L’ombra nera sulle luci rosse di Amsterdam

Uno dei luoghi simbolo della prostituzione nel mondo, il quartiere a luci rosse di Amsterdam, potrebbe subire una profonda trasformazione. Per la prima volta dalla sua legalizzazione la vendita del sesso viene messa in discussione nei Paesi Bassi, con proposte di legge che ne chiedono il divieto, ispirate a simili leggi che vigono in altri nazioni come la Svezia.

TO GO WITH AFP STORY BY ALIX RIJCKAERT A

PROSTITUZIONE ALL’INDICE – In questo momento, riferisce l’edizione tedesca del Wall Street Journal, il quartiere rosso di Amsterdam non sembra essere cambiato per nulla. Una lunga teoria di belle ragazze in bikini, che ammiccano con lo sguardo i passanti dalle vetrine diventate celebri in tutto il mondo. Sullo sfondo ci sono letti colorati ed un invito implicito, che molti turisti non rifiutano. Le cose però potrebbero rapidamente cambiare, rimarca il quotidiano finanziario, visto che nei Paesi Bassi la legalizzazione della prostituzione viene messa pesantemente in discussione, per la prima volta dalla sua legalizzazione, avvenuta nel 2000. Il fine della normativa era la riduzione del traffico delle persone, e questo non è stato colto, denunciano gli avversari della legge. ” Tolleriamo la moderna schiavitù per un qualcosa di così primitivo come la voglia di sesso”, rimarca Myrthe Hilkens, deputata dei laburisti del PvdA.  In questo momento si discute di istituire una registrazione delle prostitute, già approvato dalla Camera ma non dal Senato, così come dell’aumento dell’età minima per esercitare la professione, dai 18 ai 21 anni. Anche il divieto però è stato proposto dal partito cristiano del Cda, storica formazione di governo dei Paesi Bassi.

NUOVE REGOLE – Anche ad Amsterdam si discute di cambiamenti, che introducano una stretta regolamentare sul commercio del sesso. Nella città più grande dei Paesi Bassi si discute di una chiusura anticipata dei bordelli, così come della restrizione della professione alle sole prostitute che sappiano parlare olandese, inglese, tedesco o spagnolo. Una regola che dovrebbe limitarne lo sfruttamento.  Il traffico delle persone è cresciuto invece che diminuire per quanto riguarda il commercio del sesso, aumentato in particolar modo per quanto riguarda i paesi dell’ex Unione Sovietica. Un simile dibattito è presente in questi mesi anche in Germania, un altro paese che ha liberalizzato la prostituzione nel 2002, ma dove la riduzione del traffico delle persone non è stata rilevante, così come non è diminuito il ruolo della criminalità organizzata. “Bisogna combattere il commercio, non le lavoratrici del sesso”, dice Ilonka Stakelborough, ex prostituta che ora dirige assistenza  Geisha, gruppo di assistenza per professioniste del sesso.

SIMBOLO DI VENDITA DEL SESSO – Il progetto di legge che vuole stringere la regolamentazione della prostituzione si basa sulla creazione di un registro delle professioniste del sesso. I critici evidenziano come una simile norma limiti la privacy in modo molto significativo, costringendo a svelare questa professione anche a chi l’ha fatta per un periodo di tempo limitato. Come rimarca il Wall Street Journal, il dibattito è parte di una più ampia discussione, che sta prendendo piede in un paese dove la prostituzione è radicata da molto tempo. Già nel diciassettesimo secolo il quartiere a luci rosse di Amsterdam era noto nel mondo, come uno dei luoghi più apprezzati per quanto riguarda il mercato del sesso. Ancora oggi questo luogo è uno dei più visitati luoghi turistici di Amsterdam, con tanto di museo celebrativo. Da anni la metropoli olandese prova ad abbellire il luogo, per evitare il degrado, comprando i bordelli più controversi per trasformarli in negozi o bar.

NUOVO DIBATTITO – Ad Amsterdam esercitano la professione 409 prostitute, un numero che si è ridotto dai 500 di cinque anni fa. La città mira ad un’ulteriore riduzione, portando la cifra complessiva delle professioniste del sesso a 300, quasi dimezzandole. Il sindaco di Amsterdam Eberhard van der Laan rimarca come la sua amministrazione non voglia affrontare questo tema da un punto di vista morale. “Se c’è un abuso lo vogliamo combattere”.  Il tema prostituzione è però diventato più controverso dalla fine dell’inverno, quando due deputate, la stessa Myrtha Hilkens e Gert.Jan Segers, si sono recate in Svezia, paese che vieta l’acquisto del sesso, ma non la vendita. La visita è stata ampiamente pubblicizzata sulle Tv olandesi, e per la prima volta da decenni si è parlato di introdurre all’interno dell’ordinamento giuridico dei Paesi Bassi una simile normativa. Un divieto di prostituzione in Olanda è forse improbabile, anche se la deputata Segers, dei cristianodemocratici della Cda, rimarca come sia immorale che un uomo compri con i soldi e la forza del suo fisico il corpo di una donna. Parole che suscitano un’eco profonda e gettano un’ombra sul futuro delle luci rosse di Amsterdam.

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