Scontro Annunziata-Renzi, poi premier su Berlusconi: «Non distribuisce più lui le carte»

Più che un intervista, un duello. Un duello tra due che non si stanno simpatici, ma che debbono far finta, almeno davanti alle telecamere, almeno di rispettarsi. E’ questo il dato più evidente della surreale intervista andata in onda su Rai Tre a In Mezz’ora, dove Lucia Annunziata ha intervistato il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

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Un’antipatia che negli ultimi tempi i due non hanno nascosto, ma che oggi, davanti alle telecamere della Rai ha fatto capolino in maniera evidente più di una volta. Un’antipatia che ha bloccato tutto il dialogo tra i due, facendo arrivare a dire all’Annunziata, a fine puntata, un desolato “neanche una notizia abbiamo fatto”.

Ed è vero. Tutta l’intervista è stata un sovrapporsi di voci, con l’Annunziata sempre più evidentemente infastidita dalle risposte (e le non risposte) del Premier, che non ha risparmiato qualche frecciata. Come quando si è parlato di Massimo D’Alema, che secondo Renzi starebbe parlando con Fitto, l’avversario di Berlusconi nel partito, per indebolire il patto del Nazareno. Un nome, quello di D’Alema che il presidente del Consiglio non nomina, e che – parole testuali – starebbe meglio sulla bocca della conduttrice.

Fatto sta che è vero quello che ha detto Lucia Annunziata: l’intervista non è riuscita, i cittadini saranno usciti per lo meno spaesati dal dialogo tra i due,  tutto improntato ad un incontro scontro tra addetti ai lavori, piuttosto che orientato ad informare i telespettatori.

Il premier ha ribadito concetti che aveva già espresso più volte. Ha rivendicato il Jobs Act che «elimina i co.co.pro e i co.co.co», e l’apertura nei confronti dei deputati che sono stati espulsi dal Movimento 5 stelle. Secondo Renzi questi abbandoni non rimarranno senza conseguenze nella legislatura.  «Grillo -spiega Renzi utilizzando una metafora calcistica – ha scelto di non fare giocare i suoi. Di tenerli in panchina. Tra i ragazzi del 5 stelle ci sono persone in gamba, con i quali si può discutere».

Pungolato da Lucia Annunziata il Presidente del Consiglio spiega per quale motivo non si è presentato a Genova, dopo l’alluvione.

«Non sono andato a Genova perché mi vergogno. Andrò quando avrò individuato chi ha bloccato i lavori, e avrà dato il via ai lavori che servivano per evitare che tre anni dopo Genova fosse sommersa dallo stesso torrente, fuoriuscito nello stesso punto».

In realtà, parlando delle riforme Renzi una bella frecciata la manda a Silvio Berlusconi. «Berlusconi siede al tavolo delle riforme con un ruolo importante perché rappresenta milioni di italiani, ma – dice Renzi – è chiaro a tutti che non da più le carte».

Infine, Renzi dice di non essere preoccupato per i sondaggi che vedono in calo il suo consenso: «Sono qui per cambiare l’Italia, io penso che i politici non debbano governare guardando i sondaggi, altrimenti farei come chi mi ha preceduto». Non pare troppo preoccupato, il premier, neppure dall’astensionismo che si è verificato alle ultime regionali, che il premier ribadisce essere un tema comunque secondario rispetto alla vittoria del Pd in 5 ragioni su 5.

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