Il maschio spagnolo prostituto per crisi

La disoccupazione monta, la crisi ha fatto disastri e così sempre più spagnoli trovano un’occupazione nell’industria del sesso.

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DI NASCOSTO – Discrezione, soprattutto discrezione “per me, per la mia famiglia, per i miei amici e clienti“, dice un sex worker iberico intervistato dall’edizione spagnola di Huffingtonpost. Secondo gli esperti sentiti dalla testata, la prostituzione maschile è molto meno visibile di quella femminile e quasi impossibile da tracciare, anche se ad esempio su uno dei siti specializzati appare un annuncio per “ragazzi da compagnia” ogni 15 minuti e quindi il fenomeno è sicuramente rilevante.

LE PECULIARITA’ – Una discrezione pretesa dai clienti, che siano donne o uomini, perché lo stigma sociale nel loro caso è ben diverso e più pesante di quello che accompagna, quando l’accompagna, il tipico fruitore eterossesuale della prostituzione femminile. Altra differenza è che la fascia d’età principale è situata tra i 25 e i 35 anni, l’attività è tipicamente saltuaria e libera da fenomeni come la tratta o il parassitismo dei protettori, pochi anche quelli che si offrono per strada.

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LA DOMANDA È MASCHILE – Le tariffe anche qui variano a seconda delle prestazioni richieste o all’eventuale consumo di droga abbinato all’incontro sessuale, anche se si parla per lo più popper (un dilatatore) o Viagra, ma un addetta a tempo pieno nella capitale riesce a guadagnare dai 1500 ai 3000 euro al mese, a seconda dell’impegno e dei momenti. Un’indagine del 2006 ha accertato che il 23% dei lavoratori del sesso spagnoli di dichiarava omosessuale, il 20 etero e oltre il 46% bisessuale, una distribuzione fortemente influenzata dalla domanda, circa il 90% della clientela è infatti maschile.

 

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