Da Salvini a Scilipoti: la strana alleanza dei free vax in Parlamento

19/07/2017 di Donato De Sena

Dal leader della Lega Matteo Salvini al pittoresco Domenico Scilipoti. Dai fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle ad un verdiniano di ferro come Vincenzo D’Anna e ad alcuni membri della sinistra bersaniana. Sono i confini della strana e variegata coalizione politica che in queste settimane ha sposato la causa dei cosiddetti ‘free vax’, gli attivisti che si oppongono ai vaccini obbligatori voluti dal decreto Lorenzin e che hanno portato la loro battaglia anche alle porte del Senato. Mentre la maggioranza guidata dal Pd prosegue la marcia verso l’approvazione del provvedimento in Parlamento, il popolo arancione che invoca la «libertà di scelta» dei genitori sulle vaccinazioni dei figli incassa l’appoggio di una buona parte della minoranza, sia di personaggi che mantengono un tono moderato sia di altri che si fanno invece notare per una certa esuberanza.

 

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Scilipoti, il senatore di Forza Italia che nella scorsa legislatura per i suoi continui cambi di casacca è diventato emblema del trasformismo politico, a Palazzo Madama è oggi uno dei più impegnati ad ostacolare il decreto Lorenzin. Ieri, nel giorno in cui era programmata la votazione in Aula, per i suoi numerosi interventi che sapevano di ostruzionismo il presidente Grasso lo ha censurato e ha minacciato di espellerlo. E non ci ha pensato due volte a scendere in strada in piazza delle Cinque Lune, al raduno di un migliaio di free vax, per esprimere la sua vicinanza al movimento. Nessun preconcetto ideologico, nessuna etichetta. Gli attivisti lo hanno accolto caldamente. Così come hanno fatto con il senatore D’Anna, laurea in scienze biologiche, esponente di Ala, che in Aula ha ricordato i dati Aifa sulle reazioni avverse da vaccino e in strada ha raccontato di essere stato avvicinato al mondo dei free vax da sua figlia (che avrebbe evitato vaccinazioni ai suoi bambini). Più datata è la vicinanza degli ex M5S. Il senatore Bartolomeo Pepe, noto soprattutto per essere un sostenitore di diverse teorie del complotto (lo scorso anno aveva organizzato la proiezione di un documentario sul presunto legame tra vaccini e autismo), è stato l’unico politico a parlare l’8 luglio sul palco della manifestazione di Pesaro davanti a oltre 40mila persone (insieme alla capogruppo del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna Raffaella Sensoli).

 

 

Pepe è iscritto al gruppo parlamentare Gal, di cui fa parte anche l’ex pentastellata Paola De Pin, meno esposta ma che con i free vax mantiene un filo diretto. Ex grillino è poi Adriano Zaccagnini, deputato, già iscritto a Sel e ora membro di Articolo 1 Movimento Democratici e Progressisti, il gruppo dei fuoriusciti dal Pd. Ieri c’era anche lui a far sentire la propria voce dal megafono nei pressi del Senato. E la sua non è certamente una posizione isolata nel nuovo partito. Nella pattuglia di bersaniani e dalemiani (va precisato che Bersani ha una posizione molto distante da quella dei free vax, come dimostra questo video) c’è infatti Nadia Dirindin, senatrice e promotrice un disegno di legge che punta a mantenere alta la copertura vaccinale senza l’obbligo previsto dal decreto Lorenzin, attraverso incentivi all’adesione consapevole delle famiglie, ampliamento degli orari di lavoro degli operatori dei servizi vaccinali, formazione dei medici, gratuità delle vaccinazioni.

Tanti endorsement alla causa free vax, insomma. Accompagnati da un altro di maggior peso, almeno dal punto di vista della visibilità. Quello della Lega Nord. Il governatore veneto Luca Zaia sull’obbligatorietà dei vaccini ha già annunciato ricorso alla Corte Costituzioanale. Salvini è invece impegnato ad allargare il fronte anti-Lorenzin schierando il partito, ufficializzato con l’uscita di ieri. «Sto con i genitori che stanno manifestando a Roma: curàti ma sempre dalla parte della libertà di scelta!», ha scritto dal suo account Twitter. «Pur non essendo contrari alle vaccinazioni oggetto del decreto annunciato – ha garantito il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio – riteniamo che la copertura vaccinale si poteva garantire anche attraverso una campagna d’informazione adeguata senza ricorrere alla coercizione dell’obbligatorietà». Comilva, il Coordinamento delle associazioni per la libertà di vaccinazione che ha organizzato la manifestazione di Pesaro, ha apprezzato e prontamente rilanciato sui propri canali social.

 

 

Basta tutto questo per una sfida al governo? Evidentemente no, a guardare il pallottoliere di Palazzo Madama. È fin troppo chiaro che una svolta potrebbe arrivare solo grazie al dissenso al decreto da parte di Forza Italia, che – Scilipoti a parte – mantiene una posizione favorevole. Tra i free vax – lo spiegano gli stessi attivisti a microfoni spenti – c’è la consapevolezza che solo gli azzurri possono essere ago della bilancia. «Ci può salvare solo Berlusconi», dicono parlando della conta al Senato. La parola d’ordine è dunque quella di fare pressione sul centrodestra per allargare il fronte degli indecisi e convincerli al dietrofront. Si muove su diversi piani intanto il Movimento 5 Stelle, che all’inizio del dibattito sembrava essere l’unica forza chiaramente contraria ai vaccini obbligatori. È proprio da quando i pentastellati hanno assunto una posizione meno netta nei confronti del decreto Lorenzin che i free vax hanno trovato altre sponde. Un cambio di passo era fin chiaro già a Pesaro. Quando David Gramiccioli, coordinatore della giornata, ha presentato i 5 Stelle tra i manifestanti si sono alzati molti fischi. A quel punto è stato necessario un chiarimento del presentatore dal palco: bisogna distinguere tra il partito nazionale e quello locale, quest’ultimo percepito invece come vicino alle posizioni dei manifestanti. Nessun dubbio, infine, sul Pd. I free vax vedono nel partito di Renzi l’unico vero avversario. Lucrezia, dei free vax di Roma, parlando del suo incontro con il capogruppo Dem, dal megafono ieri ha gridato: «Il senatore Zanda mi ha detto: ‘Signorina, facciamo un incontro martedì, mi coglie un po’ impreparato. Sa, io non ho figli, questa questione mi tocca poco’». E poi il coro: «Vergogna! Vergogna!».

A questo proposito, anche l’animatore dei free-vax David Gramiccioli aveva attribuito questa frase al senatore Zanda che, oggi, ha annunciato una querela nei suoi confronti, come si evince da una nota dell’ufficio stampa del gruppo del Partito Democratico al Senato. Lo stesso Gramiccioli sosteneva che il PD «non avesse letto neanche una riga del decreto vaccini», altro elemento smentito categoricamente dai senatori di area Dem.

 

 

Il decreto Lorenzin verrà votato oggi al Senato. Poi passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. Il via libera dovrà arrivare entro il 6 agosto, pena il decadimento del decreto.

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