatico proprietario non esisteva, anche se la casa era lì. La conferma della truffa è arrivata dopo che il sacerdote, attraverso un suo conoscente, ha chiesto la disponibilità dell’appartamento per il periodo in cui l’aveva occupato, ottenendo una risposta positiva. Rimaniamo in Veneto per raccontare di un’altra truffa, riportata dal Gazzettino. Un trentottenne di Lagnosco, in provincia di Pavia, affittava un appartamento di Sottomarina, in provincia di Venezia, ai turisti anche se la casa non era sua e la proprietaria non era a conoscenza della sua politica.

 

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UNA TRUFFA DA 350 EURO – I turisti versavano il denaro per l’affitto sul conto corrente del truffatore, si presentavano nel Veneziano ed una volta arrivati scoprivano che la casa era già abitata. Il trentottenne, già conosciuto alle forze dell’ordine, è stato denunciato dai carabinieri di Chioggia con l’accusa di sostituzione di persona e truffa. Anche in questo caso l’annuncio è comparso sul web. Veniva pubblicata l’immagine e forniti i prezzi che i clienti avrebbero dovuto pagare per ottenere l’affitto della casa. I truffati al momento sono due, altrettante famiglie arrivate a casa della signora dopo aver pagato con bonifico 350 euro cadauna. Le tre storie sono unite da un unico filo conduttore, ovvero la necessità di fare attenzione alle potenziali truffe presenti sul web.

L’IMPORTANZA DI CAPIRE – E non si tratta di una mera questione geografica. Magheggi del genere accadono in tutta Italia, senza distinzioni di sorta. Il Giornale locale ci parla dell’arresto di 16 persone, condotto dai carabinieri della compagnia NapolI Vomero, con l’accusa di truffa. Costoro si sono resi protagonisti di raggiri a danni di concessionarie di automobili ed a danni di soggetti ai quali affittavano per il periodo estivo case vacanza in Sicilia e Sardegna incassando la caparra. Eppure in internet si trovano anche offerte genuine da parte di persone desiderose di affittare il proprio locale al mare. Tutto sta nella capacità di cogliere i piccoli segnali che, come nel caso del prete di Jesolo, possono permettere l’individuazione della truffa.

COME PROTEGGERSI – Sardinia point ci fornisce alcuni suggerimenti utili per evitare di scoprirsi sia truffati sia derubati dei propri soldi e della propria vacanza. Intanto le foto della casa sono rubate da altri siti. Il telefono fornito è un cellulare, il truffatore fornisce un nome di fantasia, ma sopratutto la casa ha un prezzo incredibilmente basso rispetto sia al mercato immobiliare sia al periodo di vacanza. Ad esempio nella zona di Gallipoli una casa puo’ costare anche 2000 euro a settimana. Uno sconto di 800 euro nella settimana chiave di agosto appare alquanto eccessivo. Il contratto in genere è carta straccia perché presenta dati inventati e se si fanno domande sulla zona, le risposte sono quantomeno imprecise. Per evitare raggiri futuri è opportuno avere la certezza di conoscere il nostro interlocutore magari lanciando qui e là trappole come domande sulla località o sullo stato dell’immobile, da farsi a più riprese, per avere la certezza che non cada in errore, oltre ad un confronto dei prezzi garantiti dal mercato. E già basta questo per mettersi al riparo da spiacevoli conseguenze. (Photocredit Lapresse / Repertorio)

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