Paprika e candeggina nelle parti intime, le torture del magnaccia sadico

Pesante condanna per un pappone magiaro di origine rom che violentava continuamente le sue prostitute

10 anni di carcere per  Sandor S., colpevole di traffico di uomini, prostituzione e abusi sessuali. E’ questo il verdetto principale del tribunale di Zurigo nel processo a 4 magnaccia ungheresi che gestivano un traffico di meretrici provenienti dal proprio Paese e dalla Romania. Il motivo della  pesante condanna di Sandor S. è anche il suo estremo sadismo, secondo la definizione del procuratore Silvia Steiner, sconvolta dalla violenza con la quale il magnaccia trattava le sue prostitute, praticamente schiavizzate a forza di indicibili violenze.

IL SADISMO DEL PAPPONE – La sorte peggiore è toccata ad Eva, ragazza di poco più di 20 anni illusa di un futuro in Svizzera e poi costretta a vendersi lungo le strade di Zurigo. Eva è rimasta incinta, e Sandor S. le ha fatto perdere il suo bambino a forza di calci nella pancia. Un aborto violento, che è stato seguito da punizioni disumane per far capire alle altre prostitute cosa sarebbe successo loro in caso di gravidanza. Prima il pappone ha ricoperto di paprika la vagina di Eva, per farla irritare, e poi l’ha costretta ad avere un rapporto sessuale con il preservativo, così che la plastica potesse provocare altro dolore alla parte del corpo già infiammata. Una tortura corporale proseguita poi con il lavaggio delle parti intime con la candeggina, con lo strappo delle sopracciglia, con la rasatura dell’organo sessuale femminile con un coltello da cucina. Eva è stata anche strozzata, ricoperta di pugni e calci, continuamente derisa di fronte agli altri magnaccia. Un’altra prostituta ha subito un aborto a forza di percosse sul suo ventre, ennesima brutale violenza di Sandor S.

CONDANNE AL CLAN – Il Tribunale di Zurigo non ha però accolto le richieste della pubblica accusa nei confronti del magnaccia sadico, e l’ha condannato a soli 10 anni di galera contro i 16 proposti dal pubblico ministero. Anche gli altri imputati, tre ungheresi appartenenti al clan di Sandor S. hanno subito pene tutto sommato contenute. Solo Antal R, un coetaneo quarantenne di Sandor soprannominato il Capitano, rimarrà ancora in prigione a scontare i 6 anni di carcere ai quali è stato condannato. Gli altri colleghi sono stati invece espulsi visto che la loro detenzione preventiva in Svizzera ha esaurito i termini della loro pena. Gli atti del processo hanno comunque confermato l’elevato rischio di ripetizione del crimine da parte dei quattro imputati, spregevoli manovali dell’orribile traffico di uomini legato alla prostituzione.

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