Il figlio di Michael Jackson racconta come è morto il padre

La Cbs ci parla della testimonianza di Michael Joseph Jackson Jr., chiamato “Prince“, primogenito di Michael Jackson, il re del pop, il quale nel corso di un’udienza nel processo intentato nel 2010 dai familiari dell’artista contro la società Aeg Live, organizzatrice del tour di 50 date previsto nel 2009, ha ricordato cosa sia significato per lui crescere al fianco di un simile personaggio.

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LA MORTE DEL PADRE – Il ragazzo ha raccontato degli ultimi momenti di vita del padre, parlando di un urlo e di averlo visto nella sua stanza disteso per metà sul letto, con gli occhi rivolti all’interno ed il medico che cercava di rianimarlo con un massaggio cardiaco. La sorella, Paris, ha gridato mentre lui è scoppiato a piangere. Successivamente ha cercato di tranquillizzare la sorella nel percorso verso l’ospedale spiegando che “gli angeli stanno guardando nostro papà e tutto finirà bene”. Ma in cuor suo Prince sapeva che ormai era tutto finito e le parole del dottor Conrad Murray, uscito dal pronto soccorso, non hanno fatto altro che confermare quelle che già erano certezze.

 

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LE FOTO DI FAMIGLIA – Il ragazzo ha spiegato al giudice: “niente sarà più come prima”. Il fratello più giovane non ha capito cosa fosse accaduto mentre lui e sua sorella si sono dovuti fare forza fin dall’inizio e da quattro anni il giovane non riesce più a dormire come prima. Il ragazzo è rimasto composto durante la sua deposizione anche se in alcuni frangenti non è riuscito a trattenere le lacrime. Prima di parlare della morte del papà, il ragazzo ha fatto vedere fotografie che ritraevano la famiglia in momenti felici e spensierati, momenti a dir poco lontani.

LE ACCUSE ALLA AEG – Il processo, come detto, è stato intentato contro la società di promoting AEG Live LLC, accusata di aver ingaggiato in maniera indebita il medico Conrad Murray, successivamente condannato con l’accusa di omicidio volontario. La società dal canto suo respinge ogni addebito sulla morte dell’artista. Eppure il giovane Prince ha testimoniato contro l’amministratore delegato della società, Randy Phillips, spiegando come pochi giorni prima della morte ebbe una discussione molto accesa con Murray. Phillips avrebbe spinto alle lacrime anche Michael Jackson, schiacciato dalla pressione dei 50 concerti dell’evento “This is it”.

“DOVEVA SALVARE PAPA’ – Gli avvocati difensori di Conrad Murray e dell’Aeg respingono però la ricostruzione del giovane, anche se queste parole sono state registrate fuori dal tribunale. Marvin S. Putnam, legale della società, ha spiegato che Prince verrà chiamato nuovamente a testimoniare e che lui all’epoca aveva solo 12 anni ed era “un bambino schiacciato dalla perdita del papà”. Eppure il primo testimone della famiglia Jackson ha raccontato una verità circostanziata. Il ragazzo ha escluso una carriera nella musica ma ha spiegato che nessuno aveva il permesso di recarsi nell’area dove riposava e che quando Murray provvedeva alle cure la porta doveva essere chiusa a chiave e che Murray una volta rifiutò un pacco di 100 dollari proveniente dal cantante e dato dai figli. “Avevo 12 anni -ha concluso Prince- e credevo che il dottore avrebbe fatto stare bene papà”. (Photocredit Gettyimages)

 

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