Così il fisco controllerà il tuo conto corrente

Si attendeva soltanto il nulla osta dell’Authority per la privacy, per permettere al Fisco di controllare i conti correnti bancari. Da lunedì scorso, dopo il via libera del Garante, il nuovo Sid (Sistema di interscambio flusso dati) permette all’Anagrafe tributaria di setacciare i movimenti di denaro e i dati bancari di imprese e contribuenti. E’ stato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, a spiegare dagli studi di Porta a Porta come funziona la nuova misura. I dati analizzati verranno inviati a Serpico, il sistema che, dotato di un immenso data-base, già raccoglie altre informazioni dei contribuenti: dalla dichiarazioni dei redditi, agli immobili in possesso, fino ai titoli, in modo da permettere il controllo incrociato dei dati.

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IL FISCO ENTRA NEI CONTI CORRENTI –  Su richiesta, banche, Poste italiane, istituti di credito e di gestione del risparmio, dovranno trasmettere all’Agenzia tutti i dati sui nostri movimenti, per permettere al Fisco di controllare se ci sia corrispondenza tra i redditi denunciati e quelli effettivi. Durante l’ultima puntata di “Porta a Porta”, Bruno Vespa mostra prima alcuni numeri sul peso della pressione fiscale: in percentuale, rispetto al Pil si attesta al 44% (53% quella effettiva, stornata la quota di economia sommersa, ndr). Poi, analizzando il nuovo sistema, sottolinea come in passato soltanto dopo diversi accertamenti fosse possibile osservare i movimenti. Al contrario con il Sid tutto cambierà: in caso di sospetti, l’occhio del Fisco potrà analizzare ogni singolo aspetto. Si tratta di una misura pensata in ottica anti-evasione. Si spiega come dal 2006 lo Stato abbia recuperato 62,5 miliardi di euro di capitali, 12,5 nel 2012. “Dal primo novembre – sottolinea Vespa – l’Agenzia potrà contare sul nuovo sistema”. Ma come funziona?

COME FUNZIONANO SID E SERPICO – Spiega Mario Sensini come con i dati delle banche si completerà il sistema di informazioni di cui dispone l’Agenzia: “La rete intorno agli evasori si stringerà ancora di più: se gli ispettori fiscali conoscono già case, acquisti con carte di credito, auto e altro, da ottobre, anche i dati sui movimenti bancari, fondi comuni, obbligazioni, cassette di sicurezza non saranno più un segreto. Basterà premere un bottone e l’incrocio dei numeri renderà possibile capire meglio le incongruenze tra quanto dichiarato e quanto realmente in possesso”, si sottolinea. Certo, le pretese del Fisco dovranno essere fondate, ma “pizzicare i disonesti sarà più semplice”: l’Agenzia potrà partire dai conti, analizzando quelli in cui si presentano anomalie rilevanti, per poi concentrarsi sui titolari. “Una rivoluzione”, secondo Sensini. Befera risponde a Vespa, che la definisce come “la misura più invasiva possibile”.”E’ una scelta d’emergenza o diventerà un sistema abituale?”, chiede il giornalista. “Io mi auguro che sia un sistema eccezionale, in modo che si possa presto tornare a una normalità di gestione”. Befera, che ricorda come l’Italia si trovi al 21% del Pil per quanto riguarda l’ammontare evaso, spiega come funziona il meccanismo. “Le informazioni non vengono utilizzate direttamente sul cittadino evasore, ma per selezionare i soggetti aventi un forte rischio”.

E la privacy? “Queste informazioni non vengono viste da nessuno. Tutto avviene sotto il controllo del Garante, attraverso il Sid”. Per capire se il contribuente è “a rischio” evasione, Befera spiega come si faccia un incrocio dei dati, con tutte le banche dati in possesso: “Chi ha accumulato per anni risparmi non verrà mai toccato: perché scopriremo che quello che risulta all’Anagrafe dei conti non è altro che il risparmio di una vita”, cerca di rassicurare il direttore. “A fine ottobre arriveranno tutti i movimenti per il 2011, a marzo 2014 quelli per il 2012, e poi via via tutti gli altri”, ricorda infine Befera. Su 4o milioni di contribuenti quali verranno analizzati? Tutto dipenderà dall’incrocio dei dati. “Si farà una classifica dei soggetti a rischio. Al funzionario verrà segnalato soltanto il nome e cognome, poi servono gli elementi probatori per accertare tutto”, aggiunge Befera. Chi viene indicato come soggetto a rischio dovrà documentare in modo logico all’Agenzia. E sui rischi che la gente non spenda più? “Noi non siamo contro i consumi, non vogliamo colpire il reddito medio. Noi vogliamo soltanto verificare le situazioni in cui ci sono differenze evidenti tra quanto dichiarato e quanto in realtà in possesso”, conclude Befera.

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