Alex Zanotelli contro la linea Minniti sui migranti: «La Storia ci giudicherà come i nazisti»

Padre Alex Zanotelli attacca la linea italiana sui migranti, che prevede di fermarli in Libia o ancora prima in Ciad e Niger: «Verremo giudicati dal tribunale della storia: un giorno diranno di noi e di ciò che stiamo facendo sui migranti ciò che noi diciamo sui nazisti e sulla Shoah». Un giudizio piuttosto severo, che il prete missionario motiva in un’intervista al Manifesto.

Sono arrabbiatissimo, mi fa star male ciò che sento, specialmente questa guerra contro le ong perché, si diceva, facevano accordi con i trafficanti e ora invece è il governo a fare accordi con i trafficanti. Si resta a bocca aperta, sono esterrefatto, bisogna reagire, meno male che c’è papa Francesco ma non basta, chiedo a tutti i missionari e i sacerdoti di schierarsi, di fare di più.

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È dall’anno scorso che, Renzi prima, con quello che venne chiamato l’Africa compact, e Gentiloni poi, il governo italiano cerca di copiare l’accordo con Erdogan per sigillare anche la rotta africana come già quella balcanica. È un atto criminale su cui un giorno verremo giudicati dal tribunale della Storia. (…) Sappiamo bene cosa succede a chi resta bloccato in questa Libia. Tutte le testimonianze parlano di stupri, torture, schiavitù. E in ogni caso la Libia non ha mai sottoscritto la Convenzione di Ginevra sul rispetto dei diritti umani. Perciò siamo alla criminalità pubblica, istituzionale.

Alez Zanotelli, tra l’altro, è convinto che la linea di Minniti alla lunga non riuscirà comunque a fermare il flusso migratorio: «Magari riusciranno a rallentarli un po’ e così vinceranno le elezioni ma questo è quanto. Già adesso sono aumentati gli arrivi in Spagna. Si apriranno altre rotte, è ovvio. Non si può fermare chi fugge da guerre e situazioni terribili e terrificanti. E hanno diritto a scappare, mentre l’Europa, cioè noi abbiamo il dovere, in base a tutte le convenzioni dell’Onu, di accoglierli».

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ALEX ZANOTELLI: SUI MIGRANTI CI GIUDICHERÀ IL TRIBUNALE DELLA STORIA

Per Alex Zanotelli l’accordo con la Libia, scritto sulla falsa riga di quello con la Turchia di Erdogan per fermare la rotta balcanica, è peggiore di quello. Il Libia manca uno Stato sovrano, regna una situazione caotica di milizie che si combattono tra loro, dopo quella che il prete missionario definisce «l’assurda guerra del 2011 contro Gheddafi scatenata proprio dall’intervento militare di Francia e Italia». Alex Zanotelli spiega così al Manifesto le ultime mosse italiane in nord Africa:

Ora, vista l’estrema debolezza del premier di Tripoli Serraj, è chiaro che bisogna tener buono il generale Haftar, perché non si sa mai con chi fare accordi, chi prevarrà, quindi visti i legami di Haftar con l’Egitto di al Sisi si manda l’ambasciatore al Cairo. Anche Regeni fa parte del grande gioco dell’Europa in Africa. Questo accordo con la Libia è peggiore di quello con Erdogan, che pure è un dittatore, perché in Libia ci sono solo milizie che si combattono e queste milizie possono essere benissimo imbrigliate con la mafia o la camorra. C’è un problema di legalità enorme.

ALEX ZANOTELLI: «L’ODIO È SCATENATO, IL RAZZISMO CI INONDA»

L’ultima, amara riflessione che Alex Zanotelli affida alle pagine del Manifesto riguarda la reazione degli italiani al dramma dei migranti: «Mentre l’odio è scatenato, il razzismo sta crescendo, ci inonda, indotto da molti fattori ma soprattutto dal fatto che non vogliamo accettare che il nostro benessere, il nostro stile di vita, per cui il 10% del mondo consuma il 90% delle risorse, non può più continuare. E noi andavamo bene con le adozioni dei negretti a distanza, ma quando l’adozione è a vicinanza non va più bene, disturba».

Foto copertina: ANSA/ZUMAPRESS

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