Angelo Vassallo: Castellitto porta il sindaco pescatore su Rai1

02/02/2016 di Redazione

Angelo Vassallo è il sindaco pescatore di Pollica-Acciaroli (Salerno) ucciso con nove colpi di pistola nella notte tra il 4 e il 5 settembre del 2010 mentre rientrava a casa. Rai 1, lunedì 8 febbraio, dedica una fiction al personaggio, con Sergio Castellitto nel ruolo del primo cittadino.

angelo vassallo
Dedica al sindaco Angelo Vassallo, 6 settembre 2010. Foto ANSA/PASQUALE STANZIONE

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ANGELO VASSALLO: UN SINDACO DEL PD CONTRO I VERTICI DEL PD

Finora l’omicidio di Vassallo non ha ancora colpevoli. Sono state tante le piste battute da magistratura e forze dell’ordine, dalla criminalità organizzata al controllo degli appalti ma ancora non emerge nessuna verità. Il sindaco di Pollica dopo tre mandati (dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010) nel 2010 si ripresentò per la quarta volta. Unico candidato, vinse con il 100% dei voti. Esponente del Pd, Vassallo era soprannominato il “sindaco pescatore” per il suo spiccato ambientalismo. Non si faceva remore nel criticare i vertici del suo partito se necessario avanzando, come nella sua ultima intervista un apprezzamento verso la Lega Nord, percepita come più vicina ai bisogni dei cittadini.

ANGELO VASSALLO: LA SERA DELL’OMICIDIO

La sera del 5 settembre 2010, intorno alle 22:15, Angelo Vassallo stava rientrando a casa, a bordo della sua auto. Contro di lui sono stati sparati nove colpi di calibro 9, otto dei quali andarono a segno. Si trattò di una esecuzione in piena regola nella quale il pm Luigi Rocco, incaricato delle indagini avanzò al tempo l’ipotesi della matrice camorristica. Vassallo, con le sue politiche ambientalistiche, era un ostacolo per chi voleva metter mani nella gestione del porto e negli appalti locali.

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ANGELO VASSALLO: L’INCHIESTA E “IL BRASILIANO”

Le ultime sul caso Vassallo sono i suoi timori, prima di morire. «Ho scoperto una cosa che non avrei mai voluto scoprire», raccontava il primo cittadino di Pollica-Acciaroli con gli amici pochi qualche giorno prima della esecuzione. Nell’inchiesta, ancora aperta, figura finora come indagato solo Bruno Humberto Damiani de Paula, “il Brasiliano”, per omicidio aggravato dalla finalità mafiosa. Nel 2015 il Brasiliano è stato estradato in Italia dalla Colombia. Inizialmente si era parlato di forze dell’ordine colluse. Una pista che però non ha portato da nessuna parte. Repubblica raccontava lo scorso marzo:

Sono usciti dalle indagini invece altri due nomi accostati ai fatti sin dal primo giorno. Non nomi qualsiasi, ma quello di un ufficiale dei carabinieri, il colonnello Fabio Cagnazzo, a lungo in servizio a Castello di Cisterna dove si è guadagnato la stima di numerosi magistrati napoletani, e di un suo attendente, Luigi Molaro. La posizione dei due militari è stata archiviata dal giudice su richiesta della Procura diretta dal procuratore Corrado Lembo. Una lunga e approfondita serie di accertamenti non ha fatto emergere elementi concreti nei loro confronti. Si chiude dunque così il filone aperto a seguito delle allusioni che, subito dopo l’omicidio, avevano avvelenato la vita del paese tra sospetti e accuse reciproche.

E ora…

Restano aperti invece gli altri filoni, a cominciare da quello che riconduce a Damiani, ora in cella per droga ed estorsione ma non per l’omicidio. Assistito dall’avvocato Michele Sarno, il “brasiliano” è stato interrogato in Colombia dai pm e ha respinto le accuse. A suo favore c’è la prova negativa dello stube, che però è stata effettuata diverse ore dopo l’omicidio. Secondo gli inquirenti, prima di essere ucciso Vassallo aveva scoperto un ingente traffico di droga trasportata via mare ad Acciaroli. Mancano però i dettagli, a cominciare dai registi dell’affare. Era questa, forse, quella verità che il sindaco non avrebbe mai voluto scoprire.

 In copertina foto ANSA/GUIDO MONTANI

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