Angela Merkel, la leader assente in Europa dopo gli attentati di Parigi

Angela Merkel

è l’indiscussa leader dell’Europa, ma in un momento così drammatico come questi giorni successivi agli attentati di Parigi la cancelliera si nota per la sua assenza. La crisi dei migranti ha indebolito la sua immagine, e il pacifismo maggioritario in Germania spinge la presidente della Cdu a muoversi con ancora più cautela del solito.

ANGELA MERKEL PARIGI

Gli attentati di Parigi sono stati uno dei più gravi attacchi subiti dall’Europa nella storia recente. L’atto di terrorismo organizzato dall’ISIS contro la Francia ha fatto scattare un’immediata solidarietà da parte di tutti i Paesi UE, ma anche dopo questa tragedia l’Unione Europea sembra incapace di poter elaborare una strategia comune contro la minaccia jihadista. Una lacuna che appare responsabilità di Angela Merkel, indiscussa leader dell’Europa e architetta del contrasto alle crisi più gravi che hanno colpito l’UE negli ultimi anni, dall’esplosione del debito sovrano che ha messo in discussione l’euro all’esodo dei migranti di quest’estate. La cancelliera tedesca ha promesso qualunque appoggio alla Francia, ma si è tenuta molto distante dall’echeggiare i toni bellici scanditi con solennità da François Hollande. Un’evidente presa di distanza, specie se si considera come nonostante le rilevanti differenze politiche i leader dei due Paesi più importanti dell’Unione Europea abbiano confermato l’asse Parigi-Berlino come strategia privilegiata per gestire le questioni relative UE. Il simbolo discorso comune tenuto di fronte al Parlamento europeo solo qualche settimana fa è stato oscurato dall’orrore degli attentati di Parigi. François Hollande ha scelta una via di guerra che Angela Merkel non può così come non vuole seguire, anche se ciò dovesse significare marginalizzare la Germania nella sfida strategica al terrorismo.

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ANGELA MERKEL GUERRA

Il presidente della Germania Gauck ha parlato espressamente di guerra, parola invece evitata da Angela Merkel. In dieci anni di governo la cancelliera si è profilata come un capo di governo estremamente cauta nell’uso della forza. Nella crisi siriana seguita alla stragi con le armi chimiche di Assad la cancelliera aveva chiarito immediatamente la sua indisponibilità a seguire gli Usa di Obama in un’azione militare contro Damasco. Questa strategia non è cambiata e difficilmente cambierà dopo gli attentati di Parigi. Angela Merkel si è caratterizzata come una leader particolarmente sensibile all’orientamento dell’opinione pubblica tedesca, in netta maggioranza pacifista. Il suo alleato di governo, la Spd, è sicuramente meno orientato all’uso della forza, e si rispecchia nelle posizioni della cancelliera, come già successo con l’accoglienza verso i migranti. Angela Merkel è stata inoltre indebolita in modo rilevante dalla crisi dei richiedenti asilo, che ha messo in estrema difficoltà le autorità tedesche che hanno accolto centinaia di migliaia di persone arrivate in poche settimane da Siria e altri Paesi orientali. Nel suo partito, la Cdu, e ancora di più negli alleati bavaresi della Csu, è partita una ribellione su vasta scale che ha perfino fatto ipotizzare una caduta della cancelliera. Al di là di questa ipotesi, l’indebolimento evidente sul teatro europeo, con gli alleati dell’Est Europa ora contrapposti a Berlino, la perdita del governo amico di Varsavia, e il quadro interno sembrano marginalizzare come non mai Angela Merkel. Ancora leader del più importante Paese dell’UE, ma non la guida dell’Europa.

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