Anonymous contro l’Isis: spenti centinaia di account jihadisti di Twitter e Facebook

Attacco hacker alla rete terroristica dello Stato Islamico. Anonymous ha spento centinaia di account di Twitter e Facebook di presunti appartenenti all’Isis e pubblicato indirizzi ip e web della galassia jihadista. L’annuncio arriva da un video di 3 minuti pubblicato in rete due giorni fa: «Sarete trattati come un virus, e noi siamo la cura» La campagna per oscusare la galassia jihadista dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria sul web sarebbe partita dopo la strage di Charlie Hebdo.

 

Isis decapita l'ostaggio giapponese, Tokyo piange Kenji Goto(Foto: Reuters / LaPresse)

 

ISIS, ANONYMOUS: «I TERRORISTI DELLO STATO ISLAMICO NON SONO MUSULMANI» – «L’Operazione Isis continua», recita il comunicato pubblicato oggi dal collettivo di hacktivisti. «Siamo musulmani, cristiani, ebrei… i terroristi che si definiscono Stato Islamico non sono musulmani». L’operazione di Anonymous, rete mondiale di hacker, è stata annunciata il 9 gennaio, all’indomani della strage di Parigi: «Attaccheremo e metteremo offline tutti i siti della galassia jihadista», affermava il collettivo in uno dei classici video del gruppo. Nel video di queste ore Anonynous conferma, dunque, che non darà tregua al califfato e rivendica l’azione compiuta da persone di ogni credo, religione e razza, studenti e lavoratori, poveri e ricchi. In particolare nel mirino degli hacker sono finiti i reclutatori, coloro che cercano di attirare simpatizzanti della jihad attraverso il web.

 

 

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ISIS, GIORDANIA: «ABBIAMO DISTRUTTO IL 20% DELLE CAPACITÀ MILITARI» – Intanto l’esercito della Germania fa sapere che che è stato «distrutto il 20% delle capacità militari dell’Isis» con i tre giorni di raid di rappresaglia che hanno colpito «56 obiettivi». L’annuncio delle forze militari di Amman è arrivato in un comunicato. A quanto si apprende, dopo aver colpito i centri di coordinamento nel primo giorno, sarebbero state poi colpite armi e depositi, nel tezo, infine, sarebbero stati presi di mira «i militanti, dove mangiavano e dormivano».

(Foto di copertina: Reuters / LaPresse)

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